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Ha un senso paragonare il verde pubblico di Londra e di Roma? Nessun senso. Ma noi lo facciamo ugualmente con questo grandioso post
Creato il 04 ottobre 2014 da RomafaschifoLe foto qua sotto sono di un piccolo parco per bambini vicino Regent’s park, in un punto residenziale poco a nord di Euston road, una zona semicentrale. Si noti la manutenzione dell’erba, la raccolta differenziata, il regolamento ben in vista con divieto di introdurre cani, alcolici, bici, di fumare, di giocare a palla. Notare l’ incitamento al senso di colpa per gli zozzoni che lordano il parco con gli escrementi del cane, e avviso di multa ben in vista.
Qua in basso ecco Cavendish Square, un piccolo parco a Westminster, diciamo una zona che per la sua centralità potrebbe essere paragonata alla nostra Piazza Vittorio? Si noti la cura dell’erba, le panchine pulite, fruibili da chiunque, i cestini svuotati e presenti ogni 4-5 mt, gli avvisi ben chiari ed eleganti. In terra non un pezzo di carta, non una scritta, non un adesivo. Un piacere fermarsi a leggere, respirando aria pulita, portarci anche i bambini, voi portereste ormai vostro figlio tra le bottiglie, i bivacchi e i rifiuti di Piazza Vittorio?
Bene, ma qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di aree poco affollate di turisti e quindi frequentate solo da persone del quartiere, spostiamoci allora in un punto affollatissimo, proprio sotto al London Eye, nei giardini che sono a fianco alle rive del Tamigi, dove ogni giorno milioni di turisti si fermano dopo aver passeggiato, bivaccando con panini ebevande; insomma come in tutti i punti turistici delle grandi capitali, come da noi. E allora come fa a non riempirsi di cartacce e schifezze varie? Hanno prodigiose invenzioni ultra-tecnologiche inapplicabili sconosciute in Italia? Niente affatto, ecco la soluzione: un semplice ragazzo della nettezza urbana che con una pettorina gialla raccoglie in tempo reale con un bastone prensile tutte le cartacce lasciate sul prato dai turisti e le mette udite udite in una busta! Accidenti, chissà quanto ci vorrà a brevettarlo da noi questo sistema... Insomma con un semplice stipendio, tieni pulita una vasta area dando una sensazione straordinaria ai turisti che la frequentano. Ecco dove vanno, penseranno gli operatori turistici della città, i soldi della city tax che gli ospiti di Londra pagano. I soldi della city tax (altissima, 7 euro a persona al giorno: una follia!) romana dove vanno in vece a finire?
Veniamo ora alla questione dei bagni pubblici. Avete presente quella sensazione di angoscia, quando siete a passeggiare a via del Corso o al Pantheon, che vi attanaglia nel momento in cui realizzate di dover espletare i vostri bisogni fisiologici? Dove posso andare? Troverò un bar, una gelateria dove non fingano che il bagno sia rotto? Dovrò fare la fila per urinare con comitive di giapponesi e tedeschi? Non parliamo poi della tragedia di dover fare un bisogno più consistente. Ecco, stranamente qua la possibilità che un turista possa prima o poi dover urinare o andar di corpo è concepita, e sono appositamente costruite eleganti toilettes, in ogni punto turistico, quasi un vanto! Pulite praticamente in tempo reale meglio del bagno di casa vostra, bisogna ammettere che è un quasi un piacere pagare un obolo che va dai 30 ai 50 pence per usarle!
Ecco qua sotto Leicester Square, una delle piazze più famose del centro, con la statua di Shakespeare circondata da giochi d’acqua: quando ho visto che sui due lati opposti della piazza hanno ricavato due giganteschi bagni pubblici uno per gli uomini e uno per le donne, interrati sotto la piazza e con tanto di lastra in vetro identificativa gigante che esce dal terreno, con simbolo stilizzato di un uomo o di una donna, mi sono commosso pensando a cosa devono affrontare i turisti a piazza di Spagna… Il costo è di 50 pence, ma dentro ci puoi mangiare in terra, ed è una gioia usarlo senza correre il rischio di prendere il tifo, o la leptospirosi come da noi.
Chiudiamo la serie con un altro piccolo giardino a pochi metri da Victoria Station, uno dei principali snodi ferroviari della città, zona centrale, trafficatissima come in tutte le stazioni, come se da noi fossimo a fianco della nuova Stazione Tiburtina per capirci. Vi immaginate il nostro contesto? Ecco il loro, ho potuto sedermi a leggere in attesa del treno in un ambiente pulito, ordinato, senza essere importunato da nomadi, saltimbanchi, questuanti, parcheggiatori abusivi, accattoni, senza provare la classica sensazione di paura di essere derubato del bagaglio e dei soldi, di tirare fuori il cellulare, di poggiare una borsa sulla panchina. Si notino le panchine con bracciolo centrale, anti bivacco, la presenza costante di pattumiere, vuote e di aspetto gradevole, la pulizia e la cura dei viali e dell’erba, per essere a fianco ad una stazione!
In conclusione, sebbene il tessuto urbano di Roma sia sicuramente più caotico e difficile da gestire per certi aspetti, è la mancanza di manutenzione, di regole e volontà politica di applicarle , oltre che alla condizione di perenne bancarotta in cui ormai versa la nostra città, che hanno portato alla distruzione del nostro patrimonio verde cittadino, rendendo i nostri giardini pubblici un luogo atroce, invivibile, infruibile dalla comunità. Il degrado in cui versa la manutenzione del verde romano è ormai su tutti i giornali, un vero scandalo nazionale, e concausa sicura dei recenti allagamenti che hanno recato danni per milioni di euro lo scorso inverno. Il ritorno al nostro medioevo, provenendo da questi luoghi, è noto a tutti, e sempre traumatico: l’odore lancinante di urina di cane (e non solo di cane) che impregna i nostri marciapiedi, i viali dei parchi, le panchine. Le nostre aiuole secche, spelacchiate, piene di cartacce, escrementi, fazzoletti, gomma, plastica, mozziconi luridi di sigaretta che marciscono per anni nei nostri parchi generando un danno ambientale incalcolabile, esponendoci ad aumentato rischio dimalattie. Il degrado anche visivo, a cui siamo sottoposti quotidianamente, con squallidi graffiti sulle nostre mura antiche di 2000 anni, che in questi paesi si sognano e osannerebbero come monumento nazionale nello splendore più impeccabile, e che noi lasciamo invece marcire, sbriciolare, divorare dalle erbacce, usare come pattumiera. La decadenza a cui assistiamo è specchio di una decadenza economica e anche morale in cui è precipitata la società romana, in cui manca, se mai è esistito, un senso di appartenenza a qualcosa, unificante, di amore per la propria città, di rispetto per il territorio. E’ questa la vera ricchezza, la vera libertà, un qualcosa che tutti hanno e nessuno ti puo’ togliere, che ha un valore intrinseco immenso, una ricchezza collettiva, di fruire di un ambiente gradevole, pulito, sicuro, di respirare aria pulita, di sentire di nuovo il vero odore dell’erba.
Molti dei provvedimenti mostrati nelle foto, sono banali e non certo dispendiosi o irrealizzabili, si tratta solo di avere volontà politica e coscienza civica per attuarli, nel frattempo, speriamo che almeno l’informazione e la sensibilizzazione della gente tramite anche blog come questo, possano risvegliare qualche animo. Sino a quel giorno, non resta che ammirare dagli altri con umiltà quello che noi abbiamo perso. Provvswat
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