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Circa quindici anni dopo essere scappati dalla casa di marzapane, e dopo aver ucciso la strega che li segregava, Hansel e Gretel sono diventati due spietati cacciatori di streghe che rapiscono bambini per mangiarseli. Per loro è un duro lavoro.
Tommy Wirkola non è un regista qualunque. Ha diretto il nazi-horror "Dead Snow" (2009), prova interessante e creativamente anomala, ma ancora immatura rispetto a quest'ultimo film nel quale il gusto dell'intrattenimento è in primo piano, ma realizzato con mano seria e con tutti i comparti realizzativi che fanno il loro dovere nel modo migliore. Lo script non è poi da meno, soprattutto perché riprende la fiaba tedesca di "Hänsel e Gretel", riportata dai Fratelli Grimm, molto evocativa e perturbante. La fiaba, che presenta numerosi punti di contatto con il "Pollicino" di Charles Perrault, è densa di rimandi simbolici che toccano le corde dell'immaginario infantile, mettendo in scena un negativo materno rappresentato dalla strega, intenso archetipo di un seno materno che apparentemente nutre (la casa di marzapane) ma in realtà avvelena e inghiotte, capovolgendo le aspettative di qualsiasi bisogno infantile. Il Perturbante di questa fiaba risiede proprio in questo capovolgimento di prospettiva (la mamma-fata turchina che diventa strega divoratrice) utile a raffigurare e a mettere in scena profonde angosce primitive di ogni bambino e, in qualche modo a "esorcizzarle" attraverso il setting narrativo nel quale si sviluppa e si risolve. Lo script di questo film di Wirkola riprende fedelmente nelle prime sequenze il testo dei Grimm, conferendo alla struttura della fiaba tedesca, uno spessore visivo che attinge molto suggestivamente al repertorio horror, scelta stilistica che ci fa capire subito la linea creativa su cui Wirkola ha intenzione di far procedere il film. Le prime sequenze sono infatti molto ben girate. Fanno rivivere la fiaba originaria immergendola in un'atmosfera sulfurea entro cui la strega fa davvero paura: non è una vecchietta rattrappita come la strega di Biancaneve. Al contrario è una specie di orribile zombie che non ci piacerebbe proprio incontrare, soprattutto in un bosco, magari ai confini della Foresta Nera. E' molto forte il contrasto tra i due fratellini abbandonati dal padre in una radura isolata, e questo essere inquietante e sdentato; un contrasto che produce un effetto notevole sullo spettatore, immettendolo subito in media res, senza bisogno di ricorrere a inutili fronzoli romantico-fiabeschi. A partire da questa storia archetipica la sceneggiatura prende poi una via tutta sua, nuova, impensata e "attuale", nel senso che trasforma la fiaba spostandola a quindici anni dopo e rendendola terreno fertile per generare un fantasy-horror molto ben ambientato, costruito e narrato. La ricostruzione scenica del villaggio tedesco in cui Hansel e Gretel, ormai divenuti adulti e diventati cacciatori di streghe sulla base del loro trauma originario, è perfetta, raffinatissima. Notevoli le sequenze che riprendono momenti della vita quotidiana del villaggio, con i bambini per strada che giocano con le spade di legno, nonché quelle del mercato col banco del fruttivendolo e le oche che camminano per strada. Sembra di assistere, mi perdoni Ermanno Olmi, a una sorta di "Albero degli zoccoli" (1978) virato decisamente all'horror, ma anche all'azione pura, al puro intrattenimento. Tutti ingredienti che producono ottimi effetti sul nostro immaginario filmico e, direi, lo nutrono di nuova linfa, integrandosi tra loro in modo sintonico. Non mancano infatti rimandi e citazioni all'enciclopedia cinematografica horror di tutti i tempi, basti solo pensare alla sequenza dei fili di acciaio tirati tra gli alberi, e che tagliano a fette le streghe mentre volano sulle loro scope, chiaro riferimento a una nota e topica sequenza di "The Cube" di Vincenzo Natali (1997). Molte sequenze si avvicinano poi addirittura a un gusto splatter, senza mai eccedere o toccare le corde del grottesco, rischio molto presente nel costruire una storia così, davvero, e totalmente immaginaria (per quanto riguarda lo splatter, si veda la sequenza dell'uomo il cui corpo letteralmente esplode all'interno della locanda, imbrattando di sangue e frattaglie una Gretel comunque avvezza a frammentazioni e teste di streghe mozzate, e che quindi, giustamente, non fa una piega. Tale sequenza fa pensare ad "Hatchet" di Adam Green, 2006, ma si tratta di un gore utilizzato senza ironia alcuna, e finalizzato a cementare un racconto ben organizzato e serio). Siamo di fronte ad un immaginario cinematografico che tuttavia ha qualcosa da dire anche sul piano psicologico: Hansel e Gretel non sono dei semplici vendicatori alla Tarantino. Le loro azioni nel presente partono da un grave trauma abbandonico del passato che diventa tensione affettivo-riparativa rivolta ai bambini del loro tempo presente, che i due eroi vogliono sottrarre alla crudeltà da loro stessi vissuta. Da un certo punto di vista si potrebbe anche interpretare tutto il film come una riflessione sul tema del Trauma in sè, e sulla necessità di una sua trasformazione che necessita comunque e sempre un dolore e una lotta interiore, affrontabili solo da una coppia, da una relazione, da una "fratellanza", e mai in solitudine, pena il ripetersi coattivo e immodificabile di fantasmi inconsci angoscianti e paralizzanti (le streghe). Gli attori, soprattutto un sofferto e concentrato Jeremy Renner (Hansel), ma anche la bellissima e implacabile Gemma Arterton (Gretel), sono bravi e capaci integrare gli elementi del trauma (e della sua elaborazione), con quello dell'intrattenimento in chiave gotico-perturbante, mantenendo sempre alto il livello di attenzione dello spettatore. Musiche (di Atli Örvarsson) e fotografia (di Michael Bonvillain) forniscono solide sponde a una storia che sorprende per coerenza e resa narrativa. Complimenti a Tommy Wirkola, dunque, che in futuro ci piacerebbe però vedere un pò meno impegnato a inseguire l'action movie, e un pò più rivolto all'approfondimento del Perturbante in quanto tale. "Hansel e Gretel - Witch Hunters": decisamente consigliato
Regia: Tommy Wirkola Soggetto e Sceneggiatura: Tommy Wirkola Fotografia: Michael Bonvillain Montaggio: Jim Page Musiche: Atli Örvarsson Cast: Gemma Arterton, Jeremy Renner, Famke Janssen, Peter Stormare, Minique Ganderton, Ingrid Bolsö Berdal Nazione: Germania, USA Produzione: Paramount Pictures, Metro-Goldwyn-Mayer, Gary Sanchez Productions Durata: 88 min.
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