Magazine Cultura
Una storia per immagini
Hispaniola, Santo Domingo, Haiti... Tre nomi per una perla delle antille che la storia si accanisce a trasformare in isola maledetta. (Testo: Bernard Léchot, traduzione Michela Montalbetti / Immagini: archivio, AFP, AP, Bernard Léchot, Center for Justice and Accountability, Thomas Kern, Naval research Laboratory, Wikipedia)
Fino alla fine del XV secolo l'isola è popolata dagli indigeni Tainos, Arawaks e Caraibes. Ayiti, nella lingua Tainos, significa la «terra delle montagne alte».
Cristoforo Colombo approda sull'isola il 6 dicembre 1492. Poiché crede di essere in Asia, gli isolani sono per lui 'indiani'. Battezza l'isola «Isla Española» perché gli ricorda la Castiglia. Da qui deriverà il nome «Hispaniola».
Nel XVII secolo bucanieri e pirati francesi si stabiliscono sull'isola della Tortuga, ad ovest di Hispaniola. Attraverso questo punto strategico, la Francia si impossessa della parte occidentale dell'isola che nel frattempo era diventata Santo Domingo. L'occupazione è resa ufficiale nel 1697 dal Trattato di Ryswick.
La colonia diventa la più florida dei territori francesi oltre oceano. Gli schiavi neri, che hanno sostituito gli indigeni decimati dagli invasori, lavorano nelle piantagioni di caffé e canna da zucchero. Il Code Noir di Luigi XIV (1685) regola il sistema.
Sono loro a portare nelle Antille la cultura vudù che segnerà Haiti così come Cuba, Brasile e Nuova Orleans.
La ricca colonia di Santo Domingo è soprannominata la perla delle Antille. Coloro che ci vivono o che transitano per i suoi mari invece si devono confrontare con la forza distruttrice dei cicloni.
Grazie all'abolizione della schiavitù sancita dalla Rivoluzione francese nel 1793, l'ex schiavo Toussaint Louverture si allea alla causa francese. In seguito lotta per l'istituzione di un 'potere nero' indipendentista nell'isola.
Toussaint Louverture assume il titolo di governatore generale a vita nel 1801. Ma, per ordine di Napoleone Bonaparte, viene arrestato nel 1802. Napoleone reintroduce la schiavitù. Louverture muore nel 1803 nel Fort de Joux sulla frontiera franco-svizzera.
Sotto la guida di Jean-Jacques Dessalines, gli indipendentisti espellono le truppe francesi. L'indipendenza è proclamata il 1°gennaio 1804 e il paese viene chiamato Haiti, in riferimento al nome arawak. Haiti è la prima repubblica indipendente formata da una maggioranza di neri. Haiti, una cultura...
Il lato spagnolo dell'isola diventa «Repubblica dominicana» solo nel 1844. Nel frattempo ad Haiti imperversano guerre civili e colpi di stato. Nel 1915 gli Stati Uniti occupano il paese. Rimangono fino al 1934. Nell'immagine, il presidente haitiano Sténio Vincent e Franklin Roosevelt a Cap-Haitien.
Nel 1937, decine di migliaia di haitiani che vivono nella Repubblica dominicana sono massacrati su ordine del presidente dominicano Rafael Trujillo. Nel 1957, inizia l'era Duvalier con l'elezione di François Duvalier («Papa Doc») che rimarrà al potere fino alla sua morte nel 1971.
Mascherandolo da proletariato nero e anti-americanismo, Duvalier istituisce un vero e proprio regime del terrore marcato dalle azioni dei militi del regime soprannominati «Tontons macoutes».
La dittatura Duvalier causa un importante esodo dei cervelli che alimenta la diaspora haitiana. Ancora oggi questa diaspora sostiene ampiamente l'isola d'origine.
Sull'isola continua la tirannia con Jean-Claude Duvalier («Baby Doc»), successore del padre.
In questi giorni questo ”brav’uomo” è rientrato a Port au Prince per portare aiuto al suo popolo!?!?
Dittatura e violenza rimangono associate al nome Duvalier, padre e figlio.
Nonostante la fuga di Jean-Claude Duvalier nel 1986, Haiti non prende il corso della democrazia. Si susseguono diversi regimi di stampo militare, nel 1990 è eletto il prete rivoluzionario Jean-Bertrand Aristide, deposto da un colpo di stato nel 1991.
In segno di protesta viene istituito un blocco economico internazionale. L'economia haitiana sprofonda ulteriormente. La corruzione e la miseria si diffondono sempre più.
Nel 1994, l'intervento degli Stati Uniti riporta Aristide al potere. Ma il carismatico prete si trasforma anch'esso in tiranno. I militi di Aristide, i «chimères», sostituiscono i «Tontons macoutes» dei Duvalier.
Nel 2004, Aristide è costretto a lasciare Haiti. Gli succede René Préval che è già stato presidente dal 1996 al 2000.
Nello stesso anno, l'ONU istituisce la MINUSTAH, la Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti. I locali della missione vengono distrutti dal terremoto del mese di gennaio 2010.
Caos, autoritarismo, corruzione...
... e grande esodo rurale nelle città. In 40 anni, gli abitanti di Port-au-Prince sono passati da 400 000 a 3 milioni. Nella città proliferano le bidonville e le zone senza legge.
Su quest'isola alla deriva, la natura imperversa e aumenta l'ingiustizia. Dal 1900 ad oggi, ad Haiti si sono registrate una sessantina di grandi catastrofi naturali.
Anche l'inizio del terzo millenio è stato segnato da disastri: inondazioni fatali nel 2004, uragani distruttivi nel 2008.
E il terribile terremoto del 12 gennaio 2010.
'Gade couman la mizè fini pou’ nous. La pli tombé, Maïs poussé, Toute ti moune qui grand gout prallé mangé' cantava il musicista haitiano Frantz Casseus in 'Merci Bon Dieu'. 'Guarda come la miseria è finita per noi. La pioggia è caduta, il granturco cresce. Tutti i bambini affamanti potranno mangiare.'
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