Storie ricavate dalla lettura della Bibbia e dalle tradizioni religiose africane, colori accesi, racconto di se stessi e delle proprie emozioni.
Sono questi gli ingredienti della pittura di Portia Zvavahera, artista dello Zimbabwe (classe 1985), che ha portato le sue opere in Sudafrica, dopo aver affascinato la Biennale di Venezia lo scorso anno e ricevuto molti premi anche negli Stati Uniti.
L’ultima mostra, alla Stevenson Gallery di Città del Capo, è lo spunto per un articolo pubblicato dalla nota rivista The Africa Report.
Nel servizio Zvavahera è presentata come prova vivente di una nuova generazione di artisti dello Zimbabwe, che sono comunque decisi a raccontarsi e ad affascinare il mondo.
La mostra di Città del Capo è stata intitolata “Mavambo Erwendo”, “Inizio di un viaggio profondo”.
“Nei miei dipinti – spiega la pittrice – racconto dell’isolamento umano e delle ingiustizie sociali, traendo immagini dalla narrativa religiosa del Vecchio Testamento e delle tradizioni africane”.
Di Portia Zvavahera di sicuro continueremo a sentir parlare ancora ,e per parecchio, e in Europa e in Italia.
Si tratta infatti di un’artista, per quanto giovane, di grande temperamento e di affinata tecnica pittorica, capace di ammaliare il pubblico e di coinvolgerlo nel mondo coloratissimo delle sue storie africane.
Oppure d’indurlo a riflettere con garbo su temi che da sempre interrogano l’umanità circa il proprio destino, specie lì dove spesso sofferenza e precarietà sono di casa.
E dove occorre, allora, tirare fuori tutta la grinta possibile, sfoderare un bel sorriso e andare avanti. Proprio per amore della vita.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Inviato il 14 maggio a 08:45
da leggere con attenzione : giovane, artista e talentuosa !E' Portia Zvavahera e arriva da Harare (Zimbabwe)