Un genio assoluto.
Lo consideriamo così, in maniera iperbolica, ma neanche poi tanto.
L’animatore, sceneggiatore, fumettista, regista nipponico, classe ’41, rappresenta per noi del Bicchiere un faro luminoso e un maestro: da Conan il Ragazzo del Futuro, ai grandi anime (Principessa Mononoke, Il Castello errante di Howl, etc) ha accompagnato la nostra, e naturalmente quella mondiale, immaginazione in terre sublimi, dove perdersi e trovarsi al tempo stesso.
Il suo studio Ghibli, ha rappresentato un punto di riferimento per l’animazione internazionale, per gli aspiranti addetti ai lavori e per chi invece è già all’interno del meccanismo.
A Venezia, dove presentava il suo Si alza il vento, ha annunciato il suo ritiro dai lungometraggi, lasciando il famoso studio orientale in “buone mani”. Il motivo è semplicissimo. Il tempo. Che passa, che lo impegna nella realizzazione dei suoi lungometraggi, nel lavoro “scomodo”.
Lavorerà per altri 10 anni, ma con altri ritmi, sentendosi libero di andare allo studio quando vorrà e libero da qualsiasi “meccanismo” temporale.
Altro nome, altra storia, altro ritiro (anche se è tutto da capire) per Jack Nicholson, che noi abbiamo elevato a zio putativo da tempo.
Da una parte la sua dichiarazione di voler lasciare il cinema perché non ricorda più le battute, dall’altra le smentite, di chi gli è vicino, che lo vedono impegnato nel leggere copioni.
Certo, nella fase iniziale di questo pensionamento, Uncle Jack non ha affatto dichiarato di volersi allontanare dalla scena, semplicemente si è detto “troppo anziano” per continuare.
Provocazione? Trovata? Non lo sappiamo, certo è che la notizia ci ha stupito.
Questi due nomi tutelari della nostra redazione ci hanno fatto discutere molto e anche commentare la fine dei tempi che stiamo, sempre più velocemente, vivendo.
Li omaggeremo. Come abbiamo sempre fatto.
Nel frattempo li continueremo a seguire con occhio ammirato e incantato.
Buona scelta.
IBD
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