Magazine Cinema
di Douane Journey
con Lara Flynn Boyle, Michael Welch, Molly Quinn
Usa, 2014
genere, commedia, horror
durata, 86'
Delle ultime produzioni messe in piedi per raccontare la celebre fiaba dei fratelli Grimm, quella di Douane Journey è sicuramente la parente più povera ed irriverente. E questo non solo per il fatto che il film di Tommy Wirkola (Hansel e Gretel-Cacciatori di streghe) poteva contare su attori ed effetti speciali da cinema blockbuster, mentre nel caso in questione è consentito al massimo una spesa da mercato dell'usato (nello specifico Michael Welch prelevato da "Twilight"), ma piuttosto perchè se il film intepretato da Jeremy Renner e Gemma Arterton rientrava comunque nei canoni di un'iconografia rispettosa dei codici cavallereschi propri del genere fantastico avventuroso, la produzione messa in piedi da Mark Morgan, già decorato sul campo per il successo riscosso con la serie legata ai romanzi di Stephenie Meyer, si presenta fin da subito con una confezione da b movie, mettendo in scena una commedia horror demenziale ed a tratti grottesca, in cui la scarsa cura dei dettaglio estetico e del costrutto narrativo diventano il segno di un potenziale fervore immaginifico.
Dalla sua "Hansel e Gretel e la Strega della foresta nera" ha un idea di partenza mica male, immaginando uno scenario contemporaneo fatto di teen ager strafumati, con marijuana ed altri additivi (Foresta nera altro non è che il soprannome dell'"erba" coltivata dalla strega) a prendere il posto di dolcetti e caramelle nell'immaginario del desiderio collettivo. La decontestualizzazione, solo in parte originale per il fatto di essere stata già praticata in analoghe operazioni, offriva di per sè motivi d'interesse per la curiosità di verificare la riformulazione in chiave ironica degli elementi del real. Ed invece, dopo una partenza promettente, con i titoli di testa inseriti a mo di etichetta su un armamentario di boccette e flaconi contenenti sostanze stupefacenti, "Hansel e Gretel e la strega della Foresta Nera" si limita a mettere in scena l'antico canovaccio. Con un occhio all'orologio e l'altro all'uscita, la curiosità dello spettatore più smaliziato si ridesta solo un attimo, appena il tempo di sorridere per il ruolo toccato a Lara Flynn Boyle, già zenith erotico dell'universo Lynchiano, e qui utilizzata per interpretare una strega da "Viale del tramonto". Un corto circuito tra arte e vita, per le implicazioni che scaturiscono da un personaggio che fa di tutto per restare eternamente giovane, che chiude la porta a qualsiasi alternativa che non sia quella di un noioso dejavù.
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