Halo 3: ODST torna in alta definizione - Recensione - Xbox One

Creato il 08 giugno 2015 da Intrattenimento

Halo 3: ODST in versione remastered arricchisce ulteriormente la già massiccia offerta di Halo: The Master Chief Collection

Nato come progetto secondario per poi diventare un titolo vero e proprio, Halo 3: ODST è ambientato tra Halo 2 e Halo 3 nel bel mezzo di un'invasione dei brute. Il protagonista è un novellino del corpo Orbital Drop Shock Troopers che, separato dalla squadra, si trova a vagare per una New Mombasa buia e devastata dall'assalto alieno. Regalato ai primi acquirenti di Halo: The Master Chief Collection come ammenda per i numerosi problemi del pacchetto online, Halo 3: ODST ha avuto la sua dose di guai in occasione del lancio ma non dovendosi piegare all'online, visto il taglio netto della modalità Firefight, non sembra presentare altri problemi. Probabilmente 343 Industries ha esagerato volendo portare quattro titoli diversi, tutti con il proprio specifico supporto online, su Xbox One. Con l'arrivo di un gran numero di giocatori sono scoppiati grossi problemi ed è stato necessario aspettare diverse settimane perché la situazione potesse essere considerata accettabile. Ma il pacchetto della Master Chief Collection resta, anche solo dal punto di vista del single player, un qualcosa di assolutamente massiccio e lo è ancora di più con l'aggiunta di un particolare tassello che non include Master Chief ma che ha un grosso pregio ed è quello di cambiare completamente tono rispetto ai classici Halo. Possiamo definire ODST quasi come un noir anche se non ci sono particolari meccaniche di tipo investigativo. Si tratta di uno sparatutto di stampo classico ma l'atmosfera cupa e piena di angoli bui ci conduce attraverso silenziose fasi di esplorazione intervallate da misteri, diari e momenti di calma piatta che si interrompono bruscamente esplodendo in combattimenti improvvisi. Tutti elementi che conferiscono un sapore tutto diverso a un'esperienza che non tutti i fan di Halo hanno gradito ma che molti hanno apprezzato visceralmente.

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Su e giù per New Mombasa

Le missioni di ODST compaiono nella playlist della campagna di Halo 3. Niente Firefight ma per quanto ben realizzata la classica modalità orda non è di certo irrinunciabile. C'è invece la coop che pur non adattandosi particolarmente alla dimensione narrativa di questo particolare Halo si adatta perfettamente alle meccaniche di gioco. In ODST la dimensione "open map" tipica di Halo è ancora più spiccata con le pattuglie di nemici che si spostano anche per lunghi tratti in una mappa che si amplia progressivamente e che dobbiamo attraversare più volte anche passando per una serie di complessi flashback. Queste missioni retrospettive partono quando troviamo particolari oggetti che ci permettono di ricostruire i movimenti dei compagni di squadra impersonandoli uno a uno in specifiche missioni che variano sensibilmente sia per impostazione che per ambientazione. Se per gran parte del titolo il protagonista si muove a piedi attraversando silenziosamente una città buia, i flashback ci propongono spesso situazioni diverse che includono mezzi leggeri, compagni controllati dall'intelligenza artificiale, una sessione a bordo della banshee, l'immancabile cavalcata a bordo di un carro, un assedio e la classica zona aperta piena zeppa di veicoli che esalta la versatilità dell'intelligenza artificiale della serie. La varietà, in sostanza, non manca e la possibilità di usare i compagni, tutti differenziati per capacità e per carattere, incrementa anche la profondità narrativa. Una profondità che passa anche per gli audiodiari, belli lunghi e pieni d'azione, che sono importanti per dare spessore al titolo. Gli effetti del disastro di New Mombasa ci circondano e le testimonianze di chi lo ha vissuto rendono la nostra drammatica avventura nei panni del novellino di turno ancora più coinvolgente. Le differenze coinvolgono anche il gameplay anche se alla radice la formula è quella di Halo 3. Gli Orbital Drop Shock Trooper non hanno un radar di movimento e non possono impugnare due armi ma possono trasportare tre granate per tipo e hanno a disposizione un mitragliatore silenziato con mirino 2X, una pistola semiautomatica con mirino 4X e un visore speciale. Il salto ha una portata generosa anche senza l'armatura da Spartan ma lo scudo è meno potente e questo significa che la barra della salute, in questo caso visibile, va tenuta costantemente sott'occhio e ricaricata attraverso medipack e stazioni di rigenerazione. Inoltre il giocatore non può utilizzare i dispositivi speciali di Halo 3 anche se questi sono presenti nel gioco e ci vengono spesso rivolti contro da avversari che presidiano le piazze e non caricano quasi mai a testa bassa risultando decisamente pericolosi. Se in modalità normale bastano circa otto ore per completarlo, a difficoltà eroica e leggendaria le cose si fanno decisamente più ostiche visto anche il gran quantitativo di armi pesanti ed esplosivi che caratterizzano l'arsenale dei brute. E se questo non dovesse bastarvi è possibile aumentare ulteriormente caos e difficoltà ricorrendo ai teschi che sono tutti attivabili da subito. Per fronteggiare la sfida abbiamo a disposizione le meccaniche stealth che si integrano perfettamente con le ronde dei nemici e un'ambientazione cittadina piena di cunicoli che ci permette di aggirare i nemici. Inoltre l'arsenale include uno strumento essenziale che si chiama VISR. Si tratta di una potente tecnologia che mette a disposizione del giocatore una mappa interattiva decisamente avanzata e un'interfaccia in realtà aumentata che permette di identificare visivamente i nemici e gli alleati oltre a tracciare il contorno di tutti gli oggetti. Ma non è possibile sfruttarlo costantemente. Quando la luce è troppa l'intensificazione luminosa produce un effetto di accecamento e il sistema di highlight degli oggetti rende molto difficile scorgere un nemico nascosto dall'erba nonostante la veste grafica solida che può ancora dire la sua con i dovuti accorgimenti. Il 1080p spinto a 60 frame al secondo esalta la pulizia dell'originale regalandoci scorci di New Mombasa decisamente suggestivi e impreziositi dal peculiare effetto del nostro visore. Purtroppo l'aumento di risoluzione evidenzia anche la scarsa mole poligonale del titolo che viene per fortuna bilanciata da texture di buona qualità. Qualcuna, a dire il vero, non gode della medesima qualità delle altre ma l'illuminazione cupa e suggestiva non ci permette di indugiare sul dettaglio mentre veniamo distratti anche dalla memorabile colonna sonora che parte dalle basi della serie per tingersi di jazz e potenziare ulteriormente l'atmosfera noir. Il doppiaggio italiano che l'accompagna non è all'altezza di quello in inglese ma pur presentando qualche voce non troppo azzeccata risulta, nel complesso, di buona fattura. Manca la modalità Firefight ma Halo 3: ODST è gratuito, tramite codice inviato via mail da Microsoft, per chi ha acquistato e giocato a Halo: The Master Chief Collection tra il lancio e il 19 dicembre, mentre è un acquisto economico per chi non ha diritto al codice gratuito e può comunque acquistarlo per 4.99€ dallo store Xbox. Per chi non ha comprato la Master Chief Collection ma volesse ODST, c'è ancora speranza che arrivi versione stand alone nei prossimi mesi anche se ancora niente è certo.


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