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Haze – Il Muro – Shinya Tsukamoto

Creato il 28 giugno 2012 da Maxscorda @MaxScorda

28 giugno 2012 Lascia un commento

Haze
Tsukamoto, il grande regista / interprete giapponese,, quello della saga di "Tesuo" per intenderci, il Cronenberg dagli occhi a mandorla, colui che con la carne ha creato una nuova grammatica da una prospettiva meno raffinata ma certo piu’ eroica della sua controparte occidentale.
Ebbene questa volta se ne esce con un mediometraggio fatto di poco o niente, strepitoso nel tenere la scena con un uomo intrappolato in un buio e claustrofobico labirinto di mattoni, senza alcun ricordo di cosa ci faccia li’ e di chi sia. Punto e basta. Per cinquanta minuti il regista e interprete, manovra ombre, sprazzi di luce, prospettive azzardate, primi piani di sguardi terrorizzati, arti sporchi e sudati, viscido che trasuda dalla pelle e dai muri. Si gioca d’immagine e si gioca di suoni, distanza ravvicinata di ansimi e gorgoglii, stridio di pelle che si consuma sfrigolando sulla calce, denti e acciaio nel formidabile passaggio nella strettoia.
Finale a sorpresa che si apre su infinite possibilita’, evoluzione chiusa e aperta nel contempo, suggestioni che proseguono oltre il tempo massimo della pellicola.
E’ l’idea che regge il mondo e con le idee lo si evolve. La risposta a perche’ il nostro cinema muore e’ palese confrontando Tsukamoto alle controparti delle nostre latitudine,  ai nostri massacratori di cinema, registi barra interpreti come Verdone che da trenta e passa anni si esprime al meglio solo con le stesse infinite macchiette da cabaret di prima serata, Pieraccioni che nella pochezza almeno fa film per trombarsi le attrici e lui, quel Benigni capace di affogare nella stessa melassa ormai stantia, Pinocchio, un detenuto in un campo di concentramento e un mafioso ma non andiamo oltre per non deprimerci.
Da noi il cinema lo si parla, dalle altri parti lo si fa. Attendiamo una primavera che di riporti dei registi da troppo tempo scomparsi e partire da Tsukamoto potrebbe essere un inizio..


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