Magazine Racconti
Eccolo, lo spettabile vicedirettore. Sta facendo deposizione. Parla di me. Ora mi indica. Io lo guardo e gli faccio un largo, simpaticissimo sorriso. E lui mi toglie i suoi occhi. Dice che Sì, in effetti mi aveva in qualche modo incaricato di verificare dei vecchi conti, ecco, gliel'aveva ordinato il vicedirettore al quale era arrivato il comando dal direttore, al quale si sa, le cose arrivano da dove le definizioni si confondono in una nebbia mistica, ecco, ma certo non s'aspettava una roba del genere (così s'è espresso) che poi non mi ha più visto tornare, ero stato strano, sono strano, sembravo proprio un tizio strano, facevo strane cose, ed Ecco quand'era arrivata l'ora per tornarsene a casa, ecco, non gli riusciva più di aprire la porta dell'ufficio e non ne capiva il motivo, così, alla lunga ha cercato di forzarla ma lui di certo, come ammette, non ha la forza di un vicedirettore o di un direttore o di chissàcosa sta lassù, sempre più in alto, poi per l'irritazione ha cercato di sfondarla ma nienteniente quasiquasi finisce per sfondarsi una spalla e allora ha telefonato alla segretaria, quella è arrivata e gli ha gridato da fuori la porta che l'ingresso era bloccato da un muro di faldoni e allora lui ha replicato Ma che li sposti, signorina, e lei, la signorina, si è giustificata dicendo che non ce l'avrebbe mai fatta da sola, erano troppi, E allora chiami qualcuno, dice lui. E qui si ferma il racconto. Prende fiato, si asciuga il volto madido. Mi ri-guarda. Sembra un po' disgustato, quell'ingrato. E io gli tolgo il sorriso. E quello ricomincia: Sì, ecco, e allora hanno chiamato i pompieri, sissignore, i pompieri. E quelli, in otto che erano c'hanno messo un'ora a spostare tutta quella roba, che io non so neppure che gli è preso a quel signore là (parlando di me, ma senza il coraggio d'indicarmi o di guardarmi) di tentare di murarmi vivo, che gli avevo fatto, io? E poi l'abbiamo trovato in un corridoio che dormiva, sissignore, tranquillo e placido, come se niente fosse successo ed allora abbiamo chiamato la polizia ed ecco che quelli se lo sono portati via in braccio come un bambino e, per direttissima, eccoci qua. Qua-qua. Quaqquaraqquaqqà. (Questo non l'ha detto, lui. L'ho pensato io. Ma neppure io l'ho detto. Non è che si deve dire tutto quello che si pensa. E poi è meglio evitare, prima che si convincano che sono uno strano tizio davvero.)