Hannibal Lecter:
Le origini del Male
Ciclo Hannibal Lecter
di Thomas Harris
Titolo: Hannibal Lecter: Le origini del Male
Autore: Thomas Harris (Traduttore: A. Callegari)
Serie: Ciclo Hannibal Lecter #1
Edito da: Mondadori
Prezzo: 10.0 €
Genere: Thriller / Horror
Pagine: 343 p.
Trama: Lituania, 1941. Un bambino di otto anni emaciato e sporco, emerge dalle macerie e dalle stragi del fronte occidentale e vaga senza meta nella neve con un braccio rotto e una catena stretta al collo. Quel bambino è Hannibal Lecter, fuggito dal casino di caccia in cui si era rifugiato con la famiglia per scampare alla violenza delle soldataglie. Gli occhi attraversati da un’indecifrabile espressione, chiuso in un ostinato silenzio, il piccolo Hannibal cresce nell’orfanotrofio russo che lo ospita in una solitudine apparentemente assoluta. Lo zio, un famoso pittore, riesce a rintracciarlo e lo porta a vivere con sé a Parigi. Qui, grazie alle amorevoli cure di sua moglie, Hannibal avrà modo di scoprire e coltivare i suoi innumerevoli talenti, che spaziano dalla musica alla letteratura, dall’arte alla medicina. È in questa atmosfera, densa di stimoli e suggestioni, che il giovane comincerà a edificare un vero e proprio “palazzo della memoria”, impreziosendolo di visioni spettacolari e insieme agghiaccianti, teatro e sfondo interiore delle più raffinate speculazioni come dei più inconfessabili desideri. Fino al giorno in cui Hannibal decide che è tempo di tornare a casa e bussare alla porta dei demoni che così spesso vengono a fargli visita…
Ciclo Hannibal Lecter:
(Per agevolare la Ricostruzione del Ciclo Lecter, di seguito si riordinano i libri secondo l’ordine cronologico della storia di Hannibal )
- Hannibal Lecter – Le origini del male (Mondadori – 2006)
- Il delitto della terza luna (Mondadori ripubblicato anche come Red Dragon – 1981)
- Il silenzio degli innocenti (Mondadori – 1988)
- Hannibal (Mondadori – 1999)
di MissMarilux
Hannibal Lecter: Le origini del Male chiude definitivamente il ciclo Lecter, figlio della penna geniale di Thomas Harris; è in ordine cronologico il capitolo conclusivo di questa piccola saga. Tale libro, dal titolo originale Hannibal Rising, ripercorrerà l’infanzia e l’adolescenza del celebre Doctor Lecter e tenterà di spiegare l’origine dell’antropofagia dell’uomo.
Beh, non mi piace girare attorno alle cosa e mi duole dirlo, ma questo volume è una CIOFECA (per chi non parla romano significa SCHIFEZZA). La trama è ottima; i traumi del piccolo Hannibal, ciò che accadrà a sua sorellina Mischa, e tutto quello che ne seguirà dopo, spiegheranno alla perfezione come un bambino possa tramutarsi in un mostro, in uno psicopatico freddo ed astuto, tanto affascinante quanto pericoloso. Il problema, ed è enorme, è che Harris ha totalmente dimenticato come scrivere un romanzo decente!
Hannibal Rising è costruito in modo banale, elementare e superficiale. Le pagine scorrono sotto gli occhi del lettore senza mai generare tensione o pathos. E’ tutto molto svogliato, freddo e meccanico. Sembra quasi un libro creato tanto per dovere; ho il sospetto che l’autore abbia partorito questo schifo per dovere contrattuale (è quindi colpa anche del nostro De Laurentis visto che i diritti cinematografici del film appartengono alla sua casa di produzione XD) spinto dal suo agente per dare origine ad un nuovo film. Infatti anche di questo libro esiste il corrispettivo su pellicola, molto fedele a quanto mi dicono, e per questo molto brutto e noioso (non l’ho visto, non ci tengo. Pazienza).Oltre quindi alla mancanza di profondità della storia narrata, anche i personaggi soffrono tremendamente, Hannibal compreso (per me tutto questo ha un solo nome:
BLASFEMIA). Lui, sua sorella Mischa (che effettivamente è solo un fantasma che infesta i suoi ricordi, ed è anche fastidioso), Lady Murasaki e l’ispettore francese Popil (assieme alla Lady giapponese è l’unico personaggio nuovo di una certa importanza nel romanzo), sono bidimensionali, sciapi, banali e mediocri. Ma francamente dall’autore di Hannibal ed il Silenzio degli innocenti la banalità è l’ultima cosa che ci si aspetti! Invece qui vince sovrana. Harris dimentica addirittura del sesto dito di Lecter (assurdo, data l’importanza di questa malformazione nei precedenti libri) e cita sporadicamente l’infallibile olfatto dell’uomo.La cosa assurda è poi la dualità di lettura del romanzo. Mi spiego meglio. Se provaste a farvi raccontare la trama del libro da un amico, ne restereste ammagliati pensando “Wow! Ottimo modo di spiegare perché Hannibal è Hannibal”; se poi invece prendeste il libro spinti da un forte interesse, dopo tre pagine pensereste “ ma l’ha scritto il mio cane ‘sto coso?”. Ecco. Come si fa ad apprezzare un lavoro del genere? Un lavoro che gronda svogliatezza ad ogni pagina? Impossibile! Non mi vengono nemmeno pensieri complessi per tirare giù una recensione concreta, tanta è la delusione e l’amarezza legata a questo libro.Se proprio siete fans del Doctor Lecter leggetelo, pensandolo come un riassuntivo del vero libro che Harris non scriverà mai (sigh). Se invece Lecter vi piace ma non cosi tanto, lasciatelo in libreria. Al massimo iniziate a guardarvi il telefilm di Bryan Fuller che dalla terza stagione in poi ci spiegherà a dovere come Hannibal sia diventato Hannibal The Cannibal.Bocciatissimo!
Ps: Grazie alla mia Boss Cristina per avermi regalato la versione cartacea del romanzo *_*