Miei cari ospiti del Salotto,
quest'oggi ho voluto scrivere qualcosa per festeggiare un compleanno prestigioso, il giorno che vide nascere quasi due secoli e mezzo fa la più grande scrittrice inglese di tutti i tempi ma, soprattutto, una donna inconsapevole maestra di vita di generazioni di donne, la nostra amata, così familiare, Aunt Jane.
Mente acuta e sguardo osservatore, la immagino bambina vivace e curiosa animata da uno spirito di analisi innato, la vedo esplorare la ricca biblioteca paterna spinta da un'energia insolita a una ragazzina del suo ambiente sociale.
La immagino crescere, crearsi un'opinione sulle cose più disparate, siano o meno argomenti leciti per le fanciulle del tempo, la vedo intraprendere scambi dialettici appassionati con la famiglia, e già commentare con sottile intelligente ironia.
La immagino tremante travolta dagli eventi familiari, dai lutti che le strapperanno, come spesso fa la vita, quella spensieratezza di bambina per traformarla in matura accettazione.
La immagino adulta, saggia e consapevole delle molte ingiustizie dell'esistenza, più riflessiva, eppure, ancora traboccante di quell'entusiasmo per la scrittura che le sgorga naturalmente dalle dita, rivede alcuni dei suoi punti di vista con la stessa analisi del dettaglio con cui rivede i suoi romanzi e scrive.
La immagino nel pieno del suo successo, appuntare accanto alle opinioni di familiari a amici, quelle di letterati e personaggi importanti, ancora incredula di fronte all'avverarsi di un desiderio inespresso, vivere della propria penna.
La immagino sorridere rispondendo ai suggerimenti narrativi proposti del bibliotecario del Principe Reggente, controbattere con piglio orgoglioso a talune mancanze o imprecisioni su recensioni e pareri riguardo ai suoi romanzi.
La immagino lottare con spirito ironico contro il sopraggiungere dell'infermità, affidare alla penna dell'amata sorella le sue parole, risoluta a non cedere un giorno alla malattia; e consegnare i propri passi a un carrozzino, pur di non rinunciare alla gioia di una passeggiata tra le basse siepi del suo adorato Hampshire.
La immagino ostinata sussurrare qualcosa di assolutamente ironico negli ultimi attimi di coscienza, a vincere la partita con il destino infausto, voltato in successo grazie alla forza della sua penna, un oggetto tanto piccolo che nella sua mano l'ha consegnata a questa eternità.
I pochi indizi sull'aspetto di Jane Austen, le molte lettere perdute che avrebbero aggiunto dettagli al suo ritratto e la sua morte prematura, se da un lato somigliano a una maledizione per ricostruirne il profilo più attendibile, dall'altro lasciano quel velo di mistero che ci permette di immaginarla secondo la nostra personale percezione, avvicinarla a noi quel tanto da confidarsi con lei esattamente come si farebbe con una cara zia, aprendo i suoi romanzi, leggendo le sue lettere e chiedendole consiglio, poiché è nelle sue parole, e non altrove, che dovremmo ricercare il suo genio... il suo ritratto più autentico.
Happy Birthday, dear Aunt Jane!
E per festeggiare assieme, vi lascio con il primo dei contributi dello Speakers' Corner di quest'anno su jasit.it che ha come tema Da Elizabeth a Fanny: le eroine di Jane Austen, iniziate a leggere da QUI e seguite i post successivi in questi giorni, buona lettura!