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Hard disk, scelta “dura”

Creato il 17 settembre 2010 da Cobain86
Disco fisso

Disco fisso

Per lavoro, per backup, per portare con noi i nostri ricordi più belli: oggi i dischi fissi giganti sono diventati una meravigliosa realtà, con dimensioni da taschino e capacità da elefanti. Ma qual è il disco giusto per noi? Portatile o fisso, esterno o interno, piccolo o grande, con quante connessioni? Ecco le risposte alle domande più comuni per scegliere con serenità e un po’ di conoscenza in più. Buona lettura!

Primo avvertimento: nessun disco è per sempre. Anche il miglior disco fisso, nelle migliori condizioni possibili, può cedere di schianto e lasciarci a terra. La copia dei nostri dati su supporti diversi è sempre consigliata.
I consigli e le configurazioni qui analizzate riguardano utenze domestiche e non piccole imprese e/o soluzioni professionali come studi di editing video e audio.

Secondo avvertimento: la marca qui conta. Se volete risparmiare su altre cose va bene ma non fatelo sui dischi fissi: se quando li portate a casa grattano già come se stessero mettendo il parmigiano in tavola sono dischi di bassa qualità.
Il disco ideale è veloce, scalda poco e soprattutto è SILENZIOSO.

Questione di spazio
La prima cosa che dobbiamo scegliere del nostro disco fisso è: portatile o desktop, esterno o interno?
La questione è semplice: se dobbiamo inserire il disco in questione all’interno di un notebook o di un desktop fisso serviranno dischi interni (con fattori di forma, cioè grandezze, da 2,5″ per i portatili e 3,5″ per i desktop), per cui è inutile guardare quelli con dotati di case e varie prese per essere attaccati esternamente.

Se invece il disco fisso del computer sta bene ma cerchiamo un’unità di backup esterna possiamo sceglierla trasportabile (dischi da 2,5″, quelli da “taschino”) o una soluzione di backup da scrivania (dischi da 3,5 pollici, più pesanti e con l’alimentatore esterno).

Nota Bene: il disco esterno, se funge da backup, deve avere come minimo la stessa dimensione del disco d’origine.
Poniamo che il disco fisso interno del portatile è da 320 GB: il disco esterno dovrà essere da 320 GB o da 500 GB. Prendere una capacità inferiore vuol dire fare delle scelte rischiose, in quanto non si può mai sapere quale settore si danneggerà. Meglio la copia integrale no?

Questione di Giga/Tera
Da notare le differenti capacità: nei dischi fissi portatili si arriva a 750 gb massimo (500 gb è il taglio più diffuso), connessione USB (ma volendo spendere troviamo anche l’eSata e FireWire 800), autoalimentati dal computer (quindi zero alimentatori). La comodità costa quindi, a raffronto con i fratelli più grandi, paghiamo la possibilità di poterli avere sempre con noi, ovunque (in un rapporto 500 gb = circa 100 euro).

Nell’ambito desktop (quindi dischi fissi da 3,5 pollici) abbiamo un alimentatore esterno, che ci permette di mantenere il disco a temperature decenti (visto che si prevede un utilizzo continuativo per varie ore al giorno) e una maggiore varietà di connessioni rispetto ai fratelli portatili: va da sè che un maggior numero di collegamenti alza il prezzo dell’articolo, meglio valutare le proprie esigenze prima della scelta.
La FireWire 800 è appannaggio degli utenti Mac, l’eSata non è diffusissimo e la usb 3 deve ancora uscire: per esigenze casalinghe la usb 2.0 permette trasferimenti economici a prezzi contenuti.

Qui i prezzi scendono e i Tera aumentano (nb 1 Tera = 1.000 Gb circa): con un centinaio di euro possiamo acquistare un Western Digital (ottimo marca entry level con la linea Elements) da 1,5 TB di spazio. Con una risibile differenza si parla già dei 2 TB, capacità che per l’utilizzo domestico sono sensazionali. Anche volendo salvare tutti i nostri film in Blu-ray disc (circa 30 GB a film) sul disco esterno ne avremmo comunque a portata di mano un numero significativo.

