Insomma, sì, diciamolo. E' uscito il goloso concorso per diventare, a tutti gli effetti e per tutta la vita, funzionario europeo. Sarà un test a ragionamento "numerico e verbale", al cui confronto le domande a crocette della patente erano meno casuali, a decidere delle sorti dei circa 50.000 speranzosi che da ogni angolo dell'Unione sognano uno stipendio da favola dove non esistono le tasse, ci sono tante vacanze, benefit di ogni genere, e una vita lavorativa che non richiede -dicono- un superlavoro cerebrale costante.
Impossibile sottrarsi. Anche i duri e puri, che dicono con presunzione "alla Commissione mai" e rivendicano il sudore del famigerato "private sector", poi, nel segreto della loro cameretta, compilano il form online e cliccano su send.
I più convinti hanno già iniziato a studiare da mesi, ripetendo i test "numerici e verbali" all'infinito, nella speranza che in quei venti minuti capitino proprio le stesse domande, con gli stessi numeri. Gli altri si trascinano, rimandano, e poi si daranno da fare giorno e notte prima del fatidico giorno, abbandonadosi al fatalismo nel ripetersi, "tanto è destino".
Schiacciati sempre di più fra l'affitto e gli ideali, qualcuno si affida al concorso alla Commissione come un'ascia che darò un taglio risolutivo alla propria vita. Se si entra, non si può dire di no. Si ammazza la fantasia, si compra la maison de maitre e si cerca un fidanzato/a belga/con CAP attorno al 1000. Se non si entra, si tira un sospiro di sollievo, le possibilità ancora tutte aperte, liberi come farfalle svolazzanti fra una consultancy e l'altra. E di riprovare al prossimo giro.
Quello che colpisce è la diffusa assenza di entusiasmo dei giovani aspiranti funzionari. O è tutta una tattica per scoraggiare gli avversari a partecipare, o la Commissione è davvero percepita come un suicidio della personalità in nome di una sicurezza che questo mondo in crisi non è più in grado di offrire. A fronte delle mi recenti esperienze lavorative, mi sento di concludere che se il suicidio deve avvenire, tanto vale che sia ben pagato.
Lettura consigliata: dal blog dell'ottimo e britannico Jon Worth, il diario dei suoi tentativi (per ora falliti) di entrare in Commissione.