"Hayley Stark (Ellen Page) è una ragazzina di quattordici anni dall’aspetto esile ed innocente che si dimostra molto più matura dei suoi coetanei, passa il suo tempo leggendo i romanzi di Zadie Smith e l’autobiografia di Jean Seberg, ma passa il tempo frequentando anche le chat, dove conosce il trentenne fotografo emergente Jeff (Patrick Wilson). Dopo alcune settimane di chat, Jeff propone a Hayley un incontro: che avviene in un noto locale. In quell’occasione il fotografo si dimostra molto gentile con la ragazzina, e dopo aver pranzato viene da lei convinto a portarla a casa sua.
Nella bella villa del fotografo, la situazione prende una piega diversa da quella che ci si potrebbe aspettare, la ragazza si dimostra curiosa e spregiudicatamente intraprendente cominciando a servirsi dei cocktail alcoolici (Jeff le aveva proposto solo del succo di frutta) e Hayley si mostra interessata alla professione di Jeff fino ad obbligarlo a farsi scattare delle foto…" (Wikipedia.org)
Opera interamente costruita sui bravissimi protagonisti Ellen Page – stella assoluta di Juno (2007) – e Patrick Wilson – futuro Nite Owl II in Watchmen di Snyder -, su una meticolosa sceneggiatura firmata da Brian Nelson ed accompagnata da una cura scenografica davvero impressionante (dai toni dominanti rosso e nero), cela con stile e sapienza le probabili ristrettezze di budget, trasfigurate dal regista in un’ulteriore sfida rappresentativa, vinta con soluzioni sempre funzionali ed efficaci. Riuscire a far impazzire, più volte, la bussola emotiva dello spettatore, tenendosi lontano dai twisting più banali tipici di troppo cinema americano, è un’ulteriore motivo di interesse: impossibile arrivare ai titoli di coda con la convinzione forcaiola di chi sia effettivamente il carnefice e la vittima. Meglio mettersi l’anima in pace ed accettare le sfumature e le debolezze delle rispettive parti in gioco, senza tradire eccessiva fiducia nell’epilogo presunto giustizialista.Pluripremiato in diversi festival del settore il film (stranamente girato seguendo la rigida cronologia dello script) merita una visione attenta e partecipe, se non altro per la determinazione con cui produttore e regista sono riusciti ad imporre la propria poetica, libera e lontana dall’omologarsi all’estetica di tanti titoli coevi, così formalmente lucida e squisitamente inattuale. Fieramente fuori dal tempo.
YouTube Video