Magazine Rugby
Head To Head IRE Rank: 6 International Matches: 19
IRE victories: 16
ITA victories: 3
draws: 0
Current IRB World Ranking ITA Rank: 11
Tra poche ore c'è l'ottavo di finale Italia-Irlanda. In altro post l'abbiamo definita Austerlitz (e noi speriamo di esser dalla parte dei francesi), quella che fu chiamata "la battaglia delle Nazioni", perché interessa ed avrà conseguenze a cascata importanti praticamente su tutte le nazionali coinvolte nella fase finale dei Mondiali.
Tanto per cominciare deciderà quel che a noi interessa di più, chi passerà ai quarti di finale, il Sacro Graal di sempre del rugby italiano; deciderà inoltre chi vincerà il girone, Irlanda o Australia. Da questa gara deriveranno le composizioni di due quarti di finale: Irlanda-Galles e Australia - Sudafrica oppure Australia-Galles e Italia- Sudafrica. Non è esattamente indifferente per le due già qualificate del girone D, come chiunque comprende Così come non sarà indifferente, in cascata, l'effetto sulle semifinali: la vincente di Francia/Inghilterra ai quarti, troverà la vincente di Irlanda/Galles o di Australia/Galles? E gli All Blacks troveranno in semifinale uno sfiancatissimo ma corroborato vincitore di Australia/Sudafrica o il Sudafrica reduce da una passeggiata con l'Italia?
Tante cose insomma, tanti interessi sono on stake domani alla Glasshouse di Dunedin, non solo i sogni degli appassionati italiani.
C'è chi non parla per scaramanzia, chi non dice nulla perchè oltre alle solite chiacchiere poco da dire ha, chi riporta le dichiarazioni di Mallett, Parisse e Mauro Bergamasco che fan capire il mood (positivo ma un po' ... così) che si respira il nostro camp. Qualcuno si spinge a riportare la salda ma palpabile e salutare preoccupazione irlandese.
Sentimenti corroborati, ci teniamo a sottolinearlo, dalla ASSENZA dei vertici della Federazione Italiana Rugby, che nessuno ovviamente rimarca tra i soloni dell'informazione specialistica e non. Un giretto giù, no-o? Anche solo per incrociare i vertici dell'Irb che tra l'altro stan per cambiare, altra notizia poco gradevole per Dondi. Tant'è.
Sun Tzu insegna, le partite si vincono prima di scendere in campo. Ma non solo per via del morale e della convinzione, che pure sono fondamentali; soprattutto con gli schieramenti, le forze in campo, le tattiche e i trucchi di giornata.
Forti della nostra incosciente refrattarietà agli scongiuri, andiamo ad analizzare che partita potrebbe essere, senza paura di trovar smentite tra poche ore. Ci serve anche per arrivare "distratti" a imboccare questa "notte bianca" che sta per partire alle 2.00 ora italiana e arriverà a poco prima di mezzogiorno.
Preview che si fondano ovviamente sulle formazioni annunciate. Con tutti disponibili nei trenta (fuori è rimasto David Wallace, flanker per nostra fortuna infortunatosi prima di partire; si potrebbe poi discutere su altri irlandesi non selezionati come O'Leary e Fitzgerald, ma non è questa la sede), i due tecnici han potuto scegliere chi meglio secondo loro si prestava alla bisogna.
Tutte standard le scelte lato irlandese, tranne in mediana, dove Declan Kidney ha scelto il tattico e il piazzatore per eccellenza, Ronan O'Gara, forse anche ricordando le difficoltà di Sexton & compagni al Flaminio. Gli ha affiancato un "bilanciamento" in termini di inesperienza e quindi imprevedibiblità, il classe '89 Conor Murray. Evidentemente per Kidney sarà partita da giocar tattico, inchiodandoci nella nostra metà campo, rubando rimesse laterali, punendo le nostre indiscipline e piazzando qualche drop spezza-morale. Senza togliere qualche guizzo, là davanti.
