Magazine Cinema

Hanna, tra Nikita e Matilda? Anche no

Creato il 23 agosto 2011 da Soloparolesparse

Hanna non è Nikita, per carità… ma non è nemmeno la Matilda di Leon.
E allora? Da dove sbuca fuori questa nuova eroina combattente portata in scena da Joe Wrigth?

Hanna, tra Nikita e Matilda? Anche no

La sedicenne Hanna vive col padre tra i giacci del circolo polare. Caccia cervi, studia l’enciclopedia a memoria e non ha la minima idea di quello che c’è nel mondo reale.
Però è fortissima e segue alla lettera gli addestramenti del padre.

Poi arriva il giorno in cui Hanna è pronta per entrare nel mondo, per compiere la sua missione e per raggiungere casa Grimm in Germania, dove dovrà incontrarsi nuovamente col padre.
Solo che un bel po’ di persone vorranno impedirglielo.

Ora… mi rendo perfettamente conto che la trama appena esposta non permetta assolutamente di capire nulla del film, ma fidatevi se vi dico che succede più o meno lo stesso a guardarlo questo film.
Tutto quello che c’è dietro a questo Hanna rimane misterioso e confuso fino a venti minuti dalla fine, quando il segreto principe viene rivelato e qualcosa si chiarisce… ma non proprio tutto ad essere sinceri.

Fino a quel momento non sappiamo perchè diavolo la ragazza è rimasta per quindici anni col padre nel nulla, non sappiamo perchè è stata addestrata come fosse la sposa di Bill di Kill Bill, non sappiamo cosa diavolo dovrà fare in Germania, non capiamo perchè stanno inseguendo lei e il padre, non sappiamo un bel niente e non ci rimane che goderci l’azione del film e le sequenze simpatiche della ragazza che affronta un mondo sconosciuto e caccia un coniglio per la famiglia che la ospita in camper.

Hanna, tra Nikita e Matilda? Anche no

Poi tutto (o quasi) si chiarisce ma a mio modo di vedere mancano un po’ le basi su cui si fonda l’intera vicenda.

Di brutto c’è ancora il ricorrente montaggio da videoclip e le corse continue di Saoirse Ronan, che di chilometri ne avrà fatti parecchi durante le riprese.

Peccato perchè la ragazza è brava (come in Amabili resti – a quando un ruolo di ragazza serena?) e ci sono alcune cose buone nel film.
Gli ambienti, per esempio, e i simboli che non mancano.
Si parte col giochino del cervo e si finisce con il villaggio dei Grimm e la cattiva che sbuca direttamente dalla bocca spalancata del lupo (più simbolismo di questo!)

Mi sono invece piaciuti poco Eric Bana, abbastanza scialbo, e (permettetemelo) Cate Blanchett, che sembra una copia venuta male di Scully di X-Files.

La scena migliore (finale a parte) è la confessione tra le due sedicenni sdraiate sul letto e la confusione tra amore e amicizia di Hanna (che, ricordatelo, del mondo non sa praticamente niente che non sia tecnico).

Sarà che mi aspettavo parecchio da questo film, ma la delusione del bloggante è palese.

Potrebbero interessarti:

  1. Amabili resti – The lovely bones – recensione
  2. Salvage – da Kafka a Gough
  3. Il pianosequenza de La casa muda
  4. Il rito – l’esorcista secondo Anthony Hopkins
  5. GLBT26 – Romeos comunque amori
Better Related Posts Plugin

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :