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Halo: The Master Chief Collection – Il Capo ritorna in una super collezione

Da Videogiochi @ZGiochi
di Danilo Barbieri

Bungie non è solamente Destiny, Bungie è soprattutto Halo, sì perché magari i giovani d’oggi non sanno che fu la casa statunitense a dare vita ad uno dei brand più incredibili, emozionanti e ben costruiti del nostro tempo, in pochi sanno che Halo: Combat Evolved non fu il primo, ma sicuramente il vero capostipite degli FPS su console ed in pochi magari sanno, che dopo essersi divisa da Microsoft, per lavorare appunto a Destiny, fu 343 Industries a prendere le redini del franchise per poi rilanciarlo alla grande con Halo 4 e la prima remastered dedicata al decennale di Combat Evolved. Ovviamente il nuovo sviluppatore sembra averci preso gusto, e dopo l’annuncio di Halo 5: Guardians ecco una nuova remastered edition, questa volta dedicata ad Halo 2, titolo uscito dieci anni or sono su Xbox e riproposto per la prima volta dalla sua originaria uscita. Dopo i plausi per il quarto capitolo, la prima rimasterizzazione di Halo, il lancio di Xbox One e l’incombente anniversario di Halo 2, arriva la brillante idea di creare una collection definitiva dedicata a Master Chief e alle sue quattro avventure (niente Reach, Halo Wars e ODST), in modo da far apprezzare questo meraviglioso universo alle nuove leve e nel frattempo dare una gioia ai vecchi fan, ma sicuramente anche un buon modo per pubblicizzare l’arrivo del quinto capitolo, il quale si propone già in beta (disponibile dal 29 dicembre) all’interno della Halo: The Master Chief Collection.

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“Mai fare promesse alle donne se non puoi mantenerle”

Partorito dalle geniali menti di Bungie, Halo è un brand ormai famosissimo all’interno del panorama ludico, negli anni c’è quasi stata una sorta di idolatrazione nei confronti dello Spartan John-117 e la sua fedele compagna Cortana. Perché oltre ad essere una serie basata sul gameplay puro, frenetico e preciso, Halo in questi tredici anni, anche grazie a svariati libri ed un universo ricreato ad hoc, si è saputo evolvere in una storia ricca di sentimenti, tradimenti, situazioni pseudo politiche, religiose e quant’altro ci porti verso una romanzata in grande stile, con giochi sempre molto fedeli a quanto raccontato in altri ambiti o viceversa. Sull’onda del successo appreso da Bungie, i 343 Industries si sono però spinti oltre, avanzando con successo in una storia ormai conclusa, partecipando alla creazione di ottime web-serie, collaborando alla creazione di nuovi libri, che raccontassero ancora una volta le gesta di Master Chief, ma questa volta puntando sul lato umano-emotivo della macchina da guerra. Il corpo senza anima, diventa una persona con la storia agli albori di Halo 4, una storia che si presta a tristezza e compassione verso il nostro eroe, e il suo rapporto con Cortana, la quale diventa a tutti gli effetti la sua unica amica, o magari qualcosa di più. L’evoluzione del brand è stato qualcosa di decisivo nel tempo, anche per il potere immersivo che egli si porta dietro, tutto è scontato all’inizio, ma tutto si evolve in un universo incredibilmente vivo e ricco di colpi di scena. Si passa dai temibili Flood, ai religiosi Covenant, i non così amichevoli Precursori e infine gli Umani, una razza diventata troppo potente in questo universo, e probabilmente prima o poi ci ritroveremo a fare i conti contro i nostri stessi creatori. Ovviamente al momento supponiamo una possibilità evolutiva di questo tipo nel racconto, ma presto probabilmente lo scopriremo in Halo 5: Guardians, il quale ci ha presentato lo Spartan Jameson Locke, una vera nemesi del nostro Capo, un cacciatore di Spartan, anzi LO Spartan, come lo definisce lui nel filmato di introduzione di Halo 2: Anniversary, parlando tra l’altro con una vecchia conoscenza della serie, l’Arbiter. Non andremo avanti con spoiler o citazioni varie, presumendo che tra chi legge magari ci sia qualcuno ancora non avvezzo a questo titolo, in tal caso passeremo direttamente ad un’infarinatura generale della serie, le novità presentate e altre varie chicche racchiuse in una raccolta che si conferma veramente immensa sotto ogni punto di vista.

