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Haneke mon Amour

Creato il 30 novembre 2012 da Cannibal Kid
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Haneke mon Amour

"Ammazza, mon amour, sei proprio uguale a lei..."

Amour (Austria, Francia, Germania 2012) Regia: Michael Haneke Sceneggiatura: Michael Haneke Cast: Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, Isabelle Huppert, William Shimell, Alexandre Tharaud Genere: pugno allo stomaco Se ti piace guarda anche: Mare dentro, Lo scafandro e la farfalla, Niente da nascondere - Caché

Haneke mon Amour

"Non sento bene... uguale a Rey? Lana Del Rey?

Michael Haneke è un bastardo e i suoi film, fondamentalmente, sono dei film dell’orrore. Dai sequestratori folli di Funny Games (versione austriaca e versione US) al the village pre-nazista de Il nastro bianco, non ce la fa a non spaventare. È più forte di lui. Brutto bastardo. Con Amour, Haneke va a toccare in maniera diretta la paura più grande per molte persone, di certo la mia: la vecchiaia. Questo è lo Shining della terza età.

Haneke mon Amour

"No! A quella di quel film..."

I protagonisti di questo suo nuovo horror? In una delle primissime scene, quella della camera fissa sul pubblico di uno spettacolo teatrale, ci suggerisce che potremmo essere noi i protagonisti, da anziani. Non stiamo guardando uno spettacolo. Stiamo guardando il futuro. Teatro della vicenda non è però un teatro, ma è quasi interamente la casa in cui i due vecchini abitano. Jean-Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva. La loro solita routine quotidiana viene interrotta il giorno dopo lo spettacolo teatrale, quando lei ha un momento di blackout.

Haneke mon Amour

"Kim Basinger in 9 settimane e 1/2?"

Hey, sarà mica stato uno spettacolo di Brignano? Quelli possono creare gravi problemi al cervello.” chiedete. No, era un concerto. “Hey, era mica un concerto dei One Direction?” No, vi pare che due vecchini possano andare a un concerto dei One Direction? E, a parte questo, quelli dei One Direction possono essere considerati “concerti”? E poi si trattava di un concerto di musica classica. “Sarà stato un concerto di Allevi? Pure quelli fanno male!” No, era il concerto di un loro allievo musicista, non di Allevi.

Haneke mon Amour

"Ma no, a quell'altra di quell'altro film..."

Comunque, chiusa questa parentesi, Emmanuelle Riva ha un momento di blackout e Trintignant è costretto a vedere la persona che più ama al mondo mentre si spegne da un momento all’altro, come se qualcuno avesse schiacciato il tasto OFF. Tempo un paio di minuti, e lei si è ripresa, come se quello stesso qualcuno avesse poi premuto ON. Ormai però le cose sono cambiate e da lì è uno sprofondare negli abissi della malattia. Per lei, ma anche per Trintignant e per noi spettatori.

Haneke mon Amour

"Sharon Stone in Basic Instinct?"

Amour è una visione soffocante, claustrofobica, come un Casa Vianello senza battute, o anche un dramma su una vita intrappolata in un corpo, e qui non siamo lontani dalle parti di film come Mare dentro e Lo scafandro e la farfalla. Però in Amour la vita intrappolata che ci viene mostrata è anche un’altra. È anche e soprattutto quella di Trintignant, il marito in gabbia dentro la sua casa e in tal senso la metafora del piccione è un pochino… scontata. Ho detto scontata parlando di una pellicola di Michael Haneke, il maestro Michael Haneke, Michael Haneke l’anticonformista?

Haneke mon Amour

"No! Ora m'è venuto: sei uguale alla protagonista de Il castello errante di Howl!"

Haneke mon Amour

"Dici? Sicuro di non confonderti con Megan Fox in Transformers?"

Ebbene sì. Haneke ha realizzato un film potentissimo, devastante, di un’intensità che non può lasciare indifferenti. Allo stesso tempo, a questo giro, sembra però mancare qualcosa. Comprensibili le lodi della critica ricevute ovunque e la Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes (che a mio parere avrebbero meritato di più Moonrise Kingdom, Holy Motors o Un sapore di ruggine e ossa), eppure manca lo scarto. Lo scarto di genio, lo spunto del fuoriclasse che l’ha sempre contraddistinto. Haneke fa l’Haneke, con tanto di costante uso delle riprese con camera fissa da lui tanto amate. Ma questa volta non c’è la sorpresa. Manca la folgorazione de Il nastro bianco, di Caché o Funny Games. Questione di pretese troppo alte: io da Haneke non mi aspetto solo un grande film, perché questo è a tutti gli effetti un grande film, straziante come pochi. Io mi aspetto il film geniale. Ma forse la sua genialità sta ancora una volta nel saper spiazzare, spiazzare persino i suoi fans, affrontando in maniera dura un tema duro come quello della malattia, ma allo stesso tempo senza l’originalità con cui questa tematica è stata affrontata negli ultimi mesi in film come La guerra è dichiarata o il già citato Un sapore di ruggine e ossa, per non parlare del frizzante Quasi amici che possiamo quasi leggere come il quasi opposto di Amour.
Il pizzico di delusione arriva dal fatto di vedere un Haneke un po’ standard. Quasi come se avesse voluto fare il suo film in grado di piacere a tutti, il suo film da Oscar, quell’Oscar che purtroppo gli era sfuggito dalle mani per il suo vero grande capolavoro Il nastro bianco e che era andato al pur meritevole Il segreto dei suoi occhi. Che, diciamolo, l’idea di film da Oscar di Haneke è comunque una bastardata, non una ruffianata, ed è perciò ben lontana dall’idea di film da Oscar che può avere uno Spielberg. Eppure, mi tocca ripetermi, ma la sensazione, anche giorni dopo una sofferta visione che merita di essere lasciata in meditazione, è quella di un pizzico di delusione. Amour è una splendida, profonda, devastante riflessione sulla vita, sulla morte, sull’amore, sull’amore per una persona che si ama troppo per lasciarla andare via, anche quando è presente solo con il corpo e non con il resto. È allora solo il colpo da K.O a mancare al film.

Haneke mon Amour

"Oddio nooo! C'aveva ragione lui!"

ATTENZIONE SPOILER C’è la scena del piccione, di una drammaticità ai limiti del sostenibile, a cui è impossibile restare indifferenti. Però, sul serio Haneke, uno come te non è riuscito a trovare niente di più originale della metafora del piccione in casa che non può volare, imprigionato in una coperta come la moglie era imprigionata nel suo corpo malato o come il marito era imprigionato nella sua stessa casa? FINE SPOILER
Ho odiato Amour? Sì, perché è una delle pellicole più terrorizzanti, e fisicamente fastidiose e angoscianti anche, che abbia mai visto. Ho amato Amour? No. Anche perché è davvero difficile amare un film che toglie la voglia di vivere. Un film che fa male             male       male                  male                                     male                                                 male                             male
                                                                                              male
     male
                                   
                                        male (voto 7,5/10)

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