Fino a pochi anni fa, era opinione diffusa che le più antiche costruzioni realizzate dall’uomo si trovassero nella pianura mesopotamica, culla- si diceva- della prima civiltà. Un primo, serio colpo alle certezze di archeologi, storici e antropologi è arrivato con la scoperta del sito di Göbekli Tepe, in Anatolia, datato almeno al 9.500 a.C- quindi, ben cinque millenni prima della fioritura sumera. Ma a quanto pare, le lancette dell’orologio della Storia umana rischiano di essere rimandate ancora più indietro nel tempo.
IL SITO MEGALITICO DI GUNUNG PADANG, NELL'ISOLA DI GIAVA
Nel numero di ottobre della rivista Fenix, diretta da Adriano Forgione, si parla infatti di Gunung Padang, il sito megalitico forse più antico del mondo, creato da una civiltà molto evoluta, ma vissuta in epoche ufficialmente preistoriche. Le vestigia si trovano sull’isola di Giava, a circa 50 chilometri da Cianjur, metropoli da 2 milioni di abitanti. Ecco come l’articolo descrive lo straordinario spettacolo che si presenta alla vista del viaggiatore…
“Una guida di mezz’ora su strade- asfaltate e non- fino al villaggio di Karyamukti passa attraverso paesaggi montuosi, intervallati da risaie e fattorie che sorgono nel suolo vulcanico, coltivato con peperoncini, arachidi, ananas e frumento, quindi costeggia un’immensa piantagione di thè. Sul Monte Padang, i visitatori più intraprendenti impiegano 20 minuti a salire i circa 370 scalini di pietra, su una pendenza di 40 gradi, 95 metri fino alla sommità, che è coronata dal più grande sito megalitico del sudest asiatico.
Esso comprende più di 25 ettari, inclusi 900 mq di cinque cortili rettangolari di pietra, che ascendono da nordovest a sudest, disposti su una serie di terrazze panoramiche e ordinatamente organizzati in bassi muri, partizioni interne e vie d’uscita, tutti connessi da rampe di scale. All’interno e all’esterno dei recinti vi sono decine di monoliti verticali, ma molti di più giacciono sparpagliati al suolo.
IL DISEGNO MOSTRA COME APPARE OGGI IL SITO
L’intero complesso comprende una stima di 3.703.700 blocchi neri di andesite, ciascuno che va da uno a due metri di lunghezza, lavorati dai processi geologici in strutture poligonali di colonne a cinque, sei o otto lati (l’andesite è una roccia ignea estrusiva, un tipo di basalto formato dall’attività vulcanica). Le dimensioni medie delle colonne sono 0.3 x 0.3 x 1.5 metri…”
Nel reportage, viene raccontata l’incredibile storia di Gunung Padang. Il sito, citato già da un archeologo olandese nel 1914, è stato studiato a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, ma solo di recente sono state compiute nuove analisi che ne hanno permesso una datazione sorprendente. Fino a qualche anno fa, infatti, si riteneva che la costruzione risalisse al 1.500 a. C. Le ultime spedizioni archeologiche hanno però appurato che sotto la superficie esistono strutture via via sempre più antiche. Fino all’ultimo strato, databile almeno al 13.000 a. C.
“In base alla posizione orizzontale delle colonne di andesite e dal loro allineamento, possiamo concludere che esse non sono di origine naturale“, ha affermato Danny Hilman Natawidjaja, coordinatore del team indipendente che sta conducendo un’approfondita ricerca. Ipotesi confermata anche dal gruppo archeologico dell’ Università di Indonesia, guidata dal dottor Ali Akbar: nel basamento del Monte Padang ci sono strutture costruite dall’uomo.
ALCUNI DEI BLOCCHI DI ANDESITE SPARPAGLIATI SUL TERRENO