In realtà non so ancora nulla di preciso, ma non posso tenere la cosa per me: Under Heaven, l’ultimo romanzo di Guy Gavriel Kay, sarà tradotto anche in italiano. La notizia è apparsa sul sito autorizzato dello scrittore, con la precisazione che i dettagli saranno resi noti in futuro.
Io ho un sospetto su chi possa essere l’editore che ha deciso di tradurre il romanzo, visto che ho suggerito il titolo a qualcuno preoccupandomi anche di fare l’elenco dei premi ai quali il volume era candidato. Poco importa che sia quasi sempre stato sconfitto, anche essere notati, e andare in finale a un premio importante non è facile. Vedremo quando i dettagli emergeranno se sarà chi penso io.
Under Heaven ha vinto il Sunburst Award battendo opere di autori come Robert J. Sawyer, Douglas Smith, S.M. Stirling e Hayden Trenholm, è stato scelto come miglior romanzo fantasy dall’American Library Association (http://rusa.ala.org/blog/2011/01/09/2011readinglist/) ed è stato finalista al World Fantasy Award (premio già vinto da Kay con il suo romanzo precedente, Ysabel), al Mythopoeic Award, al Canada Aurora Award (premio da lui già vinto con La via del fuoco), al Locus Award, ed è fra i finalisti al IMPAC/Dublin Prize, uno dei premi letterari più ricchi al mondo. I titoli in lizza sono quasi 150, ma appartengono a tutti i generi. Insieme a Kay perciò ci sono autori quali Isabel Allende, Paul Auster, Massimo Carlotto, Jonathan Coe, Michael Connelly, Michael Cunningham, Don DeLillo, Chitra Divakaruni, Jonathan Franzen, David Grossman, John Ajvide Lindqvist, Dacia Maraini, Yann Martel, Ian McEwan, China Miéville, Jo Nesbo e Cathleen Schine. Questo l’elenco: http://www.impacdublinaward.ie/2012/longlist.htm. Una prima selezione avverrà il 12 aprile 2012, il vincitore sarà annunciato il 13 giugno.
Di Kay erano già stato tradotti quattro romanzi nella prima metà degli anni ’90: La strada dei re (The Summer Tree, 1984), La via del fuoco (The Wandering Fire, 1986) e Il sentiero della notte (The Darkest Road, 1986), che insieme costituiscono la Trilogia di Fionavar (The Fionavar Tapestry), e Il paese delle due lune (Tigana, 1990).
Io ho preso in prestito Il paese delle due lune in biblioteca, per caso, ed è stato amore a prima vista. E l’amore è proseguito con tutti gli altri volumi. Quando le mie conoscenze dell’inglese sono state tali da consentirmi di leggere romanzi nell’edizione originale uno dei primi volumi che ho preso è stato proprio un romanzo di Kay, A Song for Arbonne. Avevo iniziato con due romanzi di Mercedes Lackey, acquistati dove lavoro. La nostra scelta di libri in lingua è un po’ troppo limitata per i miei gusti, quindi ho dovuto adattarmi a quel che avevamo o che potevamo ordinare. Poi ho comprato Song in un altro negozio e ho impiegato due mesi a leggere le prime 200 pagine, finché qualcuno non ha lanciato una freccia nella notte. E a quel punto il romanzo mi ha definitivamente conquistata.
Io volevo sapere se la persona colpita sarebbe sopravvissuta oppure no, invece il protagonista non si è fermato per scoprirlo a sua volta. No, lui è andato alla ricerca di chi aveva scagliato quella freccia, e così sono venuti fuori intrighi politici ed episodi del passato in quantità impressionante. Quando ho avuto la mia risposta ormai volevo sapere tutto di quel mondo e di quei personaggi che tanto amavo, e infatti ho impiegato solo due settimane per leggere le altre 400 pagine.
Uno dei problemi nel leggere in inglese, per me, è che all’inizio non so nulla. Non conosco il mondo né i protagonisti, e la fatica mi sembra eccessiva, o almeno così mi sembrava nei miei primi libri. Poi, quando ho imparato le parole tipiche di quello scrittore e non devo più cercarle sul vocabolario, e quando sono abbastanza dentro la storia da volerne conoscere la conclusione, non ci sono più problemi. Ovvio che dopo aver amato intensamente A Song for Arbonne io mi sia buttata sulla bibliografia completa di Kay.
The Lions of Al-Rassan, la duologia The Sarantine Mosaic, composta da Sailing to Sarantium e Lord of Emperors, The Last Light of the Sun, Ysabel e perfino il libro di poesie Beyond this Dark House. Li ho letti tutti, compreso il libro di poesie – perché Kay è anche un poeta – e li ho amati tutti. Le sue capacità poetiche si sentono anche nella prosa, perfino in una lingua che non è la mia. Le sue parole fanno vibrare in me corde profonde, e spesso glie ne bastano poche per farmi scoppiare a ridere, o piangere, anche se so già cosa sta per accadere. Se George R.R. Martin ha sconvolto parecchi lettori per il destino che tocca ad alcuni suoi personaggi, Kay era arrivato prima di lui a dirmi che anche nella narrativa nessuno può dirsi al sicuro.
Sto già leggendo Under Heaven, ma qualcosa mi dice che non mi farò scappare la traduzione quando finalmente arriverà anche in Italia.