Erano anni che non leggevo più nulla di Harry Turtledove. L'ultimo libro è stato La battaglia di Teutoburgo, pubblicato nel 2009 da Fanucci, e in quel caso si trattava di un romanzo storico. Per la verità Turtledove, che è laureato in storia bizantina, in quel libro si è preso diverse libertà, cosa che io non gradisco particolarmente. Chi vuole scrivere un romanzo storico si dovrebbe attenere alla storia, negli avvenimenti noti anche se nei dialoghi è impossibile, se vuole inventare dovrebbe darsi al fantasy. Dopo quel romanzo gli editori italiani lo hanno ignorato, anche se in precedenza era stato pubblicato da Nord, Fanucci, Hobby & Work, Tea, Sperling & Kupfer e Delos Books (gli ultimi tre editori solo con ristampe).
Considerato il maestro della storia alternativa, ha scritto però anche un bel po' di romanzi fantasy, ed è con il fantasy che l'ho conosciuto all'inizio e che lo amo di più. La legione perduta è stato il suo primo romanzo tradotto in italiano e la tetralogia de La legione di Videssos è, insieme a Il segreto del millennio di Katherine Nevile, l'opera che ho letto più volte. Così, giusto per dire quanto è importante per me.
È un po' che mi dico che dovrei proprio rileggere qualcosa di Turtledove, o magari anche tutto (o quasi tutto, della Crosstime Traffic posso anche fare a meno). Intanto ho letto per la prima volta The Bridge of the Separator, ambientato in quell'impero di Videssos che mi piace tanto. Di quell'ambientazione fanno parte un racconto e dodici romanzi, suddivisi in un romanzo autoconclusivo, una tetralogia, una trilogia e ancora una tetralogia. Questi i titoli:

The Bridge of the Separator;
L'Era dei disordini (tetralogia composta da Il trono rubato, L'ora della vendetta, Le mille città, La città assediata, ambientata, se non ricordo male, 150 anni dopo il romanzo precedente);
Trilogia di Krispos (composta da L'ascesa di Krispos, Krispos di Videssos, Krispos l'imperatore. Per la verità in origine era una duologia, il terzo romanzo è ambientato una ventina d'anni dopo i primi due, la trilogia è ambientata, anche qui se non ricordo male, 150 anni dopo la precedente);
La legione di Videssos (composta da La legione perduta, Un imperatore per la legione, La legione di Videssos Le daghe della legione, e qui siamo senza dubbio 500 anni dopo Krispos e 800 anni dopo The Bridge of the Separator).
Se siete interessati a questo romanzo, presumo, è perché avete letto la tetralogia della Legione. Lì il cattivo è Avshar. Ricordate Balsamon, e come il nome di Skopentzana renda tutto chiaro ai suoi occhi? Siamo a pagina 390 di Le daghe della legione, e anche se qualche dettaglio di quel che racconta Balsamon non coincide con quel che c'è scritto in The Bridge of the Separator ... in 800 anni molte informazioni possono diventare meno che precise. Avshar è Ravash, certo, ed è il protagonista di questo prequel.

Con Ravash è la stessa cosa: sappiamo che diventerà Avshar ma non sappiamo come, e io ero affascinata dal vedere i suoi dubbi, i suoi tormenti interiori, i suoi tentativi di far andare le cose nel modo migliore. il percorso che compie è verosimile e coerente, e Turtledove si dimostra molto bravo nell'indagare l'animo del suo personaggio e nel portare avanti gli avvenimenti verso la loro inevitabile conclusione. Alcune parti mi hanno pure fatta sorridere, come il modo insolito con cui uccide un paio di conigli per prepararsi la cena. Il capitolo finale mi ha convinta poco, e c'è qualcosa che non mi torna che indico qua sotto, in zona spoiler (e gli spoiler sono anche sulla tetralogia de La legione di Videssos), ma per il resto The Bridge of the Separator mi è piaciuto. Devo proprio leggere qualcos'altro di Turtledove in inglese, con tutto quello che ha scritto ho solo l'imbarazzo della scelta.

Ravash scopre di avere un potere enorme con le sue maledizioni. Non riesce a uccidere il nuovo patriarca perché evidentemente la sua fede è troppo forte, come è forte la fede di Balsamon, e probabilmente i maghi videssiani dopo aver scoperto i suoi poteri si sono messi a studiare per trovare un modo per contrastare le sue maledizioni, che non usa più all'interno dei romanzi successivi.
Va bene, i romanzi successivi in realtà Turtledove li ha scritti prima, ma possiamo immaginare che sia stato trovato un controincantesimo per tenere a bada le maledizioni di Ravash/Avshar, altrimenti il simpaticone avrebbe fatto fuori senza pensarci due volte Mavrikios, Thorisin e tutti quelli che lo contrastavano (tranne, per ovvie ragioni, Marcus e Viridovix, e Balsamon e magari Nepos per la loro fede). Ma i terremoti? Come si fa a tenere a bada un potere così? Perché Avshar non se ne è mai servito durante le guerre che ha combattuto? Se pensiamo alla battaglia fra Kamorth e Arshaum nel quarto capitolo di Le daghe della legione gli Arshaum vincono solo perché Avshar non fa in tempo a completare una lunga e complessa magia, magia che non gli sarebbe servita se una maledizione avesse potuto fare il lavoro in un paio di secondi. No, Turtledove in The Bridge of the Separator ha dato a Ravash un potere eccessivo, un potere che può rientrare nell'economia di quella storia ma che stride con le altre azioni compiute dal personaggio. Il rischio nell'utilizzo della magia sta proprio qui, nel rendere i personaggi così potenti da perdere il senso della trama. Peccato, avrei preferito che Turtledove fosse riuscito a gestire meglio la forza distruttiva del suo personaggio, rendendola meno spettacolare in questo libro e più simile a quella che avrà in seguito.