Ricapitolando, all’interno della Halo: The Master Chief Collection troveremo: Halo: Combat Evolved Anniversary, Halo 2: Anniversary, Halo 3 e  Halo 4, inoltre la web-serie disponibile da novembre, Halo: Nightfall, e l’accesso alla beta natalizia di Halo 5: Guardians; insomma tanta bella roba, ma è utile ricordare che questa edizione oltre che essere un tributo a Master Chief è dedicata al decennale di Halo 2, difatti l’unico titolo veramente rinnovato con trattamento “Anniversario” è il secondo capitolo ed è lui la vera star di questa release. Nonostante l’upgrade di tutti e quattro i giochi a 1080p e 60 frame, Halo 2, oltre a non essere l’unico porting diretto, è il solo a mostrare vere migliorie tecniche (compresi terminali nella campagna, nuove scene d’intermezzo e 6 mappe multigiocatore remake scelte dai fan), il resto è come lo avete giocato ai tempi della loro release con pregi e difetti del caso, difatti lo sviluppatore ha volutamente riportato così com’erano i vari capitoli, ovviamente adattando i comandi al controller di Xbox One, ma non aspettatevi grandissimi colpi di scena, i giochi sono rimasti quelli che avevamo apprezzato ai tempi ed è bellissimo progredire di capitolo in capitolo notando l’avanzamento tecnologico del caso e osservare come la serie sia migliorata al passo coi tempi. Anche sul lato gameplay non vi sono eclatanti novità. A parte una dovuta riveduta dedicata al nuovo controller che ora mostra schematiche identiche in ogni capitolo standardizzando il sistema, le meccaniche di gioco sono rimaste pressoché invariate, mentre i vari pulsanti sono stati rivisti per l’occasione, dunque con il dorsale destro si sparerà, quello sinistro è dedicato alle granate, ‘RB’ alla ricarica, ‘B’ al corpo a corpo e con ‘Y’ si cambierà l’arma, e così via. Resta intatto invece il grandioso feedback con le armi ed i veicoli anch’essi riportati di peso in questa collezione, mentre è stata inserita la possibilità di affrontare le missioni in cooperativa in tutte e quattro le produzioni, opzione decisamente gradita, ma a fare la differenza nell’offerta ludica di 343 Industries è sicuramente la grandissima IA e la superba fisica (superiore a molti titoli moderni, NdR) che muove compagni e avversari che sapranno rispondere efficacemente ad ogni nostra strategia, regalandoci la giusta sfida, che potrà essere arricchita dai famosi teschi modificatori, che sapranno alterare l’approccio al gioco in più casi. Una piccola aggiunta risiede nei terminali nascosti, già conosciuti nell’Anniversary di Combat Evolved, che troveremo disposti nelle varie missioni di Halo 2, dove il nostro compito sarà ovviamente quello di trovarli e attivarli, in modo da recuperare numerose e succulente informazioni e novità mai svelate, che faranno sicuramente la gioia dei fan più accaniti.

