Magazine Cultura
(Note di lettura, 1965)Libro degli haiku non ancora completato, ma il mio ultimohaiku è il più bello: Cavallo Pazzo guarda verso Nord con occhi pieni di lacrime – Nel turbine della prima neve…vorrei raccogliere tutti gli haiku dai miei taccuini e farne un libro…
Lettere a Lawrence Ferlinghetti(23 ottobre – novembre 1961)
(clicca sulle immagini per ingrandirle)
Acqua in una pozza
-che osserva
I cieli fradici
Ape, perché continui
a fissarmi?
Non sono un fiore!
Mao Tse-tung si è preso
troppi Funghi Magici
Siberiani quest’autunno
Quieta notte lunare-
Vicino di casa che guarda
Nel telescopio; - “Ooo!”
Calcio mancato
allo sportello del frigo
Ad ogni modo, s’è chiuso
Alba, una stella cadente
-Una goccia di rugiada cade
Sulla mia fronte!
Protetta dalle nuvole,
la luna
Naviga in sogno
Sul retro del supermercato,
fra le erbacce del parcheggio,
Fiori color porpora
Guardando furtivamente la luna
di gennaio, Bodhisattva
fa una pisciatina in segreto
Ignorando il mio pane,
l’uccello sbircia
Nell’erba
Luna d’agosto-oh
sento un bollore
Su per le cosce
Ho raccontato una barzelletta
sotto le stelle
-Nessuno ha riso
La falena addormentata-
non sa
Che le luci sono di nuovo accese
Rileggo i miei appunti-
La mosca si sposta dalla
Pagina al dito
Scalzo in riva al mare,
mi gratto la caviglia
con un dito del piede
Le stelle corrono
a tutta velocità
Attraverso le nuvole
Chi avrebbe immaginato
che la luna di gennaio
Potesse essere così arancio!
Un grosso fiocco
di neve
Cade per conto suo
Finita la pioggia, battiti sul legno
-una ragnatela
a cavallo dei raggi di sole
Sprofondato sulla seggiola
Ho deciso di dare all’haiku
Il nome di Pop
Dondolandosi sull’esile perno
la foglia d’autunno
Quasi si stacca dal gambo
Non ci credereste
quant’ero ignorante
Fino a ieri
Raccogli una tazza d’acqua
dall’oceano:
Lì mi troverai
Foglie che cadono dritte
Nella mezzanotte senza vento:
Il sogno di cambiare
Che si vada per sentieri differenti,
o per lo stesso-
La luna ti segue ovunque
Nubi bianche su questo pianeta delle nebbie
intralciano
La mia visione del vuoto blu
Una zanzara di primavera
non sa nemmeno
Come si fa a pungere!
Perché avrei dovuto aprire gli occhi?
perché
Lo volevo
Sono così folle che potrei staccare a morsiLe cime delle montagne
Sesso-sbattersi per procreare laddoveLa provvidenza lo permette
Un fremito, un’ombra- Un urlo-Il balenare d’un lampo
Arriva la primavera, Già, tutto il necessarioPer i sospiri
La mia mano, Una cosa pelosa,che s’alza e s’abbassa con la mia pancia
L’albero che ondeggia Nella luce lunareSa della mia presenza
Foglie che s’azzuffano con il cielo vuoto-Nessuna nuvole le aiuta
Mi sono svegliato -due mosche si azzuffavanoSopra la mia fronte
Sotto una grande bufera che seppellisce ogni cosaIl mio gatto è fuori a cercar compagnia
Sotto una grande bufera che seppellisce ogni cosa-Il mio gatto è tornato indietro
Due nubi si baciano e si ostengono guardandosiL’un l’altra
Un fiore sull’orlo di un dirupoAmmicca al canyon
La seggiola estiva si culla da séNella bufera di neve
LA LAMPADINA
IMPROVVISAMENTE S’E’ SPENTA-
FINE DELLA LETTURA
La Beat Generation è una generazione lanciata nell’eternità…L’ultimo tremore di una foglia nel suo essere tutt’uno con ogni tempo, un improvviso bagliore rosso d’autunno....La Beat Generation sa tutto degli haiku…The Beat Generation, 1958
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Jack Kerouac, Il libro degli haiku, trad. di Silvia Rota Sperti, Mondadorii testi e le immagini originali sono tratti da un'edizione speciale del Sole 24 ORE "I grandi poeti - Kerouac" (volume 17)
[ Kerouac, avvicinatosi alla cultura buddhista, scopre la bellezza degli haiku giapponesi, poesie di sole 17 sillabe in grado di condensare un intero quadro di vita in soli 3 versi. Rimane folgorato dalla freschezza e la rapidità di questa forma espressiva, congeniale al suo gusto per la concisione poetica e ai temi che gli stanno a cuore, l’eternità e l’impermanenza, e ne scrive centinaia, in un periodo compreso tra il 1956 e il 1966, annotandoli su diversi taccuini che portava sempre con sé, per non perdere la possibilità di fissare lo stupore per un attimo isolato dagli altri, la volontà di fissare l’armonia prima che essa scompaia. Scrive Regina Weinreich, che ha curato la pubblicazione postuma de Il libro degli haiku, “Trovare questi haiku è stato un po’ come estrarre oro dal metallo grezzo. Molti di essi – un migliaio circa – erano incastonati in frammenti di prosa, appunti, perfino indirizzi di conoscenti. Altri sono apparsi più volte nell’opera di Kerouac, riutilizzati nelle più svariate occasioni”. Gli haiku di Kerouac sono lampi di pura illuminazione in cui il grande scrittore riesce a reinventare un genere totalmente nuovo, liberandolo dal vincolo delle 17 sillabe, che può costringere il processo creativo, e lo adatta alla sua immensa creatività. L’antologia presenta infatti diversi tipi di componimenti: alcuni seguono fedelmente i temi della tradizione, altri la deridono, scherzano, altri ancora sono trampolini di lancio per la fantasia dell’autore. Sono questi gli haiku più interessanti di Kerouac: brevi storie appena accennate, scritte con l’acquarello, dipinte con rapidi tocchi.
L’occhio di Kerouac si posa per un attimo nella bellezza del singolo istante e poi fugge altrove.Infine, aggiungo (ho finito, giuro!), è un peccato che nella traduzione si perda gran parte della musicalità dei versi di questo matto genio americano, attentissimo al suono di ogni singola parola, non il rispetto di forme espressive convenzionali ma essenziale, per lui, è la musica “Il ritmo con il quale tu ti getti sui tuoi propositi determina il ritmo della poesia, sia che si tratti di una poesia con le righe separate in versi, o che sia una poesia con un’unica riga infinita chiamata prosa”. ]
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