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Gummo – Harmony Korine

Creato il 29 gennaio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

29 gennaio 2014 Lascia un commento

Gummo
Parlando di von Trier e del  Dogma 95, spunto’ fuori il nome di Korine e alla buonora, giunge il momento di dedicargli una piccola retrospettiva.
Lasciando il blabla sul cinema indipendente a chi di cinema se ne intende, Korine esordisce nel 1997 con "Gummo", film molto meno semplice da definire di quanto appaia. E’ la storia, se di storia si puo’ parlare, di un gruppo di ragazzotti della profonda e lontana provincia americana o di cio’ che ne rimane dopo un violentissimo tornado.
La distruzione non e’ fuori nelle strade, e’ anche li’ ovviamente ma ancor piu’ esiste una devianza collettiva che nell’insieme diviene regola, anzi c’e’ da chiedersi dove sia da porre il confine tra l’ordinario nostro e loro.
Di questo si tratta: dove tracciare una linea netta tra giusto e sbagliato.
Posto l’inevitabile confronto con le nostre vite, quale soluzione e’ uscita dai binari del buonsenso? Cio’ che appare tanto al di fuori del cortiletto che ci insegnano essere "normale", potrebbe essere piu’ "normale" del nostro.
Ragazzi che arrotondano cacciando gatti da vendere in macelleria, un tumore al seno visto come ostacolo per mettere su famiglia, sesso a pagamento con ritardate mentali, nonne morenti accudite da adolescenti travestiti, ritrovi serali con l’hobby di ubriacarsi e combattere contro sedie da cucina. Non ci facciamo mancare nani neri e pederasti, sniffate di colla, subumane ipercattoliche, cani morti sulle antenne televisive. Non so, in qualche modo tutto questo non mi fa piu’ orrore di bambine che si prostituiscono per le ricariche telefoniche.
Korine sradica nel profondo le radici della provocazione e penso ai festival internazionali, quelli coi tappeti rossi e della critica esperta, che per far parlare di loro ripetono all’infinito noiosissimo sesso e l’ennesima dissacrazione di Crocefissi, quando basterebbe mostrare un gatto putrido coperto di mosche. Gli alieni sono tra noi, in realta’ siamo noi soltanto un pochino diversi. Anche loro mangiano spaghetti ma non in case traslucide con mamme sorridenti ma nel bel mezzo di uno shampoo immersi in una vasca di acqua lurida. I gatti non gustano scatolette prelibate ma le scatolette prelibate sono piene di gatti laddove invertendo i fattori il risultato non cambia, non troppo almeno.
Non trovo alcuna differenza coi racconti di giovani rampanti alle prese col mondo patinato delle riviste alla moda, Korine e’ soltanto molto ma molto piu’ divertente.

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