Si chiama Hadia Tajik, ha 29 anni ed è una cittadina norvegese musulmana di origini pachistane. Da pochi giorni è anche il nuovo ministro della Cultura della Norvegia, paese che, anche con queste scelte, combatte con i fatti i deliri xenofobi che hanno armato la mano dell'attentatore di Oslo e Utoya Anders Breivik.
La notizia di questa investitura è stata ripresa con molto interesse dai media di tutto il mondo, musulmani e pakistani certo, ma anche da quelli italiani. Perchè?
Di sicuro un misto di orgoglio e stupore tra i musulmani dovrà esser venuto dal constatare come una loro correligionaria si sia riuscita a fare strada nella politica di un paese storicamente così lontano da loro. Ma per noi italiani? Cosa ha colpito così tanto la nostra immaginazione?
Di certo il fattore religioso c'entra, e infatti la maggior parte dei commenti che si possono leggere online dicono più o meno "che bravi questi norvegesi, così compiutamente multietnici".
E però, a rifletterci bene, dovrebbe esserci anche un altro motivo d'invidia: quello anagrafico.
La ministra è infatti una ragazza di soli 29 anni, età nella quale i giovani italiani interessati alla politica al massimo possono ambire al ruolo di portaborse di un attempato politico o, se gli va bene, a qualche seggio di consiglio comunale (solitamente di paesini molto piccoli).
Certo le eccezioni ci sono, e qui come in Norvegia alcuni tra i più meritevoli (o almeno così speriamo) riescono (o riusciranno) ad emergere: giovani, musulmani.
Ma per ora il fatto è che Hadia Tajik fa "notizia" nel nostro paese: vuol dire che c'è ancora molto da lavorare.