Usa - 2008 di Lasse Hallström con Richard Gere e Joan Allen
Gere è attore non protagonista (peraltro part-time) di una pellicola che, con tanto zucchero e poca trama, sventola fiera l’amore verso gli animali. Il film è dannatamente immobile, forse per la fisiologica carenza di dialoghi, e i personaggi sono abbastanza scarni. Unica eccezione proprio la figura di Gere, pseudo-incarnazione della crisi da matrimonio che si riversa nell’interesse verso gli animali. La pellicola – tratta da una storia vera - si ispira alle molte vicende di cronaca che descrivono l’immortale amicizia tra l’uomo e il suo cane, ma nel tentativo di essere verosimile perde spesso l’attenzione dello spettatore. La svolta sembra essere dietro l’angolo, ma in realtà l’accelerazione non arriva mai e alla fine del film la percezione dell’incompiuto persiste. A sipario sciolto si comprende il presunto intento del lavoro, cioè quello di utilizzare la storia di un eroe canino come cornice per il dramma umano. E la carrellata finale di ricordi sembra dare maggior peso a questa tesi. Buona l’idea, mediocre lo svolgimento.