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Harvard: uno studioso rivela che Joyce era malato di sifilide

Creato il 05 giugno 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

James Joyce (1882-1941) era ammalato di sifilide e si curava con continue iniezioni di galyl, nome inglese del salvarsan (o arsfenamina), un farmaco commercializzato dal 1910 per il trattamento della malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale.

Lo scrittore irlandese, James Joyce (vol1brooklyn.com)

Lo scrittore irlandese, James Joyce (vol1brooklyn.com)

Kevin Birmingham, professore di storia e letteratura all’Università di Harvard, ha scoperto nuove prove sulla sifilide di cui soffrì Joyce, come rivela nel libro “The Most Dangerous Book: The Battle for James Joyce’s Ulysses”, di imminente pubblicazione da Penguin Press in Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti. Nelle 420 pagine del libro, Birmingham ricostruisce la carriera di Joyce, focalizzandosi sul suo capolavoro “Ulisse”, tra critiche e battaglie legali per la sua stampa, ma portando alla luce anche curiosità sulla carriera e la vita dello scrittore irlandese.

E’ noto che Joyce ebbe a lungo problemi alla vista, morendo quasi cieco. Sulla sua declinante visione oculare, Joyce disse nel 1931: “Mi merito tutto questo a causa delle mie tante iniquità”, alludendo alla sua irregolare e clandestina vita sessuale.

Secondo lo studioso di Harvard, come ha anticipato il quotidiano londinese “The Guardian”, già questa ammissione di Joyce celerebbe la rivelazione della contrazione di una malattia a trasmissione sessuale che lo afflisse per decenni. Birmingham ha indagato per anni per cercare di comprendere che cosa provocò il deterioramente visivo di Joyce.

E scartabellando tra le sue migliaia di lettere, in due missive del 1928 ha trovato dei riferimento ad un farmaco composto di arsenico e fosforo per iniezioni che riceveva per posta. Secondo Birmingham, Joyce aveva contratto la sifilide già nel 1907 e almeno dal 1914-15 fece abbondante uso del galyl, nome commerciale del farmaco che provocava notevole tossicità (persistente singhiozzo, vomito, paralisi agli arti). Nel 1912 il salvarsan fu rimpiazzato dal neosalvarsan. Sia il salvarsan che il neosalvarsan furono però associati a rischiosi effetti collaterali, per cui nel 1940 furono soppiantati dalla penicillina.

(adnkronos.it)

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