di Maria Pia Caporuscio. “Cristo dammi la tua croce, le tue spine, il tuo sangue, sono disposto a portarle ma lasciami vivere, perché ho ancora molto da fare per il mio popolo” Hugo Chavez. Oggi l’America latina piange un gigante! Una città colorata di rosso è oggi Caracas: le strade piene di gente che accompagna per l’ultima volta il suo eroe, morto troppo presto. La loro presenza è il solo modo per dire grazie ad un uomo che ha cambiato per sempre la loro storia. Dinanzi al dolore di questo popolo, risuonano patetiche le strida che si levano nel mondo occidentale, per denunciare la presunta natura dittatoriale del governo venezuelano. Se per dittatore si intende qualcuno che governa contro la volontà del popolo, non è il caso di Hugo Chavez, eletto più volte ad ampia maggioranza e fortemente amato dal popolo venezuelano, come dimostra oggi la sua città. Chavez in omaggio alle sue origini popolari, ha deciso di stare dalla parte del popolo e il popolo lo ha capito! Hugo Chavez insieme ad altri leader come l’ecuadoriano Rafael Correa, l’argentina Cristina Fernandez, la brasiliana Wilma Roussef il boliviano Evo Morales, l’uruguaiano Pepe Mujica, il nicaraguense Daniel Ortega e il cubano Raul Castro hanno dato vita ad un rinascimento di quel bellissimo continente, costruendo un avamposto, nella lotta al liberismo. Usciti da quasi due secoli di sudditanza nei confronti degli Stati Uniti, hanno instaurato una democrazia effettivamente partecipata, attraverso la formula dei diritti sociali, mettendo in primo piano salute, istruzione, abitazione, lavoro, alimentazione. Piuttosto che criticare, i governanti europei farebbero bene ad imitarne l’operato, visto il preoccupante declino dei suoi livelli di civiltà, nel segno delle privatizzazioni dei beni pubblici e del dominio incontrastato della finanza. Gli stessi Stati Uniti dovrebbero abbandonare ogni velleità imperialistica ed occuparsi dei gravi problemi del paese e smetterla con la costruzione di immagine falsa di un violatore dei diritti umani. Quel che si deve demonizzare è il neoliberismo che viola ogni e qualsiasi diritto umano. In Venezuela la popolazione sa cosa significa per averlo provato sulla propria pelle ed è per questo, che sta dalla parte di Hugo Chavez. Hugo Chavez che piaccia o no ha vinto! Ha vinto perché ha investito la ricchezza del petrolio in beneficio delle classi popolari più povere, che in questi anni hanno visto migliorato ogni aspetto della loro vita (salute, educazione, casa, ecc.) e in tutto questo non c’è davvero nulla di rivoluzionario. Di rivoluzionario in Chavez è l’aver inculcato che nessun uomo debba mai più ritenersi grato a chi lascia a lui gli avanzi di un misero salario, sfruttando la sola ricchezza che possiede: la sua forza lavoro! Ha preteso che la popolazione sapesse che è un diritto fondamentale quello di nutrirsi, che ognuno deve avere pari diritto e dignità. Il merito di questa lotta di classe la si deve interamente a quest’uomo, demonizzato da tutti i capitalisti proprio per questo. Da sempre Hugo Chavez ha lottato per il bene della sua popolazione, che ha governato per amore, come si fa con la propria famiglia, rifiutando la restaurazione liberale del Fondo Monetario Internazionale, dove sarebbero stati condannati ad essere mantenuti ad una condizione di dipendenza semicoloniale e dove le decisioni fondamentali sulla loro vita, venivano prese altrove. Questa rottura costata sacrifici, dove però questo scatto d’orgoglio, ha portato il Venezuela a moltiplicare gli investimenti in ricerca scientifica di 23 volte (2.300x%) soldi investiti sul futuro per rendere i venezuelani liberi e non inferiori a nessuno. I latino-americani ragionano con la loro testa e non sono abbeverati dai media venduti al potere, come purtroppo avviene in occidente. Per decenni hanno vissuto sulla loro pelle il modello economico che la Troika sta imponendo al sud dell’Europa e non vogliono che quell’incubo d’ingiustizia, fame, repressione e diritti negati, ritorni. In Venezuela il vero dittatore è stato Carlos Andrés Pérez che fece massacrare migliaia di persone per imporre i voleri dell’FMI. Un altro merito di Chavez è che oggi il Venezuela conosce i propri diritti e non è disposto a rinunciarvi! Quello Chavista è un discorso che riporta in auge l’incancellabile ruolo della lotta di classe nella storia, una lotta affinché i “dannati” vengano abbattuti e non risiedano più nei Sud del mondo. I politici e i media europei che osservano i dogmi di stabilità che umiliano le democrazie europee, farebbero bene a riesaminare la figura di Hugo Chavez che col suo (inefficiente chavismo) ha dimezzato i poveri e iniziato un nuovo cammino chiamato “socialismo” per sfidare il pensiero unico che quel termine demonizzava. Anche se questo cammino è tortuoso e ripido, è la più nobile delle vette. Hasta la victoria siempre comandante.
