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Hashtag di lettura e autobiografie come “Rosso Istanbul” di Ozpetek

Creato il 02 giugno 2014 da Linda Ferrando

Oggi voglio parlarvi di un’iniziativa molto carina del canale Sky Arte Hd, un canale che deve essere davvero splendido anche se purtroppo io non ho Sky, che unisce la passione per la lettura con quella della fotografia. Quante volte ci mettiamo a leggere all’aperto in qualche luogo della nostra città? Che sia semplicemente un tram torinese d’inverno o un prato verde nel Canavese in piena primavera, anche se non lo faccio spesso, adoro leggere fuori casa. Se vi capita potete fotografare il vostro libro con lo scorcio del paesaggio che avete scelto come sottofondo e postarla su Instagram o Twitter utilizzando gli hashtag #librieluoghi e #Bookshow. Le foto verrano a formare una sorta di classifica e saranno comunque un ottimo modo per consigliare qualche vostra lettura che vi sta a cuore.

#LibrieLuoghi_Ragonese

Passando alla chiacchierata libresca di oggi, tendenzialmente i libri scritti da persone famose non mi fanno impazzire, soprattutto se sono quelle autobiografie fatte scrivere a qualche autore fantasma sicuramente sottopagato e pubblicizzate poi più del nuovo modello di iPhone. Un’eccezione è stata giusto il romanzo scritto da Carlo Verdone, La casa sopra i portici, bell’esempio di autobiografia famosa non troppo enfatizzata sull’”io, me e me stesso”. Non ho ancora capito fenomeni letterari come la biografia di Steve Jobs – pare che tutti ne abbiano una copia a casa stile Bibbia – o le biografie dei calciatori da regalare a Natale (anche no eh!). Adoro invece le biografie di personaggi famosi della storia antica e recente possibilmente se corredati da documenti e, dove possibile, fotografie. Sarò che sono un’archivista?


cover

Alla Feltrinelli mi era rimasto impresso il romanzo scritto da Ferzan Ozpetek, il famoso regista turco naturalizzato italiano che ha girato film diventati famosissimo come Le fate ignoranti e Saturno contro. Per snaturare un po’ dalla solita autobiografia “sono nato qui e ho fatto questo” Ozpetek utilizza la tecnica del doppio personaggio. I capitoli si alternano tra i ricordi d’infanzia del regista e le vicende di una donna di mezza età che in una vacanza a Istanbul vede crollare tutte le sue certezze e decide di godersi la vita in modo nuovo guardando il mondo con occhi diversi. Credo però che l’effetto voluto di spezzare l’attenzione del lettore in due non sia riuscito del tutto. Mi spiego: la vita di Ozpetek è interessante e soprattutto descritta molto bene con alcune istantanee di Istanbul che ci scorrono davanti agli occhi in un trionfo di suoni e immagini; l’ipotetica vicenda della donna di mezza età mi sembra invece accampata per aria e alla fin fine non vedevo l’ora di finire i suoi capitoli. L’idea poteva essere un successo, ma forse sarebbe stato opportuno ampliare la vicenda e renderla più credibile ai fini di carpire meglio l’attenzione del lettore.

Ovviamente poi per dare un senso a tutto le vite dei due in qualche modo dovevano incrociarsi, non una ma più volte, e mi sta bene che il mondo sia piccolo ma non è un po’ forzato? A questo punto avrei davvero preferito un’autobiografia di stampo classico. Tre stelle se le aggiudica comunque per la facilità di lettura e le belle descrizioni di Istanbul.

Tema centrale è comunque l’amore, che sia finito, tradito e illusorio oppure fresco, vivo, omosessuale e legato al passato l’amore è presente nella vita di ciascuno di noi e la plasma di conseguenza in modo ineguagliabile. Niente è più importante dell’amore ci viene detto. E così è.


Voto: ★★★✰✰

♫♪ Sulle labbra – Afterhours

Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti, amori che potevano essere e non sono stati. Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l’incedio che un cuore d’inverno.

sulcomodino

 


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