Anche Sony, attraverso i suoi studi SOE, ha deciso di proporci un nuovo survival a tema non-morti. Tema che negli ultimi anni è tornato alla ribalta nel medium videoludico grazie anche al supporto di televisione, cinema e fumetti. Quindi, l’Apocalisse, specie nella sua variante zombie, è diventata il nuovo pozzo senza fondo da cui gli sviluppatori attingono per cavalcare la moda del momento, ma nonostante la ormai poca originalità dei titoli survival horror anche Sony Online Entertainment ha deciso di buttarsi nell’affollata mischia col suo H1Z1, gioco online dove oltre agli zombie dovremo difenderci dai giocatori per poter garantire la nostra sopravvivenza. Il gioco in futuro verrà rilasciato con la formula del free to play sia su PC che PS4, ma al momento è già disponibile in Accesso Anticipato tramite la piattaforma di distribuzione digitale Steam attraverso l’esborso, necessario per poter partecipare attivamente allo sviluppo del gioco coi propri feedback, di 19,99 €. Ma il gioco vale la candela o anche H1Z1 finirà per vagare senza metà e senza vita insieme a tutti gli altri survival horror che affollano il mercato?
H1Z1 è un titolo ancora incompleto e su questo aspetto bisogna mettere fin da subito i puntini sulle “i”. Come tutti i giochi ad Accesso Anticipato avrà bisogno di tempo affinché raggiunga il suo vero potenziale e in questa anteprima ne terremo debitamente conto; tuttavia, pur sorvolando sui vari problemi che possono e devono essere corretti con i futuri aggiornamenti, questo titolo presenta dei difetti a livello concettuale che ci lasciano dubbiosi sul futuro di H1Z1. Uno degli aspetti più controversi ed insoliti di questo MMO è l’aver reso l’iniziale fase beta disponibile solo a pagamento, mentre tale momento dovrebbe essere cruciale per lo sviluppo di un gioco attraverso i feedback dei giocatori. Tuttavia sin dal primo giorno di disponibilità H1Z1 si è imposto nella classifica dei giochi più venduti su Steam tanto che la stessa SOE ha dovuto aumentare il numero di server disponibili per far fronte ad una così grande richiesta, a dimostrazione di come il pubblico risponda ancora prontamente al richiamo degli zombie, quindi è più che lecito aspettarsi un prodotto finale che rispetti veramente le volontà degli stessi fan. Forse un tale successo farà tornare Sony indietro sui suoi passi e deciderà di proporre H1Z1 a prezzo pieno e non come free to play? È bene specificare che per il sottoscritto i F2P non sono il male, possono essere divertenti e bilanciati e al contempo fornire supporto agli sviluppatori attraverso microtransazioni non invasive e che soprattutto non facciano degenerare il tutto in un odioso pay to win. Ed è qui che sorge il più grande dubbio di questa anteprima: anche H1Z1 è o diventerà un pay to win? Contro questa nefasta tesi ci sono diversi aspetti che ci fanno ben sperare: non esiste uno store online dove poter comprare direttamente armi, equipaggiamento o cibo e acqua. Esiste tuttavia un modo per ottenere queste ultime spendendo i propri sudati risparmi, ovvero gli airdrop. È possibile richiedere il lancio di una cassa di rifornimenti che atterrerà nelle vicinanze del giocatore e che al suo interno conterrà in maniera casuale dei set con contenuti che variano dal solo cibo al solo equipaggiamento o anche armi in ordine di rarità, infatti la maggior parte delle volte sarà impossibile trovare un’arma con le munizioni e inoltre se un altro giocatore nelle vicinanze si accorge del lancio potrebbe arrivare alla cassa prima di voi e rubarvi il contenuto che voi avete realmente pagato. Tutto ciò sembrerebbe atto a scoraggiare i giocatori nello spendere soldi per poter ottenere tutto facilmente. Tuttavia se andiamo a rivedere le stesse dichiarazioni di Smedley, a capo dello sviluppo di H1Z1, scopriamo che già da ora una delle promesse fondamentali, che hanno spinto all’acquisto molte persone, è stata disattesa, ovvero “Noi non venderemo Armi, Munizioni, Cibo, Acqua”. L’aggiunta degli airdrop ha lasciato veramente l’amaro in bocca a chi ha creduto nel progetto fin dal primo momento e sembrerebbe essere un tentativo da parte di SOE di saggiare le reazioni del pubblico all’aggiunta di contenuti a pagamento. Speriamo che in futuro le microtransazioni non diventino più invasive, poiché il sistema attuale risulta essere relativamente bilanciato e soprattutto spinge il giocatore ad esplorare il mondo di gioco, però è bene sottolineare come le armi siano veramente molto rare, quindi il rischio di diventare un pay to win, specie nei server dove il PvP è attivo, risultano ancora molto alte, quindi bisognerà osservare come evolverà la politica delle microtransazioni fino al giorno della release finale.
