Tissamaharama —-> Haputale – 31 luglio
La colazione è orrenda. Il gestore promette di accompagnarmi al terminal bus ma, prima di partire, mi attacca un bottone interminabile e non smette più di parlare.
Il collegamento fra Tissamaharama e Haputale è lungo, ma nulla di eccezionale, solo un po’ noioso. Sono necessari due cambi. Ho aspettato pochissimo le coincidenze. Partendo da Tissa verso le 10, arrivo a destinazione nel primo pomeriggio. Ecco lo schema ed i costi.
Tissa – Thanamalwhila 51 LKR, Thana – Wellawaya 67 LKR, Wella – Haputale 93 LKR.
Haputale è un paesino piccolo, e, volendo restare nel centro, alla ricerca dell’albergo ci si può muovere a piedi. Chiedo indicazioni per lo Sri Lak Holiday (2500 LKR) che mi era stato raccomandato da altri viaggiatori.
La maggior parte delle pensioni, in ogni modo, è un po’ più defilata, molte sono sulla via che conduce al monastero di Adisham. Unica opzione economica nel centro abitato, accanto alla stazione, è la Royal Top Rest Inn che ha vista formidabile, e prezzi più bassi dello Sri Lak.
Il paese sorge su un crinale, circondato dal verde, e panorami mozzafiato.
Non c’è alcun tipo di negozio turistico, soltanto botteghe, ambulanti che vendono frutta/verdura, qualche ristorante locale, fra cui svetta l’edificio colorato a due piani del Risara Bakery and Pastry shop, gestito da mussulmani.
Il signore che prepara il thé, all’imbocco della scala, già un po’ anziano, è di una cortesia incommensurabile, grande come il suo sorriso. Balbetto con lui qualche parola in arabo, le uniche che conosco. Un po’ presto per gli standard italiani, ma perfetto per quelli tedeschi, mi presento alle 18 per cena. In fin dei conti, quello che ho smangiucchiato sul bus a mezzogiorno era solo uno spuntino. Salgo al piano superiore dove sono esposte in bacheche i piatti del giorno, caldi, e giovani aspiranti masterchef si danno un gran daffare a tagliare verdure con velocità e precisione. Cena eccellente, 250 LKR. Mi fermo a parlare con una coppia di neozelandesi, sui 55/60 anni.
HAPUTALE – 1 agosto
Una delle giornate più belle della vacanza. Mi sveglio prestissimo. Bevo un thè all’ECB Hotel, 10 LKR, sulla strada principale. Alle 6, mentre sta rischiarando, aspetto il minibus per la Dambatenne factory sullo spiazzo retrostante Risara Bakery. Mi fa compagnia un cane, una specie di levrierina, dalle sopracciglia arcuate che sembrano sorridere. Mi dà dei buffetti sulla coscia con il muso, le regalo parte della mia colazione, che ho comprato ieri da Risara. Arriva un suo amico, una specie di incrocio fra uno shibu e un pastore tedesco, un po’ strabico, simpaticissimo anche lui. Sopraggiungono esseri umani, sono tutti lavoratori diretti alla fabbrica di thè. Attendiamo per circa 20 minuti. Quando è chiaro che, per qualche ragione, il minibus diserterà, ecco che compare un tuk tuk che carica su tutti. Siamo in 4, e altri ragazzini, almeno un paio, li raccatta strada facendo. Pago 50 LKR la mia quota, uguale a quella degli altri. Il bus sarebbe costato poco meno. Arrivati a Dambatenne, il tuk tuk mi chiede tipo 300 LKR per salire sino a Lipton’s Seat, ma il tempo è splendido, e adoro camminare in quel paesaggio. Accanto alla grossa fabbrica c’è un villaggio, e bambini in uniforme sciamano da ogni dove. La strada è tutta una curva, in salita, ad ogni angolo si aprono scorci pittoreschi, colline ricoperte di piante di thé, il sole inizia a far capolino e si riflette sulle foglie brillanti.
Credo di aver percorso sui 5 km, quando arrivo in cima (ingresso 50 LKR). il sole è già caldo. La Rough Guide raccomanda di visitare Lipton’s Seat prima delle 9, ora in cui la nebbia inizia a salire dalle pianure.
Mi affaccio dal belvedere ed è proprio vero! Grossi ciuffi come di ovatta stanno risalendo pian piano, offuscando la visuale.
Incontro sul piazzale due signore francesi, con il loro autista, ci scattiamo a vicenda fotografie panoramiche. Le saluto, ed inizio la discesa. Dopo una decina di minuti la loro macchina si accosta e mi chiedono se voglio un passaggio sino alla fabbrica del thé, che hanno intenzione di visitare. Accetto, poiché era la mia stessa intenzione.
Scendendo incontriamo le operaie al lavoro nei campi, guadagnano 4 dollari e mezzo, per raccogliere almeno 18 kg di foglie al giorno.
Arriviamo a Dambatenne, ex Lipton. La visita è abbastanza frettolosa (ingresso 250 LKR), ma in ogni caso istruttiva perché mai avevo assistito a qualcosa di simile. Ci vengono mostrate le varie fasi della lavorazione. Ho la conferma che quanto contenuto nelle nostre bustine comunemente acquistate al supermercato costituisce lo scarto, alla faccia di quello che dicono in pubblicità.
Prima di ridiscendere a valle, l’autista, che è originario di Haputale, sosta a sorpresa accanto ad una scuola materna. Le maestre ci danno il permesso di entrare, ed i bambini ci vengono incontro e ci guardano come fossimo marziani. Alcuni sono affettuosissimi. La cosa più particolare che noto sono delle specie di “fagotti”, composti da lenzuola legate ad una corda tesa, che contengono dei bimbi più piccoli, che dormono, imbozzolati nell’interno, oppure sporgono la testa curiosi.
Salutate le due donne, mi reco alla minuscola stazione per sapere se posso comprare anticipatamente un biglietto per Ella, ma mi spiegano che non è possibile, e l’unico modo è procurarmelo all’apertura degli sportelli, 50 minuti prima circa dell’arrivo del treno.
Leggerò poi sulla guida che solo le stazioni più grandi hanno un sistema che permette la riservazione dei posti, previo pagamento di una cospicua sovratassa. In casi di tragitti notturni, secondo me, ne vale la pena, ma in questo caso si tratterà di una o due ore e quindi non è un problema anche farsela in piedi. Sulla stessa via, mi fermo ad un internet point, 30 LKR internet. Per pranzo Risara Bakery prepara un ottimo rice and curry, (160 LKR) forse uno dei migliori. Compro dei dolcetti (86 LKR) e poi dei manghi al mercato. Dopo aver girellato ancora, mi dirigo al Thikala Ayurvedic Centre, dove avevo prenotato il massaggio facciale (2000 LKR) che mi lascia una pelle liscia come la seta. Ceno in hotel. Gli ospiti stanno praticamente tutti mangiando nel ristorante, non ho mai visto nessuno di loro assaggiare qualcosa nei locali dove va la gente del posto. Il pasto non è male, devo dire.