Hashtag Fails - come farsi male da soli su Twitter

Da Robven
A volte capita.
Nella fretta, nell'approssimazione, nel casino dettato da tempi stretti e budget insufficienti per fare le cose per bene, nel coinvolgimento di persone troppo junior in progetti delicati... insomma, a volta capita di fare una pirl stupidaggine.
Anche nella scelta di quel piccolo ma delicato elemento di comunicazione che è l'hashtag.
In un mondo social pronto allo sberleffo, alla presa per i fondelli, all'urlo "Epic Fail!", al grido di battaglia "devi morire, azienda bastarda e cattiva".
A volta proprio uno non ci pensa che si sta tirando in casa potenziali autogol.
Ecco una compilation dei miei 5 hashtag fail preferiti:
1. #Susanalbumparty. Susan / album / party o Sus/anal/bum/party... per il lancio dell'album di Susan Boyle. Ma su questo ci ho scritto un post...
2. #heresthebeef lanciato da Wendy. Tributo alla carne. Peccato che sia stato lanciato proprio nel giorno del "Meatless Monday"... (detto questo: se fate un search su Twitter per #heresthebeef, il sentiment mi sembra complessivamente positivo o neutro - i negatives alla fine mi sembrano pochi...)
Funny that #HeresTheBeef hash tag is being promoted on #MeatlessMonday. With about 20% of America eating veg today, the beef isn't here.
— Matthew Prescott (@MatthewPrescott) 3 Ottobre 2011

3. OK, questo non è proprio un fail ma è interessante comunque. Muore Margaret Thatcher. Pace all'anima sua. Ma un hashtag mal scelto innesca il cordoglio per la morte di Cher (la cantante). Ecco l'hastgag incriminato: 
#Nowthatchersdead ovvero Now Thatcher's Dead oppure Now That Cher's Dead... (occhio alla penna, vedi al punto 1)
Someone in the office just told me people are reading the #NowThatThatchersDead hashtag as Now That Cher's Dead. Seriously, internet?
— Haley Adams (@haleyadams25) 8 Aprile 2013


4. una robina veloce: se dovete promuovere il film Lo Hobbit in Svizzera (CH), che hashtag usate? 
Ovviamente #hobbitch che in Inglese però non suona proprio bene... 
"A short, short tempered, short sighted female with colossal thighs and a malicious, unpleasant attitude that bears a resemblance to an imaginary being with hairy feet from the lord of the ring trilogy." (Fonte)
5. Gravissima per la stupidità (si spera) del fatto.
Metti che sei un'azienda di moda. E che fai un vestitino che si chiama "Aurora". Poi ti rendi conto improvvisamente che l'hashtag Aurora è in TT.
Ovviamente decidi di cavalcare l'onda, twittandoci sopra, per sfruttare la popolarità dell'hashtag, facendo la spiritosaggine di attribuire la popolarità al vestito (senza però andare a vedere perchè diavolo tutti parlavano in Rete di Aurora...)

Beh, sarebbe stato meglio controllare *perché* Aurora era in TT.
Magari perchè ad Aurora, in Colorado, un tizio aveva aperto il fuoco in un cinema, facendo 12 morti.
6. #AllSoggy - prendo questo per parlare di tutta una categoria di fail (e ne abbiamo visti anche qui in Italia, durante il terremoto). All soggy vuol dire tutti inzuppati.

Brillante idea di un azienda (Urban Outfitters) che dopo l'Uragano Sandy (morti, tantissima gente sfollata e senza casa...) pensa bene di legarsi all'evento atmosferico - non per dare una mano, aiutare in qualche modo - ma per promuovere i propri prodotti con una bella offerta promozionale (una fantastica consegna gratuita)
Del resto anche American Apparel non ha fatto molto di meglio - offrendo uno sconto alle persone che si annoiavano per via della tempesta...

Lezioni:a) quando si fa real time marketing, meglio essere un po' meno real time e controllare se non è successo un casino
b) quando si scrive un #hashtag, meglio farlo vedere a uno che non ne sa niente, magari i suoi occhi vedono cose che noi umani non vediamo
c) prima di sviluppare un hashtag (e soprattutto prima di approvarlo), assicurarsi che il cervello sia saldamente collegato e la nostra attenzione focalizzata...
[Branding & Marketing Blog / Venturini]

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :