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HANAMI...e i suoi ciliegi

Da Sophielamour

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Ahh, hanami… Prima di tornare a casa, volevo fare almeno un pochino il punto su questa tradizione molto seguita in Giappone e da noi sconosciuta (anche perché dalle nostre parti non ci sono tutti questi alberi di ciliegia, ceci entraînant cela…) In ogni caso, cosa fosse di preciso fare hanami, non era poi molto chiaro nemmeno a me (okay, fiori, amici, picnic, ma… in che ordine?), e diciamo che dopo aver passato una mezza giornata buona seduta a bere sotto un ciliegio credo di aver afferrato il concetto – vagamente, beninteso :-)

 

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1. Vestitevi per l’occasione. Oltre al kimono nelle tonalità di stagione (se siete giapponesi, in tutti gli altri casi il kimono è un’arma terribile – nel senso che, diciamolo pure, nel 98% dei casi, un’occidentale vestito di kimono sembra un’idiota :-) va bene qualsivoglia vestito, sciarpetta, camicetta o borsa che abbia sopra stampato un qualche cosa che assomigli a dei fiori di ciliegia. In mancanza di sakura-vestiti e accessori, scegliete un capo rosa, o in segno di buona volontà attaccate almeno almeno uno di quei piccoli sakura-gingilli al vostro telefonino (o borsa, nel caso aveste un telefonino occidentale che non prevede gancetti ai quali ancorare i sudetti gingilli), una hellokitty miniaturizzata vestita di kimono rosa e decorata con un ramo di fiori di ciliegia per me, per esempio. In ogni caso, è l’intenzione che conta :-) (e per farvi un’idea degli altri milliardi di sakura-accessori che ci sono in giro, vedete qui :-)

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2. Scegliete un posto. Molto utile in questa fase la simpatica sakura-brochure del sakura-comune di Kyoto, disponibile in questo periodo negli alberghi e altri sakura-luoghi turistici, e che elenca, con mappa, foto e descrizioni, tutti i punti della città in cui è possibile osservare i sakura-ciliegi in fiore. Badate bene che se scegliete un tempio per il vostro sakura-picnic floreale può essere vietato l’ingresso con alcolici. Due mete molto gettonate per i picnic laici sono il parco di maruyama, dove siamo andati noi, e la parte nord de lungofiume.

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3. Portate la macchina fotografica e fate tante foto
. (non ve lo devo più spiegare, le occasioni importanti vanno immortalate, con qualsiasi mezzo, dopotutto siete in Giappone :-) Accessoriamente, prendete la posa sotto i ciliegi e fatevi ritrarre dai vostri sakura-amici :-)

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4. Caminate un po’ in giro, abbiate l’aria spensierata, ammirate gli alberi, i fiori, i corvi e i piccioni. In realtà è solo un diversivo: durante questa fase il vostro occhio di lince è impegnatissimo a individuare quei 2m2 di suolo libero che potranno accogliere commodamente voi e la vostra piccola tribù. Per individuare la vostra sakura-location tenete presente che il valore intrinseco del metro quadro aumenta notevolmente se è colloccato esattamente sotto una corolla di fiori di ciliegi, e anche la vicinanza con i rivenditori di lattine di birra può rivelarsi di importanza strategica. Punti negativi invece sono la vicinanza con i rivenditori di pesce grigliato (indovinate perché), e con i mega-sakura-gruppi di impiegati (a meno che ovviamente non foste venuti apposto per studiare da vicino il fenomeno del come-ti-si-trasforma-un-serissimo-impiegato-giapponese-dopo-gli-orari-di-lavoro…)

