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La trama (con parole mie): Fritz Haarmann, uno dei serial killer più feroci della storia del Vecchio Continente, che a partire dal 1918, per sei anni, uccise almeno ventiquattro giovani ad Hannover, visto dallo studioso Theodor Lessing, suo contemporaneo, nel periodo del processo che lo vide protagonista tra il 1924 e il 1925, anno della sua esecuzione.Un ritratto che è una panoramica di un'epoca dura e selvaggia, e che tocca i concetti più alti di Legge e Morale così come l'esigenza di "fotografare" il mostro in ogni suo aspetto, dal suo passato ai delitti, dalle passioni incontrollabili alle miserie figlie della sorte, delle sue connivenze con le forze dell'ordine e del caso.Un saggio che pare una cronaca di fiction in grado di mostrare l'orrore di un assassino spietato e feroce - nel senso animalesco del termine - senza risparmiare al lettore le parti più tecniche così come le opinioni personali.
Il recente e ritrovato interesse per il fenomeno dei serial killers risvegliato nel sottoscritto da Io ti troverò ha avuto un'ottima prosecuzione con un saggio dal piglio romanzesco che ebbi in regalo da mio fratello almeno una decina d'anni or sono, e che fino ad ora era rimasto lì a guardarmi dalla libreria, in attesa che fossi pronto a raccoglierlo: Haarmann - Storia di un lupo mannaro affronta la figura di uno dei più terribili assassini seriali che il Vecchio Continente abbia mai conosciuto - almeno nell'ultimo secolo -, quel Fritz Haarmann che imperversò per le strade di Hannover nei primi anni venti uccidendo e smembrando giovani adolescenti dopo averne abusato sessualmente e che ispirò, tra gli altri, Fritz Lang per il suo Capolavoro M - Il mostro di Dusseldorf.Theodor Lessing, conterraneo e contemporaneo di Haarmann, seguì da vicino il caso e partecipò come cronista al processo che portò alla condanna a morte del mostro, senza risparmiarsi dure critiche alla conduzione dello stesso ed al comportamento delle forze dell'ordine - delle quali Haarmann era un prezioso informatore, e che in più di un'occasione sorvolarono sulle segnalazioni che lo riguardavano di fatto rimandandone la cattura -, arrivando ad essere allontanato dall'aula di tribunale subendo pressioni dall'Università di Hannover - dove insegnava - affinchè il suo accanimento nella ricerca della verità per ogni aspetto della vicenda subisse un ridimensionamento.Ovviamente, è interessante scoprire il punto di vista di qualcuno che visse i tempi del protagonista della vicenda da molto vicino, specie se questo qualcuno mostra segni di una vivacità di penna ed intellettuale fuori dal comune - Lessing, che con l'ascesa di Hitler si schierò apertamente dalla parte degli ebrei perseguitati, fu ucciso da sicari nazisti soltanto qualche anno dopo, nel 1933 -: tra le pagine di questo lavoro trovano infatti spazio opinioni profondamente emotive dell'autore - che non nasconde il fatto che un mostro come Haarmann debba essere fermato, e che la cosa più giusta sarebbe lasciarlo nelle mani dei genitori dei giovani uccisi - così come posizioni equilibrate e senza dubbio molto avanti con i tempi - lo studioso manifesta grande fiducia in un futuro in cui la Legge possa garantire il massimo equilibrio possibile nel suo esercizio e in cui la pena di morte sia considerata un'assurdità -.In questo senso, oltre alla cronaca terribile di tutti e ventisette i casi di omicidio che vennero presi in esame nel corso del dibattimento e che videro il "lupo mannaro" Fritz - come spesso è definito da Lessing, che associa il giovane amante e spalla dell'assassino Hans Grans, anch'egli processato, ad una volpe -, è interessante seguire l'analisi dello scrittore riferita alle colpe della società e alle sue responsabilità in casi come questo: gli anni in cui Haarmann imperversò ad Hannover, infatti, furono segnati da una pesantissima crisi economica che mise in ginocchio l'intera Germania - già provata dalla catastrofe che fu la Prima Guerra Mondiale -, che generò in città di passaggio e scambio come per l'appunto Hannover numerosissimi focolai di criminalità, contrabbando e vite vissute alla giornata che non fecero altro che favorire un elemento come il colpevole di questi delitti, coperto come se non bastasse dal suo ruolo di informatore e dai traffici di vestiti e di carne che furono poi alla base dell'indagine che portò al suo arresto.La parte conclusiva, un accorato sfogo in cui l'autore abbandona i panni del cronista per trasformarsi in un libero pensatore, rende a fondo l'idea del dolore che un avvenimento di questa portata provocava nel suo stesso cuore: il suggerimento di trasformare la data dell'esecuzione di Haarmann in un giorno di lutto e celebrazione della memoria delle sue vittime e monito di un insuccesso di tutta la società lascia attoniti sia per la partecipazione con la quale è portato sulla pagina, sia per la profondità dell'approccio di Lessing, che pur essendo ben conscio della sua volontà di uomo di impedire al mostro di tornare a nuocere - giustificando, in una certa misura, il desiderio di vendetta dei genitori delle vittime nei suoi confronti - vorrebbe per lo stesso un processo equo ed un lavoro di riqualificazione dell'intera società che non fosse soltanto un'esecuzione atta ad eliminare il "bersaglio grosso" senza non curarsi di tutti quegli aspetti - sociali, fisici e mentali - che potrebbero aver esacerbato una Natura già incline al crimine e al delitto.Un'opera forse non per tutti, ma perfetta per comprendere la stratificazione di cause dietro a personaggi come Haarmann, che dipinge ogni loro successo nel compimento dei delitti e nella soddisfazione delle loro pulsioni più selvagge come una sconfitta per la società che li ha, in qualche modo, cresciuti ed accompagnati alla loro maturità criminale.
MrFord
"Oh the werewolf, oh the werewolfcomes stepping along
he dont even break the branches where hes gone
once I saw him in the moonlight, when the bats were a flying
I saw the werewolf, and the werewolf was crying
cryin nobody knows, nobody knows, body knows
how I loved the man, as I teared off his clothes."
Cat Power - "The werewolf song" -
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