Prendete una fiaba che ci ha cresciuti tutti. Tipo Hansel e Gretel – anzi, proprio quella, e pensate a come farne un action movie (in)decoroso. Le idee possono essere molteplici, ma su tutte Tommy Wirkola, regista e sceneggiatore di Hansel e Gretel Cacciatori di streghe, sceglie di trasformare i due beniamini in violenti acchiappa-streghe assetati di vendetta. Così la fiaba diviene pretesto per un action-movie dei più banali, e i baby protagonisti hanno il volto di due star in ascesa: Jeremy Renner e Gemma Artenton.
Fin qui nulla di grave, solo l’ennesima operazione curiosa ma malriuscita nel calderone del cinema action hollywoodiano. Senz’altro attira l’idea di vedere “che ne è” di quei due bambini sperduti nel bosco, come siano diventati crescendo, che tipo di dinamica familiare si sia innescata tra loro e quali relazioni abbiano intrecciato all’infuori di loro. Tuttavia la narrazione procede tendenzialmente per luoghi comuni e superficialità: zero introspezione e, per dirla in soldoni, tante “botte”. Botte tutt’altro che politicamente corrette: sullo schermo, in maniera fastidiosa, sfilano volgari rappresaglie tra streghe e umani, con donne malmenate senza ritegno, e i due piccoli grandi eroi non sono da meno.
Come se niente fosse, per tutto il film, sventrano alberi, benedicono armi, e anche loro picchiano forte i nemici senza pietà. E quando la strega cattiva inveisce contro di loro con un orripilante “…Quella tr**a di vostra madre” non si comprende davvero più quale sia il target del film. Perchè il vero problema di questa banale operazione commerciale sta nel mancare di continuo l’obiettivo: la confezione visiva e la struttura narrativa sono di tipo “adolescenziale”, eppure il linguaggio, i toni e un certo tipo di violenza sembrano ben più adatti ad un pubblico adulto.
Il risultato è un prodotto ibrido, privo di grazia, che senz’altro rappresenta un forte richiamo per quella fascia di spettatori orfana di Twilight, decisa magari a scovare un’altra fiaba più o meno romantica in cui credere. Non a caso, il film continua a restare sul podio del box-office: gli incassi, del resto, si basano sui biglietti staccati, non certo sulla delusione di chi esce dalla sala senza un accenno di sorriso.
di Claudia Catalli