Gundam fa riflettere sulla guerra

Da Nippolandia

Gundam Gigante

Yoshiyuki Tomino, ideatore della serie Gundam, ha dichiarato che “anche se l’intento principale non era raccontare la guerra, Gundam è diventata un’opera che fa riflettere gli spettatori sulla guerra“. Ospite della manifestazione di San Marino, dedicata al Giappone, Tomino, in una intervista pubblicata su Il Messaggero, ha parlato della serie animata: “Ho scelto il tema della guerra perché avevo la necessità di far entrare in scena un robot gigante di forma umanoide, ma la prima riflessione che ho fatto è stata sul genere. Penso dunque che l’idea di un approccio filosofico sia una lettura di secondo livello. La domanda che sta alla base di questa storia è stata piuttosto: perché si è scatenata la guerra stellare? Inoltre siccome il Mobile Suit è nato come arma fondamentale per affrontare un combattimento stellare, la guerra è diventata parte integrante della storia“. E continua: “Quando ho progettato Gundam esistevano tanti racconti anime dove gli uomini combattevano contro mostri o Ufo. Io volevo fare qualcosa di diverso, volevo puntare sull’originalità della storia, descrivere la guerra fra gli uomini. Si sa poi che i bambini e i ragazzi amano cose sempre nuove, così ho pensato che la guerra tra gli uomini poteva essere un elemento originale di attrazione. Oltretutto in quell’epoca, in Giappone, si respirava ancora un certo tipo di atmosfera: la nostra generazione aveva vivo il ricordo della Seconda guerra mondiale e immaginare una guerra fra gli uomini era più facile. Io, poi, ero influenzato dai film italiani del neorealismo. Forse per i ragazzi di oggi che sono abituati alle storie dei videogiochi o alle storie magiche di fantasia è difficile capire cosa intendo. Ma il film o l’animazione è un prodotto che può andare bene sia per i ragazzi che per gli adulti. Ed è anche per questo che una storia che è stata pensata per i ragazzi può risultare estremamente interessante anche per gli adulti“. Tomino spiega anche perché, secondo lui, Gundam ha avuto così successo: “La storia di Gundam raccontava la storia di una guerra, ma anche le relazione tra gli uomini: questo toccava la sensibilità nostalgica dei giapponesi. Al combattimento viene affiancata una parte dove vengono raccontati i rapporti familiari e quelli del protagonista con i suoi amici. Questo aspetto ha colpito molto le ragazze, che hanno dimostrato molto interesse per questa storia. Si può infatti dire che il successo di Gundam sia iniziato proprio da loro!”. E parla di quello che sarà, sempre secondo lui, il futuro dell’animazione giapponese: “Penso che non stia andando nella direzione giusta. La tecnica CG ormai è satura e non vedo grandi possibilità di sviluppo di nuove storie con questa tecnica. Per fare una rivoluzione è necessario un periodo di sofferenza ma mi sembra che non ci sia ancora la consapevolezza di cosa significhi sforzarsi per poter raggiungere qualcosa. Per questo motivo ho paura che il Giappone continui a perdere contro i Paesi emergenti“. (Fonte: Il Messaggero)


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