Volevo capire gli RPM
Gli RPM sono le rotazioni per minuto che il disco effettua per registrare e leggere i dati. Più il disco è veloce, migliori saranno le prestazioni in scrittura e meno tempo perderemo a salvare la nostra vita su tale supporto.
La dotazione standard è di 5400 rpm, ma se volete portare a casa una testa di serie esistono modelli da 7200 rpm anche esterni (vedi LaCie); per l’utenza professionale si parla di dischi interni da 10.000 rpm, ma si tratta di utilizzi intensi e su file di grandi dimensioni.

La marca conta? Tanto sono tutti GB
In questo campo il produttore fa tutta la differenza. Molto spesso ci si lascia intortare dall’offerta della settimana, disco fisso semi-sconosciuto da 320 GB proposto a prezzo stracciato, grande occasione (leggi tra le righe: fondo di magazzino), l’utente ignaro lo compra subito.
A casa poi si scopre che la copertura è in plastica incastrata (molto fragile), scalda come un fornellino elettrico e dopo 6 mesi abbiamo perso tutti i dati a causa di un errore in lettura/scrittura.

Questi scenari apocalittici, se adesso possono suscitare qualche risata, accadono più spesso di quanto non si creda e dopo si piangono lacrime amare: molto spesso, su questi piccoli supporti, sono memorizzati dati di lavoro, contabilità, foto importanti, codici, testi, appunti, tesine (basti pensare ad uno studente universitario fuori sede), video delle vacanze e via elencando.

Risparmiare una ventina d’euro, in questo campo, vuol dire compromettere la sicurezza, la stabilità e la longevità dei propri dati: meglio fermarsi a riflettere, quindi, e valutare una soluzione che offra magari qualcosa in più a fronte di una maggiore serenità futura.

Facciamo i nomi
Snocciolando dei nomi per i dischi fissi interni un’ottima marca a prezzi umani è la Seagate, seguita dalla Maxtor: due nomi che hanno un’esperienza cementificata nella costruzione di dischi fissi e che difficilmente deludono quando si richiedono prestazioni ad alto livello.

Sui dischi fissi esterni il mercato è caotico, in quanto ormai tutti s’improvvisano produttori: dovendo fare una cernita, sicuramente consigliati LaCie e Western Digital (o WD).
LaCie raggiunge standard qualitativi e di design ottimi anche per l’utenza domestica, WD produce a prezzi inferiori pur mantenendo un livello molto buono e offrendo prodotti semplici e affidabili in molte configurazioni.

Sconsigliati LG e Verbatim: Lg produce a basso costo (e si vede anche nei prodotti realizzati), la Verbatim delega la produzione dei dischi fissi alla Samsung, con il risultato che già dopo qualche mese i dischi fissi girano in modo rumoroso (e parliamo di quelli con alimentatore esterno, nota).
Da un test effettuato su Verbatim notiamo anche problemi con il file system (il sistema doveva convivere tra windows e Mac ed era stato preferito l’HFS+) nonostante la rimozione corretta, molto spesso vanno in crash e obbligano l’utente al recupero dati con programmi specifici.

La stessa situazione (HFS+ e backup dati tra Windows e Mac) proposta ad un Western Digital non ha dato alcun tipo di problemi, il disco si stacca/attacca con facilità dai vari sistemi operativi senza particolari preferenze (notare che è stato scelto come disco per la Time Machine del portatile) e nessun dato viene danneggiato.

Concludendo
I dischi fissi sono spesso la parte “invisibile” del sistema operativo: fin quando vanno ce ne scordiamo, ce ne ricordiamo solamente se si piantano di schianto. Quando effettuiamo la scelta, anzichè farla a cuor leggero, valutiamo bene il valore dei nostri ricordi e del nostro lavoro e, nel caso, se abbiamo già altre soluzioni in casa (sistemi NAS).

Risparmiare in questo campo è come scegliere un airbag economico per la nostra auto: quando poi il sistema va in crash, se abbiamo un buon disco fisso esterno (o interno, nel caso di un sistema RAID) recupereremo tutti i nostri dati senza il minimo sforzo. Quanto vale la nostra serenità? Buona scelta a tutti!

Marco


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