Parlare di cyber truffe solo per l’Italia non ha senso, diranno in molti. Ormai il web ha davvero abbattuto i confini nazionali, soprattutto in fatto di criminalità. Tuttavia possiamo trovare delle peculiarità per ciò che riguarda la realtà del nostro paese.
Alcune fra le maggiori istituzioni mondiali hanno messo in agenda la questione del crimine informatico. Le forze di polizia si aggiornano sui metodi per combattere questi attacchi. L’attenzione è massima anche nel nostro paese, che se da una parte soffre di alcune arretratezze e ritardi tecnologici, dall’altra è un grandissimo fruitore di nuove tecnologie, soprattutto nel campo mobile. A un recente convegno dal titolo:”La sicurezza come valore nei sistemi digitali“, il presidente di Telecom, Franco Bernabè è intervenuto con una frase piuttosto emblematica:
Il problema hacker è sottovalutato, e le istituzioni non hanno attenzione. Il problema viene riconosciuto, ma poi non viene affrontato.
Per cercare di capire ancora meglio la situazione in Italia, abbiamo raccolto alcuni esempi di truffe informatiche in relazione agli altri paesi:
Germania
A volte il pericolo maggiore proviene proprio da dove meno ci si aspetta. Più volte sanzionato dall’AGcom per pubblicità ingannevole, il Registro Italiano in Internet è diventato famoso nell’ambiente web italiano perché annualmente invia delle lettere fasulle agli utenti italiani proprietari di domini .IT, spacciandosi per essere l’organismo italiano responsabile delle gestione dei domini .IT. Le lettere, cartacee, richiedono una verifica di correttezza dei dati di iscrizione e il pagamento per la registrazione (una truffa al limite tra il legale e il criminale). Il vero registro italiano è quello gestito dall’Istituto di Informatica e Telematica del CNR di Pisa, che non chiede denaro.
Africa
Alcune delle truffe di cui gli utenti web italiani posso cadere vittima provengono da paesi africani, spesso dalla Nigeria, uno dei paesi più grandi e con maggiori punte di ricchezza. Questa di cui vi parliamo viene dal Camerun ed è riportata proprio sul blog del consolato italiano: si tratta di annunci riguardanti la cessione a titolo gratuito, vendita o adozione di varie razze di animali come cavalli, cani, soprattutto pappagalli, ma anche di beni come olio di palma, carbone, etc… Con la scusa dell’occasione vengono richiesti denaro o documenti per lo svolgimento delle attività commerciali.
Vaticano-USA
Poco prima della cerimonia di beatificazione di Papa Wojtyla, l’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano ha scoperto un sito in cui si mettevano in vendita biglietti falsi per la cerimonia di beatificazione al prezzo di 166 euro (più IVA). Il sito era registrato negli Stati Uniti, ma le indagini hanno permesso di individuare un cittadino americano, residente in provincia di Roma, già conosciuto dall’Ispettorato Vaticano come intermediario di affari e guida turistica priva di autorizzazione.
Questi sono solo alcuni degli esempi di truffe online in cui ci si può imbattere quando si naviga in lingua italiana. Ne conoscete altre? Raccontateci le vostre storie di frodi informatiche all’italiana.