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Hai voluto la bicicletta?

Creato il 26 ottobre 2011 da Martahasflowers
Hai voluto la bicicletta?
Che avesse un caratterino incazzoso l'ho capito subito.
Non era ancora nato del tutto,
nel senso che si era affacciato al mondo solo con la testa,
il resto del corpo ancora al sicuro dentro di me,
e già strillava come un'aquila ferita.
Perfino le ostetriche se la ridevano a vedere quella testina così furibonda,
grate che quel bambino fosse mio e non loro.
Da allora le sue crisi d'ira sono state ricorrenti,
ma per fortuna pronte a scomparire in un attimo,
così come in un attimo erano venute.
In questo periodo di difficoltà varie, poi, mi sta usando come sparring partner,
o come un gatto usa la sua colonna per rifarsi le unghie.
Da qualche tempo, però, c'è un momento della giornata in cui si trasforma in un bambino di quelli che lo vorrebbero tutte.
La mattina, quando lo metto sul seggiolino della bici
(dieto, mamma, ora sono gande),
mentre pedalo tra le auto,
concentrata a tagliare le rotaie del tram,
c'è una vocina dietro di me che mi avvolge,
delicata e allegra.
Ogni mattina, andando all'asilo, Ettore canta.
Canta canzoni che si inventa,
parole che non esistono,
melodie che seguono il ritmo del mio pedalare.
Io non devo dirgli niente
(altrimenti, ovvio, si arrabbia),
nessun commento,
nessuna domanda.
Devo solo ascoltare.
Incantata da questa piccola,
inaspettata serenata.

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