Happy Family

La vita fa paura. O meglio vivere innesca mille paure. Perchè non esiste una trama, non si sa mai "come andrà a finire", non ci sono registi che dirigono, sceneggiatori che scrivono cosa fare. Ma Gabriele Salvatores, nel suo nuovo film, Happy Family, sprona ad andare oltre il latente mal de vivre, che nella società odierna, "occidentale", sembra essere diluito un po' in tutti, un po' ovunque. Il film è tratto da una commedia teatrale, da cui eredita la struttura, gli interni. E' un film piacevolissimo, meglio dell'ultimo "Come Dio comanda". Salvatores inaugura una sua rivoluzione stilistica sorprendente, con un uso accorto, a tratti quasi almodovariano, dei colori, che scandiscono stati d'animo, personaggi, fasi della storia. Un film elegante, studiato, con personaggi stilizzati che, con caratteri esemplificati, dicono molto dell'Italia contemporanea, di un paese cresciuto ma ancora immaturo. Più sazio, ma più infelice. Di una Milano colta e gentile, ma triste.Io consiglio di andarlo a vedere. E' un'opera sincera, che con semplicità fa emozionare e commuovere. Perchè esemplifica l'essenza della vita, che in tutte le sue fasi, belle o brutte, è un qualcosa di inevitabilmente romantico.