Prima c'è la curiosità, verso quel vecchio e buffo professore che Silente vuole far tornare a Hogwarts; poi c'è una curiosità più sinistra, verso i piani malvagi di Voldemort, che arruolano anche quel malvagio di Draco Malfoy e a sorpresa, ma chissà se è vero, pure il professor Piton.
Prima c'è l'emozione di tornare ad Hogwarts, una Hogwarts super protetta, dove quel nuovo buffo professore Horace Lumacorno insegna pozioni mentre a prendere il posto vacante e sempre pericoloso di difesa contro le arti oscure arriva Piton stesso; poi c'è l'emozione buffa e divertente, di vedere Harry geloso di Ginny, di vedere Hermione e Ron punzecchiarsi, rincorrersi e poi perdersi.
Prima ci sono i brividi, verso un passato che c'è rivelato, con il giovane Tom Riddle già inquietante e malvagio; poi ci sono brividi ancora più forti, con l'alleanza Silente-Harry che trovata in quei ricordi la soluzione, cerca di risolvere e di fermare Voldermort.
Prima c'è la tristezza, grande, verso un addio che non ti aspettavi, con quelle bacchette verso l'alto che sanno rischiarare anche la giornata più grigia; poi c'è la tristezza colma di speranza, verso un finale sempre più vicino, che risponderà ai dubbi che ora mi attanagliano, che risolverà, emozionerà, ricorderà.
Il sesto capitolo di questa saga non ha deluso, no, nemmeno un po'.
Tante le rivelazioni che non mi aspettavo, tanti i colpi di scena, le sorprese, i doppi o tripli giochi che mi lasciano interdetta.
La costruzione della saga non ha quindi neanche questa volta subito una battuta d'arresto, e il merito va di certo ai toni più cupi che ormai la fanno da padrone, e a un uso degli effetti speciali decisamente incisivo, che fa volare sopra i cieli di Londra, fa immergere e soffrire.
Ma la storia non sarebbe la stessa senza l'inserimento dei dolori amorosi che Harry e Hermione sono costretti a subire dai rispettivi obiettivi: corrisposti o meno, con quelle occhiate, quegli sguardi, quei goffi tentativi di avvicinamento e quelle soluzioni solo all'apparenza più semplici, J.K. Rowling è riuscita a mostrare senza cadere in banalità, senza eccedere, i tormenti adolescenziali che ognuno di noi ha vissuto.
Essendo i toni più cupi, dopo le due importanti dipartire dei capitoli precedenti (Cedric e Sirius Black) lascia attoniti la dipartita di un personaggio cardine e tanto amato come Silente, e anche se sapevo che se ne sarebbe andato, non pensavo così, non pensavo per mano di un altro personaggio cardine, non pensavo così presto.
Colpi di scena che sorprendono e che addolorano, la fiducia che viene meno con i sospetti che si distribuiscono senza ritegno di qua e di là (con chi sta Piton in realtà? E Draco?) con quei momenti di incertezza, vuoi di Draco, vuoi di Ron stesso, che fanno accelerare i battiti del cuore.
Questo sesto capitolo ha quindi nuovamente colpito nel segno, facendo crescere i suoi personaggi con la sua struttura, facendo emozionare e attendere quella fine che è ormai prossima, e che allo stesso tempo vorrei rimandare, per godere di più di una saga, di personaggi, che sono riusciti a stregarmi.
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