
"Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede."
Ci ho messo più di venticinque anni per leggere, lo scorso Natale, Il buio oltre la siepe, ovvero il romanzo che si è rivelato essere uno dei libri più belli della mia vita. E non mi spiego il motivo per cui ho atteso tanto da quando, ancora ragazzo, vidi Gregory Peck interpretare Atticus Finch nell'omonimo film e, soprattutto, Mary Badham nei panni della piccola Scout, l'io narrante di questa indimenticabile storia che parla di tolleranza e pregiudizio, di empatia e odio, di coraggio e meschinità, di giustizia e arbitrio. Ma nonostante i temi drammatici, tanto il romanzo quanto il film conservano l'aria lieve dello sguardo di una bambina, che mi ha divertito e commosso con la sua simpatia e innocenza. È questa la chiave che ha aperto il mio cuore, così come quello di milioni di altri lettori.

Ieri, 19 febbraio, è morta all'età di 89 anni, Harper Lee, l'autrice di questa storia.