Questi sono gli aspetti che lasciano maggiormente il dubbio sul futuro di H1Z1, quindi al momento è consigliabile risparmiare i propri soldi e attendere ulteriori sviluppi o direttamente la versione F2P, oppure si può sempre decidere di supportare gli sviluppatori senza però sapere come evolveranno le politiche del gioco nei prossimi tempi e senza dimenticare che il gioco si trova ancora in fase alpha e che sfortunatamente presenta ancora dei problemi tecnici da non sottovalutare. Una volta scelto il server di gioco, e fortunatamente ce ne sono molti anche europei, con PvP attivo, o solo PvE e scelto il nome del nostro personaggio – nome che potrà essere usato solo in quel server, inoltre cambiare server ci costringerà a creare un nuovo personaggio senza equipaggiamento ed un diverso nickname – ci ritroveremo in una parte qualsiasi della mappa senza alcun punto di riferimento. A differenza di altri survival simili, come può essere DayZ, la mappa è veramente poco originale perfino nella planimetria delle strade e nei boschi sarà impossibile capire in che direzione stiamo andando. Pur tenendo debitamente conto dello stato ancora embrionale del titolo, ma che comunque non è sviluppato da un giovane team indie composto da poche persone, le ambientazioni, i modelli delle case, delle auto, degli zombie e degli stessi giocatori sono o pochi o sempre uguali. Per quanto banale possa sembrare, le strade sono delle semplici linee rette che tagliano tutto quello che incontrano senza seguire la conformazione del territorio e il vedere case sempre uguali sia negli interni che negli esterni fa scemare velocemente la voglia di esplorare la mappa, visto che alla fine si traduce in una continua corsa da una cittadina all’altra alla ricerca di loot che probabilmente non sarà presente visto le dimensioni veramente ridotte dell’area di gioco. Purtroppo la possibilità di trovare degli oggetti è troppo bassa, ma fortunatamente la presenza in gran numero dei cespugli di more ci permetterà di non morire di fame, però quando si tratta di trovare un’arma per il corpo a corpo, uno zaino o un arma da fuoco e delle munizioni compatibili le probabilità diminuiscono esponenzialmente e saranno necessarie ore di gioco prima di trovare un buon equipaggiamento. Il problema non è la difficoltà nel reperire equipaggiamento, ma la presenza fin da ora della sopracitate microtransazioni che, con un pizzico di fortuna, sono in grado di rendere il proprio personaggio un vero e proprio Rambo. In H1Z1 vi sono anche i veicoli, ma quest’ultimi saranno sempre guasti e l’unico modo per guidare un auto sarà di avere con voi una batteria per macchine e – manco a scriverlo – trovare una batteria e poi una macchina risulterà essere una vera e propria impresa, infatti è molto raro incontrare qualcuno che guida un auto. Un altro aspetto ancora negativo da sottolineare è la totale inefficienza degli zombie. Coloro che dovrebbero rappresentare il nemico principale e, magari, costringere i giocatori ad unirsi per poter raggiungere le zone cittadine più infette ma col loot migliore, sono pochi e stupidi. L’intelligenza artificiale funziona male, gli zombie non sono reattivi, potete passarci in mezzo come se nulla fosse e solo dopo un po’ di secondi riusciranno finalmente a notare la vostra presenza e, finalmente, decidere di attaccarci, inseguirci e al massimo colpirci a causa di un colpo di lag. Tutto ciò toglie tensione al gioco e fa sì che l’unico vero divertimento sia uccidere gli altri giocatori appena si ha la fortuna di trovare un’arma. Questi sono i principali problemi tecnici di H1Z1 che assieme a scelte di design imperfette e l’ombra di microtransazioni sempre più insistenti non fanno ben sperare sul futuro del gioco. Fortunatamente ci sono anche degli aspetti positivi come la possibilità di giocare in server senza PvP, senza dover quindi temere di essere uccisi da qualche giocatore senza scrupoli, oppure la presenza di un sistema di crafting che ci permette di costruire nuovi oggetti come arco e frecce o piccole costruzioni dove depositare i nostri averi. Non ci è permesso fin da subito costruire qualsiasi oggetto, ma prima, attraverso un’apposita finestra dovremo combinare gli oggetti nel nostro inventario – fino a cinque – per potere ottenere le “istruzioni” su come craftare nuovi oggetti. Aspetti che se ben strutturati, assieme alla correzione dei diversi difetti del gioco, potrebbero far diventare H1Z1 un buon survival F2P, ma c’è ancora molto lavoro da fare e soprattutto sia Sony che gli sviluppatori non dovranno farsi trarre in tentazione dalle microtransazioni che, se al momento sono ancora accettabili, in futuro potrebbero diventare veramente fastidiose.
Anche per quanto riguarda l’aspetto grafico c’è molto lavoro da fare. La mappa risulta vuota e ripetitiva a causa di texture poco definite e un aspetto generale che rimanda alla scorsa generazione. Inoltre la continua ripetizione dei modelli 3D per qualsiasi cosa, rende ogni zona identica all’altra e oltretutto farà perdere l’orientamento al giocatore che non capirà in che cittadina si trova. Ancora peggio gli interni, con mobilio sempre uguale (e vuoto) in ogni casa e stanza. Le animazioni inoltre risultano legnose e poco realistiche e nonostante si tratti di un survival il gioco ha spesso delle soluzioni più consone ad un arcade: per raccogliere le more basta premere il tasto E senza dover attendere nessuna animazione, lo stesso dicasi per quando cambiamo arma o mangiamo del cibo. Si spera che in futuro vengano aggiunte migliori e maggiori animazioni in modo da aggiungere immersività e realismo ad un titolo che mira a diventare un survival. Nel complesso quindi anche il lato grafico necessita una gran mole di lavoro. Tuttavia confidiamo che grazie all’ampio numero di copie vendute fin da ora, H1Z1 riceverà il giusto feedback da parte degli utenti, quindi sta agli sviluppatori dare forma a questo titolo ambizioso ma che al momento necessita ancora di molte cure e bilanciamento.