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Harry Potter e la Pietra Filosofale

Creato il 18 gennaio 2016 da In Central Perk @InCentralPerk
Il ciclo di recupero Star Wars ha portato ad un vuoto nelle domeniche sere sul divano mie e del giovine, e sapendo che un grande vuoto doveva essere prima o poi colmato ho capito che questo era il momento, finalmente, il momento di vedere l'intera saga cinematografica di Harry Potter.
Sì, lo ammetto pubblicamente, di film della serie non ne avevo mai visto mezzo, per scetticismo, certo, e perchè ero legata ai libri che da giovanissima avevo divorato.
Libri che però non avevo mai finito, e questo sì, duole dichiararlo, per quel snobismo adolescenziale che mi faceva mettere da parte o ignorare tutto quanto fosse eccessivamente di successo e popolare. Ero un'adolescente non ben etichettatile, alternativa, che dopo aver divorato i primi tre romanzi di J. K. Rowling, avvinta dalla storia, era cresciuta, li aveva prestati e persi per sempre ad amiche che anche solo per questo non si meritano più la mia amicizia, e aveva finito per guardare con il sopracciglio accigliato le interminabile code alla libreria, le notti potteriane per l'uscita di un nuovo volume, il successo al cinema.
E per questo atteggiamento, me ne dispiaccio, davvero tanto.
Perchè adesso direi a quell'adolescente di farsi coraggio e di partecipare a quella che non era una semplice moda, e di godersi quei film nel buio della sala e nella magnificenza del grande schermo.
Relegata invece al mio divano e al mio televisore, ho iniziato il recupero a partire ovviamente dalla Pietra filosofale, e come già per Star Wars, in questi lunedì di tardo pomeriggio, quelle che seguiranno saranno recensioni più emozionali che tecniche, per alimentare l'adolescente rinnegata che è in me.
Harry Potter e la Pietra Filosofale
E allora partiamo, partiamo con un altro ricordo, quello della rivista del Club dei Libri a cui mia madre era abbonata, un tot. da raggiungere mensilmente (o più, il ricordo è quel che è) e quel maghetto con gli occhiali spessi sulla copertina: "Dovevo raggiungere l'importo minimo, questo era consigliatissimo, te l'ho preso".
E fu amore.
Fu impossibile staccarsi da quelle pagine, che scorrevano senza peso, piene di una magia unica.
J.K. Rowling era riuscita in quello che a ben guardare anche George Lucas era riuscito negli anni '70: creare un intero mondo, dare spazio alla fantasia creando un universo nuovo, con nuove regole, nuovi personaggi.
Dalla sua penna, su quell'ormai famosissimo tovagliolo di un bar, ha saputo creare la scuola in cui tutti vorremmo essere ammessi, a creare un'amicizia che rispecchia tutte le amicizie, con segreti, incantesimi, sport e dettagli che fanno perdere la testa.
Harry Potter e la Pietra Filosofale
Tornare a Private Drive prima e a Hogwarts poi è stato così un tuffo al cuore, e anche se la storia l'avevo in parte dimenticata, e anche se quella storia non mi ha convinto del tutto, quella magia sembra rimasta uguale, nonostante tutti gli anni passati -dalla mia lettura e dal film stesso- si sentano parecchio.
Ma poco importa, perchè a partire dal binario 9 e tre quarti allo scoprire quanto saccentella sapeva essere Hermione (e quanto acerba sapeva essere Emma Watson), fino a quel Severus Piton appena conosciuto in carne e ossa e che già nella vita vera mi ha salutato, tutto funziona.
L'incantamento che si crea nello scoprire questo nuovo mondo è né più né meno quello di un bambino, e mi sono ritrovata come Harry, il giovanissimo, piccolissimo Harry, a bocca aperta nel sentirmi un po' a casa.
La magnificenza della messa su schermo non raggiunge ancora quanto si è saputo fare su carta, ma si sente la volontà di rimanere originali e e di voler stupire, cercando con effetti speciali piuttosto datati di colpire nel segno.
Di tempo per convincermi anche da questo punto di vista, ce n'è in abbondanza, per il momento, sono felice di essere tornata sui miei passi, di essere tornata a quella diffidenza che si scioglie dopo poche pagine, pochi minuti, nel mondo di Harry Potter.
Harry Potter e la Pietra Filosofale

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