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Guy Gavriel Kay e le riletture

Creato il 02 luglio 2013 da Martinaframmartino
Guy Gavriel Kay e le riletture

Guy Gavriel Kay: La rinascita di Shen Tai

Quanti libri avete letto ultimamente? E quanti ne avete riletti? La domanda non è del tutto oziosa, io sono una persona che rilegge molto – anche se il tempo per farlo è sempre meno – e mi sono appena imbattuta (riimbattuta) in un testo di Guy Gavriel Kay. Ogni tanto lo tiro fuori, mi piace troppo quello che scrive Kay, che sia narrativa o che siano riflessioni sulla scrittura o sulla società. Non ho tempo per studiare un nuovo articolo, quindi o lascio passare un altro giorno senza pubblicare nulla o vi beccate alcune sue riflessioni, nate dal fatto che qualche fan adorante (non ero io ma avrei potuto esserlo se mai lo avessi incontrato) gli ha confessato di rileggere regolarmente le sue opere.

Vi è mai capitato di sentire persone sminuire le riletture dicendo che loro non hanno tempo per questo e preferiscono leggere qualcosa di nuovo? E poi magari guardano lo stesso film dieci volte…

Ma non è di coerenza che volevo parlare. Chi ha detto che un libro che non valga la pena di essere riletto non valeva la pena che fosse letto nemmeno la prima volta? Ed Eraclito ha detto che non possiamo entrare due volte nello stesso fiume, ma non mi dilungo perché il tempo è quello che è.

Quando riprendiamo in mano un libro che abbiamo amato da ragazzi, ha notato Kay, c’è una certa ansietà. Noi definiamo la nostra stessa persona anche in base a ciò che amiamo, o che abbiamo amato. I libri che ci toccano nel profondo, specie da adolescenti, hanno un peso importante nel formare la nostra persona. Se a una rilettura da adulti li troviamo banali, sdolcinati o mediocri, questo come ci cambia? Come ci fa sentire il pensiero di essere persone che hanno amato a lungo un’opera mediocre? D’altra parte, se l’amore per il testo rimane immutato, questo non rafforza la nostra autoconsapevolezza?

Ovviamente anche Guy Gavriel Kay è arrivato a Eraclito. Non lo ricordavo, ho iniziato a fare una traduzione senza aver riletto il testo ma solo con il ricordo che fosse qualcosa d’interessante. Non possiamo entrare due volte nello stesso fiume, e non possiamo leggere due volte lo stesso libro. Ogni lettura è una lettura diverse perché noi siamo persone diverse, anche se Kay sottolinea come le letture successive subiscono il filtro delle letture precedenti. Ci sono memorie legate al testo, a volte anche di eventi esterni. Kay parla delle persone che possiamo aver incontrato durante la lettura, e a me è venuto in mente che quando stavo leggendo I giardini della luna di Steven Erikson ho conosciuto l’uomo che sarebbe diventato mio marito. Possiamo stupirci se quella lettura è stata un po’ distratta? Poi ho letto un altro romanzo di Erikson e continuo a non amare lo stile dello scrittore, ma il suo primo libro per me continua a essere legato a mio marito. Se lo rileggessi cosa proverei?

A volte nella rilettura aspettiamo con impazienza un determinato episodio, altre volte ci rendiamo contro di aver frainteso, o dimenticato , alcuni elementi della storia. La rilettura attraversa la nostra memoria e la nostra storia personale.

Perciò una rilettura non è mai qualcosa che si può affrontare a cuor leggero. Anche con la consapevolezza di essere cambiati, non vogliamo scoprire che in passato ci eravamo sbagliati. Continuare ad amare un libro dà sollievo, anche mentre osserviamo dall’esterno le nostre stesse reazioni.

Ma, visto che il tempo a mia disposizione è terminato, vi lascio con una citazione dalla dubbia provenienza riportata da Kay: “Ogni volta che rileggo Shakespeare, lui sembra sapere tutto quel che è accaduto nella mia vita dall’ultima volta che l’ho letto”.

Per leggere l’intero brano di Kay (in inglese) dovete andare qui: http://guygavrielkay.kinja.com/on-rereading-guy-gavriel-kay-458708805. Se invece volete leggere uno splendido romanzo e ancora non lo avete fatto, correte a comprare La rinascita di Shen Tai di Guy Gavriel Kay. E, se per caso lo avete già letto, rileggetelo.



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