Non sarà tutto lì, l'Irlanda non è certo un one-trick pony: dispone di un pack potente e attento (seconda miglior difesa del mondiale dopo il Sudafrica, quarta per mete prese), in grado con Ferris di giocar sporco, con O'Brien e Heaslip di sfondare; forte a terra e in aria coi due grandi vecchi O'Connell-O'Callaghan, solida in mischia ordinata coi piloni Cian Healy e Mike Ross e l'esperto Rory Best in mezzo.
Dietro, la potenza e il dinamismo del reparto arretrato rendono l'Irlanda pericolosa in qualsiasi momento: Kearney con Bowe e Earls ai lati, O'Driscoll con d'Arcy in mezzo. Se non sbaglio, 4 su 5 sono Lions 2009! Stan forse attraversando un momento non splendido: l'Italia ha segnato una meta in più di loro (13 contro 12), anche se ovviamente i Trifogli han marcato più punti ma non poi troppi (99 contro 86).
A livello tattico c'è da aspettarsi da loro una buona percentuale di gioco territoriale; punizioni e rimesse laterali come se piovesse, poi secondo di come gira la gara, trappoloni per toglierci il possesso e mutare le azioni da difensive a offensive (su una delle tecniche particolarmente innovativa ci siamo dilungati a parte).
Insomma, l'impressione è che l'Irlanda sia molto ben attrezzata e possa avere il piano giusto per batterci; qualche dubbio c'è sulla capacità di eseguirlo, cosa che ultimamente (da un anno circa a questa parte) è funzionata in modo spettacolare solo con l'Australia e prima con l'Inghilterra.
Veniamo all'Italia: la matrice delle scelte di Nick Mallett è evidente: praticamente ha messo in campo la squadra che perse per due punti al Flaminio contro i Trifogli. Ovviamente punta sul fattore motivazione e fa bene, anche se sul piano strettamente "funzionale" la formazione non è esente da critiche.
Due in particolare: al centro manca il difensore più ermetico che abbiamo a disposizione, Sgarbi, capace anche di riproporsi con efficacia in avanti operando offload all'occorrenza. Il centro del nostro schieramento è stato forse l'anello debole degli Azzurri in questo Mondiale: "allargato" dal compito di aiutare il presidio al numero 10, il doppio canale 10-13 è diventato affollato di attaccanti avversi peggio di quello di Panama. Vi abbiamo rimediato (almeno) una meta a partita. I due Gonzo, Canale e Garcia, son placcatori individualmente tosti ma spesso perforabili come reparto, qui O'Driscoll si fionderà con voluttà. Inoltre, Francia nei warm up insegna, l'affiatamento O'Driscoll - d'Arcy produce situazioni in cui i due risulterebbero, se opportunamente sondati, pure loro particolarmente perforabili come reparto. Ci penserà Masi da lontano?
Il secondo dubbio riguarda la terza linea. Sarà il reparto più sollecitato dagli avversari, alla caccia di punizioni e con una terza linea eccellente. Qui rinunciare a Robert Barbieri, l'O'Brien de'noantri, potrebbe risultare pesante. Mauro Bergamasco s'è (ri-)guadagnato il posto con una enorme abnegazione, ma è un interdittore puro, monodimensionale, perdente nel confronto uno-a-uno con O'Brien sia sul piano fisico che dinamico. Occhio alla disciplina! L'ideale sarebbe che Mauro avesse la possibilità di mettere nel mirino O'Gara per triturarlo un po', ma non ci contiamo. C'è da sperare che Derbyshire non sia richiamato dalla panchina, non per sfiducia nel ragazzo, anzi, ma perché significherebbe che tutto va bene. Se Zanni con Ferris non dovrebbe trovar problemi, c'è poi il duello Heaslip-Parisse, più equilibrato sul piano fisico, dove il nostro ha qualche litro in più di classe da spendere.