Oltre alle quattro campagne e il multiplayer che vedremo di seguito, l’offerta ludica di Microsoft e 343 Industries non si ferma e avanza proponendo tutti i DLC di Halo 4, cioè mappe multiplayer, le dieci missioni cooperative Spartan Ops ( in arrivo a dicembre) e le nuove missioni pre-impostate, le quali ci metteranno dinnanzi a vari obiettivi, che non si discostano poi molto dalle missioni principali, come per esempio terminare un paio di livelli con più corridoi a livello leggendario con un determinato teschio attivo, portare a termine vari livelli a bordo di veicoli, affrontare le ondate di Flood e tanti altri. Ogni missione pre-impostata è, come tutto il resto del gioco, divisa per capitolo (a parte la sessione multi-gioco, la quale ci permette di affrontare una serie di missioni mixate tra i quattro capitoli), ma la possibilità di passare da un titolo ad un altro attraverso un ottimo main menu, o avviare una missione specifica in qualunque modalità, con teschi o in singolo e coop, rendono veramente l’idea di grandezza e possibilità offerte da questa collezione: un lavoro con i fiocchi, quasi spiazzante per certi versi, che vi terrà incollati per moltissime ore, ed un livello di sfida generale personalizzabile in più modi grazie ai quattro classici livelli di difficoltà (Facile, Normale, Eroico e Leggendario) e i già citati teschi, che aiutano non poco a migliorare e a variare l’esperienza di gioco finale.

Piccola nota per l’applicazione di supporto che probabilmente accompagnerà anche l’uscita di Halo 5: Guardians, cioè l’Halo Channel, che ci darà l’accesso a tutti i contenuti multimediali che racchiudono l’esperienza a 360 gradi e non solo, presentandoci Halo: Nightfall, la nuova live-action diretta da 343 IndustriesScott Free Productions e visionata da Ridley Scott che farà da preludio al quinto capitolo, seguendo il solco commerciale scavato per Halo 4 con Forward Unto Dawn, ma anche dandoci l’accesso a dev diary, il campionato Halo Championship Series, making of e quant’altro si possa desiderare per esplorare a fondo la creazione di uno dei miti del panorama ludico moderno. Per i fanatici degli obiettivi invece segnaliamo che Halo: The Master Chief Collection offre ben 4500G tra vecchi e nuovi achievement, insomma andrete veramente per le lunghe se vorrete incrementare il vostro punteggio giocatore.

“Quello… è un altro Halo!”

Non esiste ovviamente Halo senza un reparto multiplayer degno di tale nome, e siccome il rilascio della giga patch è avvenuto un giorno prima della scadenza della data di embargo prevista il 7 novembre alle 09:01, abbiamo deciso in accordo con Microsoft di ritardare appositamente la pubblicazione del nostro articolo per testare a piene funzioni il gigantesco comparto che racchiude l’esperienza totale della Halo: The Master Chief Collection. Insomma, testare in una giornata un unico matchmaking che include tutti i multiplayer e tutte le mappe di tutti e quattro gli Halo, compresi DLC, Forge, Spartan Ops, campagna in coop e via dicendo (alcuni di loro arriveranno dopo, insieme a nuove playlist settimanali), non è una banalità, visto che parliamo di un centinaio di mappe e già solamente analizzare l’esperienza in singolo ci ha portato via tantissimo tempo; come potete vedere, dalla data di pubblicazione ce n’è voluto per testare a fondo i server Microsoft, che grazie a sessioni programmate si sono rivelati solidi e privi di qualsivoglia forma di lag, che invece abbiamo incontrato in quantità nelle sessioni cooperative. Ma nel primo caso è giusto prendere quest’informazione con le pinze, dato che le sessioni programmate sono fatte apposta per non mandare in sovraccarico i server, e dunque scopriremo realmente al day one, previsto questo 11 novembre, se ciò che abbiamo visto e provato è congruo alla versione che poi andrà nelle case di tutti i giocatori. Diciamo che da questo punto di vista sia la storia che la nostra ottima prova promettono bene.

