Nel 2003, durante la guerra in Iraq le forze americane dopo aver liberato Baghdad andarono alla ricerca di Saddam Hussein Al Tikriti, colui che aveva gassato i curdi e fatto una decennale guerra contro l’Iran di KHomeyni, causando migliaia di vittime. All’inizio non lo trovarono, ma dopo un pò, riuscirono a stanarlo e lo consegnarono alla giustizia del suo paese, che lo processò e lo condannò a morte. Fu una decisione del governo di transizione iracheno che per questo venne criticato aspramente da vari paesi occidentali tra i quali l’Italia. In risposta alle critiche le autorità irachene dissero che anche Mussolini era stato ucciso nello stesso modo (dimenticandosi che il duce non venne processato ma fucilato all’istante dal comandante “Valerio” partigiano comunista) eppure nemmeno in quel caso riuscirono a far ripartire il paese. Morale della favola: Usama Binladen è morto e siamo di nuovo al punto di partenza, perché per una ragione o per l’altra il terrorismo islamico ci colpirà ancora, e anche senza Bin Laden e Al Qaeda, i terroristi islamici torneranno a casa nostra per colpirci dovunque ci troviamo, e oltre a colpire noi colpiranno le persone normali che con il terrorismo islamico non vogliono avere niente a che fare. Finché non si dirà che il movente che porta una persona ad uccidere tremila ottocento persone per volta con una bomba, è la religione, e finché non si ammette che bisognerebbe mettere in discussione il corano, così come è stato fatto con la bibbia, avremmo ancora aspiranti kamikaze pronti a massacrare le persone normali che vogliono vivere una vita normale, che non vogliono sentirsi assediate da chi contesta a loro di essere liberi da dogmi o superstizioni. In nome di un libro mai discusso, mai rivisto, si esorta ad uccidere le persone normali, a prendere per strada bendarle e tagliarle la testa con un coltello da macellaio, in onore a diversi versetti del corano, che oltre a dare cattivi esempi, tacciano di eresia le altre religioni, come il cristianesimo. Dunque la morte di Bin Laden, non cambia il disegno di quei milioni di musulmani che vorrebbero imporre la loro cultura a casa nostra. Con ciò non dico che chi decide di abbracciare la religione del profeta- guerriero, non né abbia il diritto. Né che i cristiani debbano venire nei paesi arabi ad imporre l’evangelo. Chiedo solo che se una persona ha una fede diversa da quella della maggioranza, non pretenda di imporla a tuto il popolo. Che nessuna donna, specialmente se è bambina, venga molestata dentro le mura di casa, solo perché porta i blue jeans, o rifiuta il matrimonio combinato. Chiedo solo che chi decide di vivere liberamente la propria vita, non venga osteggiato. è chiedere troppo? Comunque anche se Al Qaeda si dovesse sfaldare, di Osama, Al Zarqawi o KHomeini, ne nasceranno altri. Di persone che si fanno saltare in aria per ottenere un paradiso perfetto, invece di desiderare di restare in terra e fare un lavoro migliore tipo il cantante, l’attore, o il calciatore, ne arriveranno. E finche non si getterà a terra la maschera dell’ipocrisia sulla questione islamica, rimarrà tutto come prima. Altri emuli di Osama sono pronti per colpire l’occidente avanzato e democratico (con tutti i suoi difetti le sue incertezze,le sue baruffe interne, ma pur sempre democratico) che produce il progresso che i musulmani non vogliono, o che tentano di soffocare ogni volta che una voce eretica si leva tra di loro, come è accaduto nella storia dell’islam. Non tarderanno ad avanzare gli eredi del terrorista più ricercato del mondo. Anzi si ingegneranno per continuare a portare fin nel cuore dell’Europa, la loro cultura, per distruggere la nostra. Non serve chiamarsi Osama per spaventare l’occidente o un’altracultura che ha una fede diversa dalla tua: basta applicare in toto tutto ciò che ti dicono e non discutere, perché sennò fai la fine dell’agnello: vieni ucciso. Ora incominciamo a meditare, vi dò un indizio su cui meditare così vederete che non sono prevenuto: Margareth Hassan.
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