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Hanno detto. . . . . . .

Creato il 27 giugno 2010 da Trinat

Hanno detto. . . . . . .
Mogol:"L'Italia ha vissuto per anni di snobismo accademico, ora si sta scoprendo che Battisti e De Andrè erano importanti. Il secondo errore è che si apre troppo al mondo amatoriale. Si cerca il petrolio dove non ci può essere. Una volta non c'erano le scuole, ma c'era una discografia che lavorava. Uno come Dalla, quanto ci ha messo a diventare quello che è? Oggi non è possibile. Al secondo disco, se non funziona, vai già a casa"-La Repubblica,8 aprile 2010 -
Hanno detto. . . . . . . Renzo Arbore:"Oggi si è andati troppo oltre e la trasgressione è diventata una parola conformista.Tutti fanno trasgressione pur di andare sui giornali oppure per guadagnare di più al botteghino e per conquistare un punto di share in più in tv. La colpa è del mercato: oggi si fa tutto rigorosamente in funzione del mercato. Noi facevamo umorismo goliardico, scherzavamo con i tabù, sapevamo ridere delle nostre stesse battute perché era l'umorismo dell'ingegnere che scherza con chi sta in basso per ridere della stessa battuta. Oggi invece la goliardia è diventata sinonimo di volgarità. Oggi esiste solo l'umorismo usa e getta basato sull'attualità che ti fa andare sui giornali ma che tra dieci anni non farà più ridere nessuno".-Agi news on, 20 aprile 2010-

Hanno detto. . . . . . .Lorin Maazel:"E' grave il comportamento di quei critici che fanno una guerra spietata contro tutti i giovani con idee originali, mentre non dicono una parola contro gli affaristi senza scrupoli che girano intorno al mondo della musica classica. Mi sembrano come quei poliziotti che si concentrano sulle multe agli automobilisti e chiudono gli occhi di fronte alla mafia". -La Repubblica, 21 aprile 2010 - Hanno detto. . . . . . .Luca Ronconi:"Il conformismo è più forte, i tempi non sono felici per il teatro, c'è disattenzione da parte del potere politico ma anche della stampa. Si danno alcune notizie, poche, e si abbandona una qualsiesi analisi, anche critica. Ma sotto la cappa dell'indifferenza istituzionale, il pubblico è numeroso e in cerca di qualità. Peccato che sia penalizzato, è un potenziale che non va fatto deperire". - La Stampa, 20 aprile 2010 -

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