Il lato multiplayer è identico agli originali, preso di pari peso da ogni capitolo (salvo i 1080p/60fps) con tanto di motore grafico non aggiornato, compreso Combat Evolved, che nella versione Anniversary per Xbox 360 faceva uso del motore grafico di Halo Reach, mentre per questa occasione sono state riportate le mappe originali e non quelle rimasterizzate. L’unico a mostrare novità tecniche da questo lato è nuovamente Halo 2, che oltre al multiplayer originale contiene una modalità tutti contro tutti denominata “Terremoto Halo 2″, che comprende il remake visivo di sole sei mappe dall’originale scelte tra i “fan favourites” che comprendono: Shrine, Signore della Guerra, Bloodline, Stonetown, Zenith e Sigillatura. Un vero peccato insomma per la mancata rimasterizzazione di tutte le altre, ma la croce in certi casi ci delizia e rigiocare i vari stage che hanno fatto la storia ci ha creato non pochi scompensi emotivi, facendoci apprezzare a pieno regime qualsivoglia sfumatura di questo abnorme comparto multigiocatore. In tal caso la ricerca di sessioni è decisamente proficua e difficilmente vi troverete a giostrare nella solita zona. Ovviamente se preferite potrete passare direttamente alla modalità competitiva che più vi aggrada, capitolo permettendo, scegliendo tra le nove che verranno rese disponibili (al momento sono disponibili solamente in locale o in partita personalizzata): Massacro, Conquista la Bandiera, Re della Collina, Teschio, Juggernaut, Assalto, Territori, Infezione, VIP e Regicidio. Al momento del nostro test era disponibile solo “Massacro”, cioè il deathmatch a squadre classico che mette Red vs Blue su una varietà di mappe scelte tra il primo e il terzo capitolo, mancava il quarto è vero, ma siamo sicuri arriverà con i vari update o direttamente al day one, così come la possibilità di sfidarsi su più fronti anche nel PvP e la modalità, come abbiamo detto sopra, “Terremoto Halo 2: Anniversary”, cioè il tutti contro tutti classico sulle mappe riviste. Per quanto riguarda il gameplay anche sul lato competitivo siamo assolutamente estasiati, come dicevamo nel paragrafo seguente vedere questo avanzamento tecnologico, passando da un gioco all’altro, è veramente una sofisticata rete di emozioni. Se cinque minuti prima stiamo giocando a Combat Evolved e in quella successiva ci troveremo in Halo 4, la differenza in termini di gameplay e velocità apparirà talmente elevata da lasciare spiazzati parecchi giocatori, e questa è solamente una delle tantissime e possibili varianti che aiuteranno a far durare nel tempo questo “Halo competitivo” più di tutti gli altri, cioè la differenza marcata tra i vari giochi, nonostante la standardizzazione dei controlli sarà sempre pronta a mettere in gioco anche i più avvezzi al brand, che dinnanzi a migliaia di armi e centinaia di mappe non sapranno veramente da che parte girarsi e soprattutto da dove iniziare a incamerare kill su kill.

Ovviamente non mancano le partite multiplayer personalizzate dove potremo creare ad hoc la nostra partita online con amici o in locale, per allenarci un pochino, la Fucina (Halo CE e Halo 2 Basic non sono inclusi in questa versione), un vero e proprio strumento di editing che ci permette di creare o modificare nuove mappe, così come armeggiare con i set di regole e le caratteristiche esistenti per creare mappe personali, le modalità e, in alcuni casi, idee del tutto originali o invenzioni fuori di testa. Anche il Cinema è stato rivisto in parte, dove da buoni registi avremo la possibilità di smontare e rimontare i video e caricare screenshot delle nostre migliori partite, ma non solo, visto che il buon programma ci dona anche gli strumenti per la creazione di film originali (ricordate Red vs Blue?), ovviamente combinati alla grande con l’ecosistema di Xbox One e Twitch, per permettere ai giocatori di condividere le loro esperienze, i contenuti, le creazioni con altri giocatori e il mondo in generale. Insomma, non manca veramente nulla di ciò che ha reso celebre questa serie, compresa una varietà di opzioni e uno sviluppo carriera veramente invidiabili, con la personalizzazione delle armature e dei nostri personaggi dedicati al reparto competitivo, le tag clan, gli avatar, le classifiche online praticamente onnipresenti in qualsiasi sessione del gioco e quant’altro serva per farci riconoscere tra le miriadi di giocatori che molto presto si riverseranno nella rete in compagnia dei loro Spartan.

“Avevi detto: niente telecamere!”

