"Lock and Stock" e "the Snatch" sono per me sinonimo di puro "entertainment", pieni come sono di macchiette british-marce irresistibili come di camei altrettanto cockney come quelli di Goldie e di Vinnie Jones.
Poi, come spesso avviene a chi viene travolto da un successo imprevisto, egli si fa obnubilare dalla FIGA di turno, solo che a lui, per uno scherzo del destino che ancora non riesco a spiegare come sia potuto accadere, ne tocca una particolarmente ingombrante:
nientemeno che sua maestà Louise Veronica Ciccone.
E ciao Guy.
Perso per doveri coniugali dentro un infernale valzer di cabbale, adozioni a distanza, rapimenti travestiti da adozioni, remake con la moglie protagonista, lo si considera ormai rassegnato ad un futuro di cagnolino al guinzaglio della moglie popstar.
Ma lo wonder boy dell'action movie inglese rialza la testa, prova con "Revolver" a superare la crisi coniugale, ma non lo caca nessuno; tanto vale, a questo punto, divorziare, ed è proprio nell'anno 2008, momento della separazione da Madonna, che Guy risorge con "Rocknrolla".
A dirla tutta, il film non è ai livelli delle sue prime opere, ma la stoffa torna a farsi vedere, e soprattutto nasce una collaborazione che continuerà anche nel successivo "Sherlock Holmes", film che porta nuovamente il regista al successo di botteghino, con l'attore Mark Strong, un perfetta facciadimerda, dotata però di un personalissimo distacco anglosassone, duro nei lineamenti quanto sinistramente dandy.
Certo è che il percorso di rinascita di Guy Ritchie ha intrapreso una via decisamente più commerciale degli esordi, e gli annunciati sequel dei due film più recenti non fanno altro che rafforzare questa tesi, ma io sono convinto che questi nuova coppia di eleganti outsider riuscirà ancora a darci un po' di puro e semplice entertainment.