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ha-ha, Capability e il giardino inglese

Da Aboutgarden

Avete mai sentito nominare
o letto qualcosa a proposito degli ha-ha?

Ne ignoravo l’esistenza fino a poco tempo fa quando ho trovato il riferimento tra le pagine di un libro che racconta lo stile del giardino inglese.

Ha- Ha drawing by Felix Kelly
drawing by Felix Kelly credits

Semplicemente sono una recinzione nascosta, una barriera per evitare che gli animali selvatici penetrino nel giardino che circonda la tenuta senza alcuna interruzione di visuale prospettica. Un’ invenzione dettata forse dall’humor inglese che gioca ruolo di sorpresa in chi se la trova davanti all’improvviso (ha-ha!) dai francesi chiamata anche Saut de loup.

ha - ha
Giardino di Miromesnil,
in corrispondenza della costruzione del muro, la visuale libera ma protetta da  ha – ha
.

In realtà appena ho letto, ha -ha, pensavo si trattasse di una finzione letteraria data l’eccentricità del nome, solo quando riordinando gli appunti presi durante la visita al Jardin-potager de Miromesnil, visto ricomparire lo stesso vocabolo, ne ho verificato l’esistenza sul web scoprendo che spesso lo nominava nei suoi romanzi Jane Austin, peccato che la traduzione italiana lo sostituisca utilizzando semplicemente la parola fossato facendoci così perdere la sua conoscenza.

da Mansfield Parck capitolo 9

-After sitting a little while Miss Crawford was up again. “I must move,” said she, “resting fatigues me. – I have looked across the ha-ha till I am weary. I must go and look through that iron gate at the same view, without being able to see it so well.”-

tradotto in….

Dopo essere rimasta seduta per un po’, Miss Crawford fu di nuovo in piedi. “Devo muovermi”, disse, “riposarmi mi affatica. Ho guardato oltre il fossato fino a stancarmi. Devo andare a guardare la stessa veduta attraverso il cancello di ferro, anche se non si vedrà così bene.”

miromesnil

Il libro che mi ha fatto scoprire l’esistenza degli ha-ha è Il giardiniere inglese di Masolino d’Amico. L’autore, studioso anglista figlio della nota sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, mescola l’elemento romanzesco a quello storico in una trama costruita sull’intervista di un aspirante sceneggiatore a un professore universitario che fornisce il pretesto per raccontare la storia di Lancelot “Capability” Brown (1716-1783) considerato l’inventore del “parco all’inglese”. Individuando nei luoghi le possibilità (“capabilities”) di abbellimento, egli creò numerosi parchi privati ed ebbe l’incarico di progettare i giardini reali di Windsor e di Hampton Court..

Il libro ha ricevuto forse più critiche che elogi per l’inconsistenza della trama che non porta ad alcuna eclatante conclusione se non quella di presentare la figura di un personaggio che ha il merito di aver fatto la storia del giardino Inglese.

Ho invece molto apprezzato il libro di d’Amico perchè mi ha offerto la possibilità di conoscere la personalità di “Capability” , forse distrattamente incontrata in passate letture, ed alcuni elementi fondamentali della storia del paesaggismo inglese gettando i semi per futuri approfondimenti.

altra recensione qui e qui



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