Tecnicamente la collezione si presenta non al massimo, lo abbiamo detto e ribadito più di una volta in questa recensione, e a parte la rimasterizzazione completa di Halo 2, che non ci ha propriamente sconvolto nonostante una mole poligonale massiccia, non abbiamo notato grandissime innovazioni dal punto di vista tecnico. I quattro giochi si presentano praticamente identici alle versioni originali, a parte effetti di illuminazione, un nuovo algoritmo di anti-aliasing e qualche filtro, ed i 1080p (risoluzione di 1328×1080 in Halo 2, upscalata in una sola direzione a 1080p) e 60 frame (presente qualche calo di frame rate qua e là in tutti i capitoli), anche se di primo impatto si fanno notare soprattutto nel terzo e quarto capitolo (il più impressionante a livello visivo), non sono abbastanza dal nostro punto di vista per portare questa produzione al passo coi tempi. Avremmo sicuramente preferito più impegno sotto questo punto di vista, ma nonostante ciò i titoli presenti rimangono meravigliosi sia da giocare che da vedere, anche nella loro forma originale, ed inoltre la possibilità di switchare tra il vecchio motore grafico e il nuovo (solamente per Halo CE e Halo 2) in qualsiasi momento si voglia, è sempre pronta a ricordarci cosa sia stato ritoccato, ma anche quanto fossero belli ai loro tempi questi due titoli. All’epoca della sua apparizione su Xbox, Halo e Halo 2 e pure i seguenti per Xbox 360 lasciarono gli utenti stupiti per la bellezza, per lo sfruttamento della macchina sulla quale giravano ed il grado di qualità della loro realizzazione tecnica, mentre questa volta dovremo accontentarci di un comparto tecnico buono ma non eccelso, che in svariate occasioni ci metterà in croce per diversi rallentamenti e problemi legati soprattutto al doppio motore di gioco presente nei primi due titoli. Insomma sul lato tecnico ci possiamo accontentare, anche se è proprio Halo 2 quello a deludere di più le aspettative, ma considerando il rivestimento dell’occasione quasi un lavoro di restauro e la possibilità di attraversare la Terra impugnando le due armi ed eliminando Brute a destra e sinistra, c’è da farsi passare il magone, ricordandoci che la grafica in fin dei conti è sì importante, ma non è l’unica cosa che conta.

Nota di merito ovviamente anche per quella che si reputa una delle migliori colonne sonore mai create per un videogame, o di una serie lunga tredici anni in questo caso. Non c’è bisogno che vi parliamo di Martin O’Donnell prima e Sotaro Tojima poi, le loro tracce sono divenute culto, ci hanno emozionato e strappato anche qualche lacrima, così come i vari campionamenti quasi impressionanti per l’epoca, ovviamente oggi rivisti per dare grazia al comparto audio della nuova console di casa Redmond. Sotto questo punto di vista, la cosa che ci ha infastidito di più è sicuramente il cambio di doppiatore del buon Master Chief, il quale nel primo capitolo (meno male che parla poco, NdR) è decisamente poco ispirato ed avvezzo alla situazione, ma migliora sicuramente nei giochi successivi. Male anche la sincronia da questo punto di vista, con il lip sync perennemente fuori fase, che disturba veramente in ogni occasione e la riproduzione delle molteplici cut-scene sempre in debito di fluidità. Si poteva fare sicuramente di più in molte occasioni insomma, anzi si poteva decisamente rivedere di più, soprattutto sul lato tecnico, ma considerando l’offerta e i contenuti di 343 Industries si può chiudere anche un occhio dinnanzi a piccolezze che non abbassano il valore dei titoli presenti nella collection, che nonostante il tanto tempo passato riescono a tenere testa a svariati titoli moderni. Una piccola nota la dobbiamo aprire per quanto riguarda il peso della produzione in termini di download. Il titolo racchiude ben 45 GB di dati e ne richiede altri 15 GB di mega patch per attivare l’intera offerta, ma vista la quantità enorme di contenuti presenti non ne faremo di certo un cruccio, trovando dello spazio decisamente meritato all’interno del risicato hard disk di Xbox One.


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