In seconda linea, qui lo dico e qui lo nego, potremmo trovare un insperato punto di forza. Il duo sudafricano Geldenhuys-Van Zyl gode in ottima forma; fa qualche cazzata ogni tanto, ma l'obiettivo deve essere d'assicurare le nostre rimesse, portare qualche palla a sostegno (Geldenhuys), impostare maul (non contiamoci troppo) e soprattutto evidenziare il gioco sporco in cui cadono quei due grandi vecchi dillà quando sono sotto pressione.
Siamo arrivati in prima linea: Castrogiovanni con Totò Perugini sono in splendida forma, ma il pack irlandese ha triturato quello australiano che ci aveva dato dei problemi. A dire il vero non era proprio la stessa cosa con Polota-Nau e Perugini non c'era, ma rimane il fatto che Healy e Ross vanno rispettati. Ovviamente proveremo ad imporre anche stavolta la nostra legge, ma non vorremmo i nostri fossero abituati troppo bene.
Mediana e triangolo allargato: Semenzato ha una grande opportunità, di soverchiare l'avversario facendo il suo senza errori, soprattutto al piede e nelle scelte di gioco; Orquera può tirare un respiro di sollievo e pensare al suo gioco, drop a parte non ha davanti uno che tenterà di irriderlo o che lo può spaccare in due. Dietro alle ali, difesa difesa difesa, un occhio al cielo e sostegno sostegno sostegno. Per il gioco che faranno gli irlandesi, McLean sarebbe servito alla grande, è stato uno dei più positivi nelle due ultime gare. Speriamo non venga chiamato al posto di Tommy Benvenuti, significherebbe che qualcosa di brutto è successo. Siamo tutti in attesa di rivedere il Masi del Sei Nazioni, chissà che qualche calcio di O'Gara non lo inneschi, ma c'è il terrore della trappola "choke" che a mio avviso, più che sulle rimesse laterali come con l'Australia, loro predisporranno proprio su di lui.
A livello tattico, nemmeno noi siamo (più) quel che molti credono, un "one-trick- pony": non siamo solo mischia ordinata, Mallett ci ha tenuto a sottolinearlo. Chiaro poi che se nel corso della partita o in certe situazioni emergesse una superiorità netta in tale fase, scemi saremmo a non sfruttarla. Aldilà della mischia ordinata, e del tentativo di difendere le nostre rimesse laterali, potremmo forse vedere una risposta al gioco territoriale avverso basata sul possesso, con iniziative vicino al punto di contatto - niente avventurismi e pochi ricicli, la velocità tutta fondata sulla rapidità di Semenzato. E partenze da lontano di Masi. Con "spegnimenti" di multifase troppo lunghi affidati al piede di Orquera.
Una parola sulla difesa: molti magnificano le progressive sorti delle difese che montano. Catalano insegna, è certamente preferibile avanzare che retrocedere e rubar metri che concederne; solo che tutto ha un prezzo. In particolare, per difendere aggressivo serve saper anticipare al largo (difesa a banana o rovesciata), ma le "spie" che escono comportano buchi e rischi di aggiramento che possono risultare catastrofici. Meglio star coperti e scivolare, alle volte. Noi non abbiamo trequarti sudafricani in grado di recuperare in scrambling come se niente fosse, passata la prima linea per noi è finita - a meno che non ci sia McLean in forma all'estremo, come capitato nell'ultima partita. Ma stavolta non c'è.
Probabilità? Aldilà delle illusioni, siamo seri, sono talmente scarse da delineare una delle imprese di questo torneo. Siamo meno precisi al piede, con meno risorse d'attacco e una difesa nettamente peggiore (59 punti subiti contro 28 dell'Irlanda, otto mete subite contro tre), la vittoria dell'Italia è pagata più di 5:1, quella dell'Irlanda poco più del pari, l'handicap che ci danno i bookmaker è 12 punti. Speriamo non vinca il migliore, direbbe Nereo Rocco.
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