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Hannah Arendt – Martin Heidegger: une histoire d’amour?

Creato il 09 agosto 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
250px-hannah_arendt_film_posterdi Giuseppe Leuzzi. Hannah Arendt, sbiancata dal sospetto infamante di leso ebraismo per il Eichmann esecutore volenteroso e banale, il suo giudizio viene bizzarramente in forse per l’incauto patrocinio prestato a Heidegger nel dopoguerra. È grazie a questo patrocinio, che portò a una rapida riabilitazione, anche se non si dice, prima che ai francesi, che Heidegger è Heidegger, il monumento. Un errore di giudizio politico, indotto dalla passione personale (Hannah era stata l’amante ventenne di Heidegger quarantenne, che per lei resterà il solo amore), sarebbe molto grave per una filosofa della politica.Il caso si pone dopo la pubblicazione del vol. 97 delle opere, con alcuni dei “Quaderni neri” in cui lui stesso si presenta come ipocrita. La riserva mentale era avvertibile per molti aspetti prima della pubblicazione dei “Quaderni”: mai una parola sull’Olocausto, mai una parola su Hitler, accenni non equivoci a un’alba che non può mancare, al destino etc., e il sorriso sempre furbo, perfino ironico, anzi sardonico, di sfida. Come ci può essere una relazione personale, sentimentale, per di più senza l’impulso dei sensi, a distanza, con un che pensa e scrive che l’Olocausto gli ebrei se lo sono voluto, è un auto annientamento della loro perversione filosofica e del loro impegno cieco per la tecnica, per l’innovazione, della cosiddetta filosofia strumentale (e di quella sua propria no? della parola, del suono, perfino del numero).

Uno che pensava e diceva, anche degli Alleati che aveva trasformato la Germania in un campo di concentramento. Col sottinteso che la guerra l’avevano fatta gli Alleati ai tedeschi, e non viceversa. Intendendosi per Alleati non i francesi o gli inglese, ma gli odiati russi (odiati perché comunisti e perché slavi, i tedeschi hanno odiato a lungo anche gli slavi, dicendosene accerchiati) e, di più, gli americani, Hannah Arendt era anche americana.

Anche nella relazione d’amore, studentessa-professore, Heidegger era stato ben fascista: le imponeva appuntamenti al buio, di notte, fuori città, e quando se ne stancò la licenziò. Nel dopoguerra, non per caso (come pensava Hannah Arendt, oarmai da tempo americanizzata, con forte status accademico), cercò a mezzo di lei e ottenne la riabilitazione. Come non sentirne, intuirne, capirne, l’ostilità? Non tanto intima, peraltro, Heidegger parlava e scriveva anche molto.  Oltre che Hannah Arendt, ha avuto altre amanti ebree Una, Elisabeth, “Lisi”, Blochmann, anche nel rifugio di Todtnauberg, la baita costruita per lui dalla moglie Elfride. Aveva la fregola facile, e certamente un grande fascino, e tuttavia l’ebraismo – la giudeità – era per lui un fattore differenziale.


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