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5. Impossessatevi del numero di metri quadri minimamente requisito per parcheggiarci il numero di persone che vi accompagna (questa operazione viene preceduta da un buon 10 minuti di discussioni inter vos – io preferisco questo albero qui, con i rami spioventi – si ma se ci sediamo li invece avremo anche un po’ di sole – ma scherzi li non ci sentiremo neanche pensare ecc ) e stendeteci il telo plastificato (1m2, al 100 yen shop) che avrete appositamente portato con voi (anche perché fra gli sakura-alberi non sempre cresce la sakura-erba e cosi rischiate di dovervi sedere sulla terra battuta). Se siete un’azienda e che intendete fare hanami fra dipendenti (pratica molto frequente), potete giocarvi un jolly non trascurabile di cui i comuni mortali non dispongono: mandate uno dei vostri stagisti più giovani (l’ultimo arrivato per esempio, è perfetto per svolgere questo importantissimo compito) con enoooorme telo blu al parco dal mattino presto in modo da occupare, mediante un noiosissimo sit-in che dura tutto il giorno, lo spazio necessario per far sedere tutti quanti i colleghi all’uscita dall’ufficio. (foto sopra, giovane stagista giapponese sfigato aspettando che i colleghi finiscano di lavorare)

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6. Iniziate l’hanami : spacchettate pure i vostri sakura-senbei, cioè i crackers di riso (rigorosamente a forma di fiori di ciliega senno che piacere c’è?). E sopratutto: tirate fuori i bicchierini di carta e iniziate a versare della birra (rigorosamente Asahi, Kirin o Sapporo, presentarvi con delle Heineken sarebbe di cattivo gusto, molto meglio invece il sakura-packaging di alcune lattine giapponesi, decorate con fiorelline rosa…) a profusione, tanto quella che avete portata, fresca fresca prelevata dal frigorifero del convenience store di Gion, non basterà mica (da cui l’importanza del venditore vicino cfr punto 4). E qui inizia la parte più facile del hanami: chiacchierate, sbevazzate, sgranocchiate e dimenticatevi del tempo!

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7. Mangiate. Quando il sole è ormai bello e calante, ricordatevi che dopotutto eravate venuti qui per fare un late lunch. Uhhps, già! Ma dov’è finito il tempo? (cfr punto 7) Spiegate quindi le vostre sakura-tovagliette e spacchettate i sakura-bento che eravati passati a prendere al reparto food di Takashimaya (operazione preliminare impegnativa questa, che consiste nel gironzolare per almeno mezz’ora nell’immenso piano cibo, osservando, studiando, esitando fra le decine di bento-proposte – hm, mi piace più la carta di imballo di questo bento qui però quei pescetti marinati non è che mi ispirino tanto… ahppero sono bellissimi quei ravanelli ritagliati a fiori di ciliegia di quest’altro… Ovviamente, l’imballo del vostro bento deve rigorosamente risultare a fiori di ciliegio e se nel cibo è presente, oltre a verdure e kamaboko ritagliati a forma di fiorelini, qualche accenno di ume e foglia di ciliege sotto sale, è meglio… :-) Già che ci siete stappate pure il sakura-rosé. Ma chiaramente a questo punto non sarete più in grado di capire di cosa sappia…

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8. Meditate. Mentre gustate il vostro bento, e se il livello di giramento di testa causa troppi alcolici ve lo permette, non scordatevi di guardare su, i fiori e i lampioncini sopra di voi, e fate pure un pensierino a tutta questa bellezza sfuggente che avete il gran culo, ohhpardon, di vivere, qui e adesso. Perché prima che ve ne accorgerete sarà tutto passato. Sissi, proprio così.

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9. Andarsene dignitosamente. Finito il bento, e scomparso l’ultima briciola di luce diurna, ripiegata tutta quanta la vostra roba e preparati i sacchettini per la vostra spazzatura differenziata (brilli o no con la differenziata non si scherza), fatevi un ultimo giro nel parco, ormai fa buio, fermatevi a guardare gli alberi di ciliegia illuminati. Girate un po’ intontiti fra la folla sempre più densa e numerosa (ormai è quasi l’ora del hanami serale – più alcolico del hanami pomeridiano… :-), le bancarelle di street food e i numerosissimi gruppetti di amici muniti di lattine di ogni tipo. Respirate, riprendete i vostri spiriti e tornatevene pian pianino verso la città…

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10. After Hanami. Poiché il vostro hanami-pranzo è ormai finito ma che in fondo avete ancora tante cose da raccontarvi, andate verso Pontocho e scegliete un’izakaya, per un ultimo giro di birre e umeshu e un po’ di sashimi, verdure o quel che vi garba. Perché dopotutto, la sera non fa che iniziare… :-)

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