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Harry Potter e il Calice di Fuoco

Creato il 08 febbraio 2016 da In Central Perk @InCentralPerk
Giusto il tempo di abituarmi a quello schema esposto ne Il prigioniero di Azkaban che già qualcosa cambia: niente famiglia Dursley per iniziare questo quarto capitolo, ma un incubo, con tanto di morte strisciante e in agguato, a farmi capire che le cose sono decisamente cambiate.
Con l'arrivo di Mike Newell alla regia, che segue il breve passaggio di Cuaròn dopo Chris Columbus, l'infanzia di Harry Potter sembra finita, sono davanti a un anno più cupo, più dark quasi, dove niente mi verrà risparmiato.
A partire dal mio amato David Tennant qui nel ruolo di cattivo, che mi compare all'improvviso senza quell'aurea di bontà da Doctor Who.
Harry Potter e il Calice di Fuoco
Ma andiamo con ordine, perchè non c'è pace per Harry Potter, che al suo quarto anno di Hogwarts trova la sua vita per la quarta volta in pericolo, con un quarto professore di difesa contro le arti oscure che non promette niente di buono con il suo aspetto sinistro e il suo volerlo continuamente aiutare.
Non sarà direttamente colui che non si può nominare, Voldemort, a metterlo in pericolo, però, ma sarà il torneo Tremaghi.
Un torneo a cui solo che ha compito 17 anni può partecipare e che spiega la presenza di due scuole ospiti nel castello: è il calice di fuoco a decidere chi potrà aspirarvi scegliendo un rappresentate per ogni scuola, che dovrà poi scontrarsi in altrettante prove dove anche la vita è in gioco.
Se per la francese Beauxbatons viene scelta Fleur Delacour, se per l'ungara Durmstrang a spuntarla è il campione di Quidditch Viktor Krum, per Hogwarts oltre a Cedric Diggory (Robert Pattinson, sìsì, proprio lui che sembra avere anche qui la solita e sola espressione corrucciata) il foglietto di Harry Potter salta all'improvviso fra le mani di Silente, che ne pronuncia il nome titubante facendo sobbalzare dalle risate la sottoscritta e il suo giovine.
Non vogliatemene, ma davvero, arrivati a questo punto alcune forzature di sceneggiatura (per quanto poi chiarite con annessi spiegoni) si fanno fin troppo evidenti e vedere come il nostro Harry sia sempre in mezzo a tutto, bè, non può che far alzare qualche sopracciglio.
Harry Potter e il Calice di Fuoco
Ma torniamo a quel torneo, in cui tra un uovo da rubare a un drago, tra vite da salvare dal Lago Nero e un labirinto finale pieno di insidie, c'è tempo anche per il più classico dei cliché (ricordate la struttura tipica dei film, no?): il ballo di metà anno.
Il modo migliore, poi, per farci sentire e vedere quanto i protagonisti siano cresciuti, ora pronti all'amore, con conseguenti delusioni e primi litigi -piuttosto insensati- fra amici, stemperando poi la tensione assieme al sempre grande Professor Piton e i suoi buffi alterchi con Harry.
E se Emma Watson sta crescendo proprio bene, lo stesso ancora non si può dire per Daniel Radcliffe e Rupert Grint.
Passata la lunga notte dove anche Hagrid sembra trovare l'amore, non resta che affrontare quell'ultima temibile prova, ed è qui che si dimostra se fosse ancora necessario, come Harry Potter e la sua saga sono pronte a fare il salto in più, a togliere ogni edulcorazione, mietendo una vittima illustre, lasciando sgomenti, e facendo rabbrividire tra le lapidi di un cimitero, in una riunione di temibili.
Oscuro e adulto, capace di coinvolgere sempre di più, interrogandosi volta per volta sulle possibili svolte, soluzioni, verità del caso.
Nonostante Cuaròn fosse già riuscito in un risultato simile, aiutato dall'espediente da me amato del viaggio nel tempo e dei suoi paradossi, posso dichiarare senza troppi indugi che è questo, questo Calice del Fuoco, a superare tutti i capitoli precedenti ai miei occhi, in attesa di nuove sorprese, delle nuove avventure.
Harry Potter e il Calice di Fuoco

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