Siamo certi che una notizia del genere non sarà facilmente recepita dai milioni e milioni di persone amanti dei gatti in tutto il mondo. Eppure, secondo alcune evidenze scientifiche, il possedere un gatto, ed averne quindi un contatto diretto per molto tempo e soprattutto da un’età infantile, espone la persona ad un rischio maggiore di contrarre malattie mentali.
La ricerca scientifica che ha evidenziato questa particolare correlazione tra la salute mentale ed i felini si deve agli studiosi dello Stanley Medical Research Institute del Maryland, secondo i quali nelle famiglie in cui si rileva la presenza di un gatto sin dall’infanzia, si manifestano maggiori evidenze di soffrire di patologie mentali. Lo studio pubblicato sulla rivista Schizophrenia Research motiva la relazione con la presenza di un parassita che viene veicolato dall’animale: il batterio Toxoplasma gondii. Dopo aver analizzato i risultati dei questionari somministrati a più di 2000 famiglie, i ricercatori hanno confermato che in più del 50% dei casi in cui si manifestava una patologia mentale, la persona coinvolta aveva posseduto un gatto da bambino. In realtà i ricercatori non hanno ancora intuito qual è il reale meccanismo di contagio tra l’individuo e il felino, ma possono confermare che nel momento in cui il parassita entra nel cervello del bambino perchè trasferito dall’animale si favorisce il sopraggiungere della patologia schizofrenica che si manifesterà dall’età adolescienziale in poi.
- Ricerca di: Stanley Medical Research Institute
- Pubblicata su: Schizophrenia Research
- Conclusione: I gatti sono portatori di un parassita pericoloso per la nostra salute mentale