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di Maria Pia Caporuscio. “Cristo dammi la tua croce, le tue spine, il tuo sangue, sono disposto a portarle ma lasciami vivere, perché ho ancora molto da fare per il mio popolo” Hugo Chavez. Oggi l’America latina piange un gigante! Una città colorata di rosso è oggi Caracas: le strade piene di gente che accompagna per l’ultima volta il suo eroe, morto troppo presto. La loro presenza è il solo modo per dire grazie ad un uomo che ha cambiato per sempre la loro storia. Dinanzi al dolore di questo popolo, risuonano patetiche le strida che si levano nel mondo occidentale, per denunciare la presunta natura dittatoriale del governo venezuelano. Se per dittatore si intende qualcuno che governa contro la volontà del popolo, non è il caso di Hugo Chavez, eletto più volte ad ampia maggioranza e fortemente amato dal popolo venezuelano, come dimostra oggi la sua città. Chavez in omaggio alle sue origini popolari, ha deciso di stare dalla parte del popolo e il popolo lo ha capito! Hugo Chavez insieme ad altri leader come l’ecuadoriano Rafael Correa, l’argentina Cristina Fernandez, la brasiliana Wilma Roussef il boliviano Evo Morales, l’uruguaiano Pepe Mujica, il nicaraguense Daniel Ortega e il cubano Raul Castro hanno dato vita ad un rinascimento di quel bellissimo continente, costruendo un avamposto, nella lotta al liberismo. Usciti da quasi due secoli di sudditanza nei confronti degli Stati Uniti, hanno instaurato una democrazia effettivamente partecipata, attraverso la formula dei diritti sociali, mettendo in primo piano salute, istruzione, abitazione, lavoro, alimentazione. Piuttosto che criticare, i governanti europei farebbero bene ad imitarne l’operato, visto il preoccupante declino dei suoi livelli di civiltà, nel segno delle privatizzazioni dei beni pubblici e del dominio incontrastato della finanza. Gli stessi Stati Uniti dovrebbero abbandonare ogni velleità imperialistica ed occuparsi dei gravi problemi del paese e smetterla con la costruzione di immagine falsa di un violatore dei diritti umani. Quel che si deve demonizzare è il neoliberismo che viola ogni e qualsiasi diritto umano. In Venezuela la popolazione sa cosa significa per averlo provato sulla propria pelle ed è per questo, che sta dalla parte di Hugo Chavez. Hugo Chavez che piaccia o no ha vinto! Ha vinto perché ha investito la ricchezza del petrolio in beneficio delle classi popolari più povere, che in questi anni hanno visto migliorato ogni aspetto della loro vita (salute, educazione, casa, ecc.) e in tutto questo non c’è davvero nulla di rivoluzionario. Di rivoluzionario in Chavez è l’aver inculcato che nessun uomo debba mai più ritenersi grato a chi lascia a lui gli avanzi di un misero salario, sfruttando la sola ricchezza che possiede: la sua forza lavoro! Ha preteso che la popolazione sapesse che è un diritto fondamentale quello di nutrirsi, che ognuno deve avere pari diritto e dignità. Il merito di questa lotta di classe la si deve interamente a quest’uomo, demonizzato da tutti i capitalisti proprio per questo. Da sempre Hugo Chavez ha lottato per il bene della sua popolazione, che ha governato per amore, come si fa con la propria famiglia, rifiutando la restaurazione liberale del Fondo Monetario Internazionale, dove sarebbero stati condannati ad essere mantenuti ad una condizione di dipendenza semicoloniale e dove le decisioni fondamentali sulla loro vita, venivano prese altrove. Questa rottura costata sacrifici, dove però questo scatto d’orgoglio, ha portato il Venezuela a moltiplicare gli investimenti in ricerca scientifica di 23 volte (2.300x%) soldi investiti sul futuro per rendere i venezuelani liberi e non inferiori a nessuno. I latino-americani ragionano con la loro testa e non sono abbeverati dai media venduti al potere, come purtroppo avviene in occidente. Per decenni hanno vissuto sulla loro pelle il modello economico che la Troika sta imponendo al sud dell’Europa e non vogliono che quell’incubo d’ingiustizia, fame, repressione e diritti negati, ritorni. In Venezuela il vero dittatore è stato Carlos Andrés Pérez che fece massacrare migliaia di persone per imporre i voleri dell’FMI. Un altro merito di Chavez è che oggi il Venezuela conosce i propri diritti e non è disposto a rinunciarvi! Quello Chavista è un discorso che riporta in auge l’incancellabile ruolo della lotta di classe nella storia, una lotta affinché i “dannati” vengano abbattuti e non risiedano più nei Sud del mondo. I politici e i media europei che osservano i dogmi di stabilità che umiliano le democrazie europee, farebbero bene a riesaminare la figura di Hugo Chavez che col suo (inefficiente chavismo) ha dimezzato i poveri e iniziato un nuovo cammino chiamato “socialismo” per sfidare il pensiero unico che quel termine demonizzava. Anche se questo cammino è tortuoso e ripido, è la più nobile delle vette. Hasta la victoria siempre comandante.
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