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Halloween Writing Contest - Tema: Thun in Tutù

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Halloween Writing Contest SvolgimentoHalloween Writing Contest - Tema: Thun in TutùDa quando Miss Paola le aveva fatto quella promessa aveva perso dodici chili. Aveva rinunciato alla nutella, al kinder pinguì e al ragù della mamma. Quello che per farlo, la domenica, ci impiegava quasi tutta la mattina. Aveva spostato la casa delle bambole da camera sua e aveva lasciato il posto ad un tappetino, sul quale ogni mattina, prima di andare a scuola, faceva gli esercizi che le erano stati assegnati dall'insegnante di danza. Se fosse riuscita a perdere peso, se fosse riuscita a non sembrare un angioletto Thun, pacioccone, simpatico ma piuttosto sgraziato, avrebbe potuto stare in prima fila al saggio di Natale! Thun in tutù, proprio così la chiamavano le sue compagne del corso. Quando era più piccola non ci faceva poi tanto caso, anzi le piacevano tutti quei pizzicotti che amici e parenti amavano darle sulle guance rosee e piene. Ma a sedici anni, e col sogno di danzare sulle punte, quelle manifestazioni d'affetto erano diventate una condanna. Dodici chili aveva perso, e gran parte del suo innato buon umore. Stringendo la cartellina sulla quale aveva annotato il proprio peso per quasi sette mesi, arrivò davanti a Miss Paola trattenendo il respiro. L'insegnante scorse la lista con l'indice e le sorrise. Quella reazione le scaldò il cuore e, mentre si cambiava con le altre, riprese a sperare: era il gran giorno. Miss Paola avrebbe assegnato quella sera l'ordine di palco e i ruoli per il saggio. Ad una ad una, le sue compagne, vennero chiamate e quasi non riusciva a sentire i nomi successivi, per gli schiamazzi di gioia che quelle galline bercianti facevano. Il suo, tuttavia, lo sentì benissimo. In fondo a tutti. Era l'ultimo. Le sarebbe toccato l'ultimo posto nell'ultima fila. Così vicino alle quinte che la mamma e il papà avrebbero dovuto fare miracoli per poterla riprendere con la telecamera. Non disse nulla. Riusciva a pensare solo a tutti i Kinder Pinguì a cui aveva dovuto rinunciare. Quella stessa sera, a casa, passò un'intera mezzora nel capanno degli attrezzi del padre.Al successivo appuntamento preferì andare al corso di danza in autobus. Si era fatta dare i soldi del biglietto e con buon anticipo si era messa ad aspettare sulla banchina. Arrivarono alcune compagne e la salutarono con fare canzonatorio: "Che hai nel borsone? Hai finalmente trovato il tutù gigante che ti sta comodo?" E ridevano. Arrivata a danza attese che tutte si fossero cambiate. Ammirò di ciascuna l'eleganza che andava facendosi matura, con le giuste proporzioni tra gambe, braccia e i leggeri accenni di seno. Tutto in lei era invece fuori misura. Seduta su una panchina dello spogliatoio prese dalla sua borsetta un Kinder Pinguì e ne assaporò ogni morso. Le altre avevano già iniziato il riscaldamento. Nella sala si diffondevano le armoniose note del "Lago dei Cigni". Con cura e attenzione, invece del proprio tutù, estrasse dal borsone la motosega del padre. Quella che usava per potare gli alberi del giardino. Tirò diverse volte la corda del motorino prima che questo iniziasse a bruciare miscela e a riempire di fumo lo spogliatoio. Cominciò con un braccio di Miss Paola, che finì a terra poco distante dai suoi piedi mentre gli schizzi di sangue avevano macchiato tutti i fogli dei suoi appunti. Poi spinse con forza nel ventre di una compagna. Altro sangue che, finito sui suoi occhiali, le impediva di prendere nuovamente la mira. Una mano. Un altro braccio e poi ancora una gamba, recisa di netto appena sotto il ginocchio. Quelle che urlavano di più si beccavano un colpo di motosega anche in faccia, così almeno poi stavano zitte.
Quando ebbe finito il giro, accertatasi di essere l'unica che potesse ancora affrontare un pliè, un dégagés o grand rond de jambe, fece ripartire il cd con la musica di Čajkovskij e, davanti ai grandi specchi della sala, iniziò a volteggiare, sorridere e far grandi inchini agli immaginati applausi del folto pubblico.Ermelinda Frangisponde

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